Tosca, Appunti Musicali Dal Mondo, Sere d’Estate al Castello di Santa Severa, Santa Marinella (Rm), 7 Settembre 2019

Il Castello di Santa Severa (Santa Marinella) sembra quasi appoggiarsi sul Mare Tirreno e lo fa con personalità: in una notte di settembre come quella di sabato è stato protagonista di più di un evento. Da una parte si premiavano grossi nomi dello spettacolo e della cultura, dall’altra si chiudeva - con gli “Appunti Musicali dal mondo” di Tosca Donati - il Festival “Sere d’Estate” (organizzato da LazioCrea e dalla Regione Lazio, in collaborazione con Mibac, Comune di Santa Marinella e Coopculture): l’eccellenza della voce per chiudere con entusiasmo la stagione. Una scelta felice e fortunata, che all’inizio abbiamo temuto venisse rovinata da un’improvvida festa di pensionamento che si teneva in uno stabilimento vicino, con tanto di animatore Dj che invocava il “su le mani”, mentre un Alan Sorrenti mixato alla carlona imperversava tra lo sgomento e gli sguardi del pubblico. C’era però una mezza Luna, che scendeva tra le poche nuvole, illuminandole, aiutando la lieve brezza settembrina a spazzare via i rumori molesti e permettendo alla potenza della voce e dei suoni di Tosca, Giovanna Famulari, Massimo De Lorenzi, Alessia e Fabia Salvucci, di avere la meglio. E con che grazia! E sì, la personalità del Castello di Santa Severa si è accompagnata con la grazia di questi “Appunti musicali” dal mondo e con la benedizione della Luna che, a quel punto, ha preferito non occupare la scena ed è sparita tra le luci ed il palco. Quello di sabato è stato uno spettacolo speciale: era l’ultimo di questo tour di Tosca durato cinque anni. 
Ricordiamo che tutto è cominciato col bellissimo album “Il Suono della voce” del 2014 e proseguito con il cd live, registrato all’Auditorium Parco della musica nel 2017 e di cui Blogfoolk si è già occupato. Una lunga strada percorsa: giunta a destinazione, l’interprete si prepara a nuove imprese artistiche e anche a dare il via al nuovo anno di studi dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, di cui è coordinatrice generale. E la cosa migliore da fare, in queste occasioni, è organizzare una bella festa, come quella che sabato sera è stata regalata al pubblico. Quanta bravura, quanto stile e allo stesso tempo quanta passione abbiamo incontrato; e quanto affiatamento, quanta voglia di allegria… non si è percepito nemmeno un momento di tensione, di distacco, di lontananza. È stata una serata elegante eppure coinvolgente: vitalità e grazia (ribadiamo ancora una volta la parola che affiorava alle labbra canzone dopo canzone) non vanno sempre d’accordo. Quando accade è un miracolo e ci si innamora. Di certo ci si innamora della voce, di questo lungo e felice “esercizio” della voce intorno alle note, al suono e alle lingue del mondo: dallo Zulu al Rumeno, dall’Yiddish al Napoletano, dal Romanesco al Portoghese, dal Francese al Capoverdiano... Quanto lavoro dietro ad un simile progetto, quanti colori… e come è importante la lingua, non solo per parlare e cantare, ma anche per sentire, sperare e sognare. E poi tutti lo sanno: si pensa come si parla, si ama come si canta. Impossibile trasformarsi in notai dopo una serata come questa e se qualche passaggio mancherà all’appello in questo racconto, non è per negligenza ma per partecipazione. Non dimentichiamo però di accennare ad alcuni momenti davvero essenziali, come la magia di quel “Marzo” napoletano che
diventa un “Mars” francese, la forza trascinante del “Secondo Coro delle lavandaie” della “Gatta Cenerentola”, la bellezza senza altre sfumature della “Via Etnea” di Germano Mazzocchetti, la delicatezza senza fine di “Nina Nina se voce dorme” (quella “Nina si voi dormite” che non si smette mai di amare, anche nella bella versione portoghese di Guinga), e ancora l’energia del lucano “Cubba Cubba”, la classe de “Il suono della voce” di Ivano Fossati, il gioco del “Miao” di Rossini… e di gioco dobbiamo parlare nel senso più alto da dare al termine, se pensiamo a tutta la squadra sul palco, alla forza delle percussioni delle sorelle Alessia e Fabia Salvucci, alla maestria di Massimo De Lorenzi con la sua chitarra, alla bravura di Giovanna Famulari al pianoforte e violoncello – Famulari è talmente autorevole che è difficile anche spiegarne il ruolo fondamentale in questo concerto… - e infine le voci: quella della stessa violoncellista, quella della bravissima Fabia Salvucci per la quale immaginiamo un futuro radioso e infine quella superba di Tosca, che con dolcezza e forza ci ha permesso di chiudere l’estate col sorriso. Andando via, seguendo il percorso sulla spiaggia, la Luna è ricomparsa: rossa, maestosa, appoggiata sul mare anche lei, come il Castello di Santa Severa che, sorpreso, la stava a guardare. 


Elisabetta Malantrucco
Foto e video di Elisabetta Malantrucco

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