Premio Bianca d’Aponte XV Edizione, Teatro Cimarosa, Aversa, 25-26 Ottobre 2019

Sono stati giorni intensi, di scambio, amicizia, musica, sorrisi, quelli vissuti ad Aversa in occasione del Premio Bianca d’Aponte, giunto alla sua quindicesima edizione. E come ogni anno, il difficile è proprio raccontare l’atmosfera speciale, l’empatia che sa trasformare quello che, sulla carta, è “solo” un contest per cantautrici, in un momento di scambio professionale e artistico - ad alto contenuto umano - tra addetti ai lavori, giornalisti, critici musicali e partecipanti. Sembra scontato, banale, retorico, eppure è proprio così: un incanto che ogni anno si ripete e si perfeziona, si arricchisce di nuovo e di bellezza. La verità è che il contest è quasi un pretesto e che il patron del Festival Gaetano d’Aponte premierebbe tutte e dieci le concorrenti, se potesse. Ma non si può; e così anche quest’anno abbiamo una vincitrice: la talentuosa Cristiana Verardo, di Lecce, che ha presentato il brano “Non potevo saperlo”, racconto drammatico di una figlia che scopre di avere un padre mafioso. Il premio della critica – intitolato a Fausto Mesolella, già direttore artistico dell’evento aversano – è andato alla siciliana Lamine, con il suo “Penna Bic”; le sue particolari doti in scena le hanno permesso di vincere anche la menzione per la migliore interpretazione. 
Miglior testo è stato giudicato quello di “Ammazziamo questi padri”, presentato da un’altra siciliana: la palermitana Chiara Bruno; la miglior composizione è stata “Usignolo meccanico” dell’emiliana La Tarma. Gli altri Premi: ChiaraBlue con “DueAgostoMillenovecentottanta” si aggiudica la possibilità di una collaborazione con l’etichetta Suoni dall’Italia e il Premio “na Stella” per incidere una canzone nel Virus Studio, con la produzione del Direttore Artistico del d’Aponte Ferruccio Spinetti. XO La factory premia la barese Rebecca Fornelli, che potrà così produrre, registrare e promuovere un singolo; Rebecca si aggiudica anche una borsa di studio assegnata dall’Associazione Virginia Vita, grazie al brano “Quello che ci manca”; infine la vincitrice Verardo si è anche assicurata la realizzazione di un video live al Soundinside Basement Records e naturalmente, un tour di otto date grazie al premio del Nuovo Imaie. Insomma: una festa di riconoscimenti e gioie per questo luogo d’arte e di speranza, che cerca tenacemente di far conoscere e valorizzare la canzone d’autrice italiana, così rigogliosa negli ultimi anni, così piena di promesse e possibilità. Sono state serate davvero piene, intense, in alcuni momenti miracolose. Molti gli ospiti e i momenti di grande bellezza; ricordiamone qualcuno, partendo dalla fine, cioè dal momento in cui si è esibita la madrina di questa edizione: Tosca Donati ha presentato infatti il suo nuovo album, freschissimo di uscita, “Morabeza”, un lavoro di ricerca tra i suoni nel mondo, frutto anche del suo lungo tour in giro tra i continenti. 
Ha naturalmente anche interpretato un brano di Bianca d’Aponte, la cantautrice a cui è intitolato il Premio e che è sempre e sempre sarà il pensiero costante e vivo di chiunque partecipi alle giornate aversane con empatia; la versione di “Anima Scalza” di Tosca è stata davvero emozionante. Così come è stata coinvolgente per la platea del Teatro Cimarosa la performance di una bella rappresentanza di Adoriza, Collettivo nato all’interno dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, di cui proprio Tosca è coordinatrice. Si tratta di un progetto sulla musica popolare realizzato da Tosca e da Felice Liperi, che è divenuto prima spettacolo teatrale con la regia di Massimo Venturiello e la produzione artistica di Piero Fabrizi e poi un cd book edito da Squilibri. Un percorso straordinario che è culminato con la vittoria della Targa Tenco come miglior album a progetto. Un altro momento straordinario di queste due giorni ad Aversa è legato al set di altre due ex madrine del Premio: parliamo di Cristina Donà e Ginevra di Marco che hanno coinvolto la platea del venerdì; altri momenti di grande intensità sono stati quelli che hanno visto sul palco Mauro Palmas, prima da solo e poi con la magica Elena Ledda. Grande successo personale quello di Carlo Marrale e le sue storiche “Vacanze romane”, grande intensità anche nel set di Pilar – che ha presentato il suo “Luna in Ariete” - e grande emozione per 
Francesca Incudine, vincitrice della scorsa edizione, che ha aperto entrambe le serate e che ha anche cantato, in un trio tutto siciliano, con Pippo Kaballà e Tony Canto. Particolarmente vissuto dal pubblico è stato poi il set di Enzo Gragnaniello. Infine vogliamo ricordare Giuseppe Anastasi che ha cantato due brani (li ritroveremo nel suo prossimo album), uno dei quali, dedicato al figlio, insieme alla compagna Carlotta Scarlatto, che ancora una volta ha condotto le due serate con grazia, in coppia con Ottavio Nieddu, maestro di professionalità. È chiaro che in un simile resoconto non si può raccontare tutto il resto: gli abbracci con Gaetano, Giovanna e Genni, la simpatia di Emilia all’Hotel del Sole, le mozzarelle di bufala, il rincontrarsi con molti dopo un anno, la friggitoria dietro il teatro, l’incedere leggero di dieci giovani promesse della musica italiana, lo sguardo preoccupato e partecipe dei loro accompagnatori, la familiarità, i riti che scandiscono le ore, l’amicizia, la tenerezza, la qualità. Però speriamo che tutto questo vada avanti e venga salvaguardato sempre dai venti aggressivi di un mondo abbrutito che cerca di trascinare con sé ogni umana bellezza. 


Elisabetta Malantrucco

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