Davide Van De Sfroos – Quanti Nocc. Tour De Nocc/Van Tour (Mynina/Artist First, 2019)

Nella cifra artistica di Davide Van De Sfroos il palco ha giocato sempre un ruolo centrale in quanto le sue canzoni sul palco trovano una dimensione diversa da quella cristallizzata dai suoi dischi, si arricchiscono di sfumature, acquistano dinamiche, timbri e atmosfere differenti, proseguendo la loro vita, quasi il suo songwriting fosse un continuo work in progress. Non è un caso, infatti, che nella sua discografia a spiccare accanto ai dischi in studio, siano proprio due dischi dal vivo, “Live” del 2003 che catturava il concerto tenuto il 22 giugno 2002 a Menaggio (Co) e il monumentale cofanetto “40 Pass” in cui erano confluite le registrazioni del “Pica Tour Teatrale”. A distanza di dieci anni da quest’ultimo, il cantautore laghée torna con “Quanti Nocc” doppio disco live che raccoglie quattordici brani ripresi durante il “Tour De Nocc” nei teatri e otto brani dal “Van Tour” andato in scena in estate. Come scrive lo stesso Van De Sfroos si tratta di “un album di foto, di istantanee scattate in luoghi diversi, in città e serate differenti, dove lo spirito di ogni brano e di ogni suono si intrecciava alla notte e al pubblico in modo differente”. I brani, selezionati tra centinaia di esecuzioni diverse, catturano intatto lo spirito che ha caratterizzato i due tour, diversi sia sotto il profilo musicale sia da quello prettamente concettuale. In particolare il “Tour De Nocc” ha visto il cantautore comasco proporre una selezione di brani del suo repertorio in una evocativa chiave notturna con la complicità di una eccellente band composta da Angapiemage Galiano Persico (violino, cori, mandolino, tamburo a cornice, percussioni, didgeridoo), Riccardo Luppi (sax baritono, sax soprano, flauto traverso, ottavino), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica, chitarra acustica, cori) e Francesco D’Auria (batteria, percussioni, hang, cajon). Ad aprire il primo disco è “La Nocc” proposta in una versione quasi gipsy-swing con la chitarra di Cazzaniga a guidare la linea melodica in cui si inseriscono gli interventi di violino e sax. 
Foto di Luca Bernasconi
Si prosegue con la brillante rilettura in chiave country di “San Macacu e San Nissoen” e la resa folk-rock di “La preghiera delle quattro foglie” nelle cui trame oniriche si ritrovano sonorità vicine agli inglesi Pentagle. La notte torna protagonista in quel gioiello che è “Ninna nanna del contrabbandiere” con Davide Van De Sfroos che sfodera una performanca vocale superba incorniciata dagli interventi di sax e violino. La versione lenta e meditativa di “Pulènta e galèna frègia” ci introduce ad una sequenza di brani imperdibile con “Dove non basta il mare”, “Ki” e “Ventanas” che rappresentano certamente i vertici interpretativi del disco. Se “I ann selvadegh del Francu”, riscrittura di “Franks Wild Years”, trova in questa versione trova la sua resa definitiva impreziosita dall’armonica di Giorgio Peggiani, la successiva “Sciur Capitan” colpisce per l’intensità con la quale il cantautore comasco approccia il testo antimilitarista. Chiude il primo disco la canzone d’amore “La figlia del tenente” ma è solo un attimo perché ad aprire il secondo disco arriva la suggestiva versione di “Brèva e Tivàn” con la partecipazione del Coro Canterini di Lugano diretto da Alessandro Benazzo. Le belle rese de “La bàlada del Genesio” con sax e percussioni ad incorniciare il cantato di Van De Sfroos, “Al Paradiso dello scorpione” e “La Terza Onda” completano la selezione dedicata a “Tour De Nocc” e fanno da preludio a quella del “Van Tour”, tour estivo che ha visto Davide Van De Sfroos rileggere il suo songbook in una dimensione più folk con una formazione diversa in cui spiccano Simone Prina (basso) e Alessandro De Simoni (fisarmonica e piano). Ad aprire le danze è la trascinante versione in crescendo de “Lo sciamano” con violino e fisarmonica in evidenza, a cui seguono le brillanti rese di “Sugamara”, ritratto di uno dei surreali personaggi che popolano l’immaginario del cantautore laghèe, il folk-rock da ballo “Nona Lucia” e il successo sanremese “Yanez”. Non mancano due classici come “La Curiera” e “La Balera” ma le due sorprese arrivano sul finale con le imperdibili “Television” e “Grand Hotel” che completano un doppio disco gustoso da ascoltare fino in fondo per riscoprire le tante perle che caratterizzano il repertorio di Davide Van De Sfroos. 


Salvatore Esposito

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