Doctor Kanuska Group – Mutende Mizimu. Vimbuza from Mzimba North (1000HZ Records, 2020)

I tamburi ng’oma (un cilindro di legno con una pelle d’animale tesa sul lato superiore) collegano tutta l'Africa bantu e il Malawi non fa eccezione. Nel Kanuska Group ce ne sono tre. Una delle tre si incarica di proporre le variazioni ritmiche. E qui la musica incontra il ballo. E la danza incontra la trance e la possessione. Perché le variazioni della ng’oma si producono, in primo luogo, a sostegno dei passi che segnano il ballo di chi va in trance. Gli intrecci del sostegno reciproco coinvolgono, ad appoggiare le ng’oma, vari sonagli: dai chicchi di grano all’interno delle lattine di metallo alle cinture di metallo che cingono i fianchi di chi danza. Tutt’intorno, il tempo viene scandito dai battiti di mano dei presenti. Doctor Kanuska Group ne offre alcuni scorci nel breve video di sintesi Tiawonge Wapereka Mankwara Na Mtima. È difficile resistere a questo bagno sonoro, all’onda di vibrazioni che investe chi danza, sorta di sella che permette agli “spiriti” di “cavalcare” danzatrici e danzatori. Benvenuti nel flusso della vimbuza, ad un tempo ritmo, canzone, danza, terapia musicale e spirituale capace di provocare stati di possessione. Come tale, non entra in una paginetta. Infatti, Boston Soko le ha dedicato un intero libro, “Vimbuza The Healing Dance” in cui ricostruisce il percorso storico, sociale, religioso e culturale che interseca ballo e musica alle forme di resistenza alla colonizzazione britannica del Malawi settentrionale, specie nei distretti Mzimba e Rumphi. Già cinquant’anni fa, Chilivumbo aveva dedicato a queste pratiche rituali lo studio “Vimbuza or Mashawe: A Mystic Therapy” in cui spiegava come questi termini fossero interscambiabili e stessero ad indicare tanto la malattia, quanto la cura in chiave di danza-musicoterapia. Dopo l’indipendenza, nel 1963, il governo del Malawi ha favorito queste pratiche insieme ad un generale sostegno al patrimonio socio-culturale del paese attraverso istituzioni come il Museo del Malawi (Malawi Museum), gli Archivi Nazionali (National Archives), la Televisioni Malawi (Malawi Television) , la radio nazionale (Malawi Broadcasting Cooperation) e il Dipartimento della Culture. In ognuno di questi centri sono state realizzate registrazioni, archivi e iniziative di promozione della cultura e dell’arte del Malawi. Molte danze che erano state precedentemente proibite sono state riprese, riconosciute e promosse. Anche la vimbuza è fra queste e chi la balla viene regolarmente invitato a partecipare a eventi pubblici, anniversari e celebrazioni e questo ha fatto aumentare il loro numero. Anche in ambito sanitario, per le pratiche tradizionali sono giunti riconoscimenti ufficiali ed è stata costituita la Traditional Healers Association of Malawi cui partecipano i guaritori associati alle pratiche Vimbuza. L’album, registrato dal vivo da Piotr Dang Cichocki, restituisce l’intensità sonora ed emotiva del rituale vimbuza coinvolgendo sette percussionisti - Thomas Mnthali, Maclean Nyasulu, Raphael Banda, Bydon Mnthali, Anton Banda, Chancy Nyilenda and Zondi Mhango – e le diciotto voci del Chipangano Choir Katokole, diretto da Raphael Banda e Yamikani Nyone. I quindici brani sono un vero e proprio percorso che dialoga con gli spirito, attraverso tessiture sonore di chiamata e risposta che mettono in primo piano ora le voci, ora le percussioni. Si comincia con “Ng’ana Mukako Hu Hene”, che invita ad allontanarsi dal male per proseguire con canti e balli che invitano ad imboccare la via del cambiamento e a riconoscere in sé stessi l’energia di chi è figlio dei leoni. Dopo aver cercato l’atteggiamento giusto, è tempo di intonare “Kawere Vimbuza”, che chiede agli spiriti di tornare, di mettersi in comunicazione, condividendo i doni divini (“Chiwuta Wa Pereka”) e permettendo incontri paradisiaci e megici (“Tamkhu Mana Ku Chania - Mayele Yawo”), fino all’epilogo che permette di aprire le porte ”Noah Julako Kumunyango Tingire” e di leggere il proprio cuore (“Yooya Mtima Wane”). 


Alessio Surian

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