Foto di Valerio Corzani
“Con la musica di tradizione non abbiamo mai fatto filologia, neanche agli inizi. Il solo fatto che utilizzassimo la chitarra, per brani di epoche nelle quali non era stata ancora inventata, lo dimostra. Nel nostro disco più recente ritengo di aver reso al meglio forme come la villanella e la moresca, nella quale ci troviamo di fronte a un dialetto napoletano storpiato, dove si faceva spesso il verso del gatto. Gli schiavi mori erano chiamati in modo dispregiativo dagli spagnoli "perro" ossia cagnaccio, e la moresca era così una reazione a questo termine dispregiativo”
Corrado Sfogli
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