Whisky Trail – Open (Materiali Sonori, 2020)

Considerati tra i precursori nella riproposta della Irish Music in Italia, i Whisky Trail nascono nel 1975 sulle colline fiorentine e, nel corso del loro cammino artistico, hanno messo in fila numerosi concerti in Italia ed all’estero, raccogliendo apprezzamenti unanimi per il loro approccio originale alla tradizione musicale dell’Isola Verde. Parallelamente, il gruppo ha dato alle stampe diversi album tra cui meritano una citazione i più recenti “Nana’s Lullabyes” del 2012, “Celtic Fragments” del 2013 e “Concerto” del 2015. A distanza di cinque anni da quest’ultimo, Stefano Corsi (arpa celtica, armonica e voce) ha rispolverato la storica ragione sociale con una line-up, rinnovata dagli innesti di Valentina Corsi (voci, harmonium e bodhran) e Paolo Lamuraglia (voce e chitarra elettrica) per dare alle stampe “Open”, pregevole album inciso con la partecipazione di Lorenzo Greppi (dulcimer), Claudia Tosi (voci) e Marco Londi (concertina). Questo nuovo capitolo della band toscana si compone di dieci brani le cui musiche firmate da Stefano Corsi incontrano ora i testi di Giulia Lorimer, storica componente del gruppo, ora liriche tradizionali irlandesi evocando spaccati densi di poesia, spazi aperti e suggestivi paesaggi naturali. Da punto di vista prettamente musicale, questo nuovo album vede i Whisky Trail sperimentare il dialogo tra chitarra elettrica e arpa celtica a costruire fascinose architetture sonore con le voci e l’harmonium. Aperto dalla suggestiva melodia primaverile di "Cétamon" con antiche liriche tradizionali che incontrano il fascinoso dialogo tra arpa e chitarra elettrica, il disco entra nel vivo con la title-track, brano nato da una improvvisazione e che cattura sin dal primo ascolto per la sua brillante melodia. Se "When Men saw the Stars" spicca per il lirismo che pervade il testo firmato da Giulia Lorimer, la successiva "Rasait d'Inis" è il racconto di un viaggio verso un’isola fantastica che ricorda quello di Saint Brendan, il famoso navigatore inglese. Si prosegue con l'elegante arpeggio di "Magic Spells" che ci introduce a "Saint Patrick", omaggio a San Patrizio, protettore dell'Irlanda. La sofferta "Suibhne vs Ronan", impreziosita dalla voce di Claudia Tosi e dalla concertina di Marco Londi, ci accompagna verso il finale con "Laughing Song", ispirata ad un testo di William Blake e le trascinanti "There's a Rainbow" e "The never ending jig" che chiudono tra le danze il disco. Nel loro insieme, i brani compongono quasi un concept album sulla discriminazione etnica e razziale e non è un caso che l’uscita del disco sia stata accompagnata dalla pubblicazione di un Ep, nato dalla collaborazione con il coro L’Altrocanto e il quartetto d’archi della Scuola di Musica di Fiesole, e contenente due brani: “Terenzin” in cui si canta di musicisti, artisti ed intellettuali rinchiusi in una fortezza-ghetto dai nazisti e “Canto per Lorenzo Orsetti”, dedicata al giovane toscano che ha dato la vita per combattere al fianco dei curdi contro lo Stato Islamico. 


Salvatore Esposito

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