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Foto di Luca Bernasconi |
Si prosegue con la brillante rilettura in chiave country di “San Macacu e San Nissoen” e la resa folk-rock di “La preghiera delle quattro foglie” nelle cui trame oniriche si ritrovano sonorità vicine agli inglesi Pentagle. La notte torna protagonista in quel gioiello che è “Ninna nanna del contrabbandiere” con Davide Van De Sfroos che sfodera una performanca vocale superba incorniciata dagli interventi di sax e violino. La versione lenta e meditativa di “Pulènta e galèna frègia” ci introduce ad una sequenza di brani imperdibile con “Dove non basta il mare”, “Ki” e “Ventanas” che rappresentano certamente i vertici interpretativi del disco. Se “I ann selvadegh del Francu”, riscrittura di “Franks Wild Years”, trova in questa versione trova la sua resa definitiva impreziosita dall’armonica di Giorgio Peggiani, la successiva “Sciur Capitan” colpisce per l’intensità con la quale il cantautore comasco approccia il testo antimilitarista. Chiude il primo disco la canzone d’amore “La figlia del tenente” ma è solo un attimo perché ad aprire il secondo disco arriva la suggestiva versione di “Brèva e Tivàn” con la partecipazione del Coro Canterini di Lugano diretto da Alessandro Benazzo. Le belle rese de “La bàlada del Genesio” con sax e percussioni ad incorniciare il cantato di Van De Sfroos, “Al Paradiso dello scorpione” e “La Terza Onda” completano la selezione dedicata a “Tour De Nocc” e fanno da preludio a quella del “Van Tour”, tour estivo che ha visto Davide Van De Sfroos rileggere il suo songbook in una dimensione più folk con una formazione diversa in cui spiccano Simone Prina (basso) e Alessandro De Simoni (fisarmonica e piano). Ad aprire le danze è la trascinante versione in crescendo de “Lo sciamano” con violino e fisarmonica in evidenza, a cui seguono le brillanti rese di “Sugamara”, ritratto di uno dei surreali personaggi che popolano l’immaginario del cantautore laghèe, il folk-rock da ballo “Nona Lucia” e il successo sanremese “Yanez”. Non mancano due classici come “La Curiera” e “La Balera” ma le due sorprese arrivano sul finale con le imperdibili “Television” e “Grand Hotel” che completano un doppio disco gustoso da ascoltare fino in fondo per riscoprire le tante perle che caratterizzano il repertorio di Davide Van De Sfroos.
Salvatore Esposito