Ramón Valle & Reinier Baas, Music Meeting Festival 2020 & De Vereeniging, Nijmegen (NL)

Che fare quando, per la prima volta in 35 anni, non è possibile invitare il pubblico all’annuale appuntamento con un festival abituato ad offrire decine di concerti nell’arco di tre giorni? La trentaseiesima edizione del Music Meeting di Nijmegen (Paesi Bassi) si sarebbe dovuta tenere nel Park Brakkenstein il 30-31 maggio e il primo giugno. Le misure di distanziamento fisico hanno impedito l’organizzazione dei concerti, anche all’aperto. E così è nata l’idea di organizzare un unico concerto in streaming che desse corpo allo spirito del festival, quello dell’incontro, ripartendo dal palco comunale che tenne a battesimo ed ospitò il festival nei primi vent’anni, il teatro Vereeniging. Fin dall’inizio, il festival ha promosso varie forme di collaborazione fra musicisti che non avevano mai suonato prima insieme o che muovevano i primi passi nella loro collaborazione o, ancora, che con la forma della “carta bianca” potessero sperimentare formazioni inedite. Ne sono nate collaborazioni memorabili che durano nel tempo, come quelle fra Lenine e Martin Fondse (2013), quella di Santiago Vazquez con il gruppo Sysmo, e che recentemente hanno coinvolto Simone Bottasso che qui ha avuto modo di suonare in più occasioni, sia con Reza Mirjalal, sia con Daniel de Boer. Per il 2020, la scelta del partner locale è caduta sul chitarrista e compositore jazz Reinier Baas,
già apprezzato anche da queste parti, in particolare quando è stato Artist In Residence al Südtirol Jazzfestival del 2017. Insieme a lui, sul palco, ara probabile trovare un cubano, possibilmente un pianista, visto l’impressionante curriculum che vanta il festival a questo proposito. Scorrendo gli ospiti del Music Meeting è possibile ripercorrere gran parte della storia della musica cubana che ha fatto capolino bei circuiti world music, un viaggio zeppo di momenti stellari: Irakere nel 1986 e 1993, Grupo Raison e NG La Banda nel 1994, la Vieja Trova Santiaguera nel 1995, Afrocuba e Compay Segundo nel 1996, ¡Cubanismo!, Estudiantina Invasora, Rubén Gonzalez, Sierra Maestra nel 1997, Asere nel 1998 e 2007, Afro-Cuban All Stars nel 1999, Polo Montañez nel 2002, Carlos Maza ‘Salvedad’ e Eleyo nel 2003, Pupy Y Los Que Son Son nel 2004 e nel 2015, Familia Valera Miranda nel 2005, Havana Impacto e Horacio Hernandez & Italuba nel 2006, William Vivanco nel 2007, A lo Cubano nel 2008, Interactivo nel 2011, Alexander Abreu Y Havana D’Primera e Los Van Van nel 2014, Harold Lopèz Nussa Trio e Manolito Simonet Y Su Trabuco nel 2016, Alfredo Rodríguez & Pedrito Martinez e Eliane Correa nel 2019. 
Nel 2006, a dialogare con Horacio Hernandez c’era Ramón Valle e proprio all’autore di “The Time is Now” è stato chiesto di prendere posto dietro il piano a gran coda del Vereeniging alle 15.00 del 30 maggio: sei brani in cinquanta minuti, quattro dalla penna di Valle, uno da quella di Reinier Baas, ed uno “standard” di Milton Nascimento. I “Black Winds” (Ramón Valle) del primo brano sono subito evocati da un pianismo deciso e nervoso, mentre Reinier Baas aggiunge tensione all’esordio in chiave rumoristica. Passati un paio di minuti è subito evidente l’intesa e la preparazione del duo, con il pianista che offre un’articolata base armonico-ritmica ed il chitarrista che esalta la liricità del brano per poi offrire un’improvvisazione ricca di idee e un bel crescendo proprio prima del passaggio del testimone a Valle. Il pianista fa letteralmente suo il brano, lo riporta nei toni gravi prima di farlo salire di frequenze e di intensità e di aprire ad un dialogo molto godibile con Baas che riporta infine al silenzio. Sono passati dieci minuti e succede ciò a cui siamo ormai abituati: dal teatro deserto non si levano gli applausi. I due musicisti hanno scelto di non commentare o introdurre a voce i brani, per cui c’è giusto il tempo per rivedere velocemente l’accordatura della chitarra e poi Valle fa ripartire la musica, offrendo il terreno, evidentemente comune, di “Milagre dos peixes” (Milton Nascimento) interpretato con molto rispetto e attenzione per valorizzarne le qualità melodiche. 
A far salire la tensione ci pensa “Flashes from Holland” (Ramón Valle) in cui è il turno del pianista ad aprire con maestria la giostra delle improvvisazioni mentre l’accompagnamento di Baas sa offrire ottimi spunti percussivi per poi incamminare la propria improvvisazione verso territori maggiormente attenti alle grammatiche di clave. Su questi tre elementi, cura del tema e del paesaggio sonoro, improvvisazione, dialogo i cinquanta minuti scorrono velocissimi e intensi, con ogni brano - “A Cuban lost” (di Ramón Valle, con una “Guajira guantanamera” appena sussurrata), “Orthodox” (Reinier Baas) - a scrivere un capitolo diverso e, allo stesso tempo, con elementi, soprattutto timbrici, di continuità con il resto del repertorio. Il finale ricco di dinamiche e ed energia è affidato a “Levitando” (Ramón Valle) e lascia l’ascoltatore con il desiderio di ascoltare ancora. Il video è stato curato dal regista cubano Yuribert Capetillo Hardy, mentre suoni e luci sono stati affidati rispettivamente a Mark Peters, e Mehmet Kaya con la collaborazione di John Heijmen. Il concerto apre anche la serie di podcast ‘Music Meetup’ che comprendono interviste ai protagonisti e possono essere ascoltati all’indirizzo: https://musicmeeting.nl/. L’appuntamento col festival è per il 22-24 maggio 2021.  



Alessio Surian

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