Custódio Castelo – Amália Classics on Portuguese Guitar (Arc Music, 2020)

Della guitarra portuguesa, strumento dalla cassa armonica piriforme con la paletta a forma di ventaglio, dotato di sei corde metalliche doppie che accompagna il fado eseguendo fioriture e inserti melodici che intervallano il canto, Custódio Castelo è uno dei nomi prestigiosi, probabilmente il più grande nel panorama lusitano contemporaneo. Cinquantatré anni, Castelo si è avvicinato al fado nell’adolescenza ascoltando l’enorme personalità musicale di Amália Rodrigues, in seguito ha coronato il sogno di accompagnare la voce del Portogallo nel suo ultimo tour americano. Il suo strumento è stato accanto a molti grandi nomi del fado tradizionale, tra cui D. Vicente da Cãmara, Manuel de Almeida, Fernando Farinha e Cidália Moreira, ma anche a cantanti di nuovo fado, a partire da Cristina Branco e poi Misia, Mafalda Arnaulth, Mariza, Ana Moura e Camanè. Ma, a contare di più è il fatto che il musicista di Almeirim ha fatto diventare la chitarra portoghese uno strumento solista e da concerto, collaborando con orchestre sinfoniche e musicisti di diversa estrazione come Richard Galliano, Placido Domingo, Arrigo Cappelletti e Daniele di Bonaventura, solo per citarne alcuni. Un artista dal temperamento ammirevole per aver saputo superare, intorno al 2004, una grave lesione ai legamenti della spalla destra che avevano fatto temere addirittura il suo definitivo abbandono della scena. Eppure proprio in quel periodo con grande determinazione ha dato alla luce un capolavoro come “Tempus” (2006), cui sono seguiti “InVentus” (2012) e “Maturus” (2016), altri due progetti di sua scrittura originale che hanno attirato grande attenzione di pubblico e critica. Nel 2010 Castelo è stato insignito del Premio Amália Rodrigues come strumentista di fado; oggi insegna strumento alla Scuola Superiore di Arti Applicata di Castelo Branco. Insomma, è evidente che siamo di fronte a un fine Maestro, uno spirito audace che fa della creatività e dell’innovazione la sua arte: Castelo ha ampliato la grammatica musicale strumentale del fado, il suo timbro strumentale è limpido e brillante. Se è vero che il musicista si apre costantemente a nuove vie sonore, il suo nuovo album, “Amália Classics”, è il tributo al canzoniere dell’artista che è tuttora sinonimo del fado. Nelle undici tracce (pari a trentaquattro minuti di musica), accompagnato da Carlos Garcia e Maximo Ciúro alla chitarra acustica, Custódio traspone in versione strumentale alcune delle canzoni più rappresentative del repertorio dell’immensa cantante e autrice di Lisbona. A partire da una splendida versione di “Estranha forma de vida”, scorrono temi intramontabili come “Ai Maria”, “Gaivota”, “Não sei porque te foste embora” e “Tudo isto è fado”. Toccano profondamente l’ascoltatore il calore lirico di “Lágrima”, la squisitezza tecnica con cui rilegge “Ai Mouraria”, la fluida dolcezza di “Morrinha”, l’andamento baldanzoso di “Ao Mar Buscar Sardinhas”, l’intensità di “Fado Amália” fino alla luminosa “Gostava de ser quem era”, il motivo conclusivo che chiude l’encantamento procurato da un disco che apre alla grande le celebrazioni per il centenario della nascita di Amália. 


Ciro De Rosa

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