Ariano Folkfestival, Ariano Irpino (Av), dal 14 al 18 agosto 2019

Gaye Su Akyol
Ariano Folkfestival: un appuntamento giunto alla ventiquattresima edizione con un interessante cartellone ricco di proposte internazionali, mai banali o commerciali, che negli anni è diventato irrinunciabile. Il programma di qualità proposto ha come riferimento la musica world, reggae, gipsy, ska, elettronica: il divertimento e il coinvolgimento in una full immersion di cinque giorni sono assicurati, oltre che dagli eventi sul palco principale, anche dai numerosi eventi collaterali che invadono il centro irpino situato sulle dolci colline nell’area del Tricolle, ai confini con la Puglia. Cinema, incontri ravvicinati con i musicisti, corso di cianotipia, laboratorio teatrale, lezioni di yoga, oltre ai concerti pomeridiani in una nuova location, il Castle Stage all’ingresso della fresca Villa Comunale, sono state le attività alle quali era possibile partecipare. Per i nottambuli, tutte le serate si sono poi concluse a notte fonda, con l’intervento di dj di spicco in conclusione dei concerti. Per celebrare le passate edizioni e dare risalto all’attività dei fotografi che hanno documentato il festival, è stato anche organizzato un percorso visivo per il centro storico alla riscoperta dei momenti più belli 
Dahlìa
dell’Ariano Folkfestival: le vetrine delle attività commerciali e i locali del centro storico di Ariano Irpino sono diventate i luoghi di “500 m in AFF” ospitando gli scatti dei fotografi. Gli artisti di questa edizione - che con il numero ventiquattro risulta essere una delle rassegne di taglio internazionale più longeve in Italia -, sono arrivati dall’Algeria, dalla Galizia e dalla Catalogna, dal Brasile, dalla Turchia, dall’Argentina, dalla Francia. Ma veniamo al dunque, entrando nel cuore del cartellone, con i concerti che si sono susseguiti sul Main Stage. Apertura il 14 agosto con i Dahlìa, unico gruppo italiano selezionato, trio che ha portato la sua proposta raffinata, di musica d’autore contaminata dall’elettronica e impreziosita dall’uso di strumenti musicali “particolari” come handpan, ghironda, nyckelharpa. Al loro primo CD, “Hybrid essence”, è toccato a loro introdurre il festival, con la voce sicura ed elegante di Arianna Colantoni ben sostenuta dalle sonorità ibride di Giordano Treglia e dalla ritmica di Mario Ferro. Subito dopo si è esibito uno degli highlights di questa edizione: gli algerini Sofiane Saidi & Mazalda che hanno proposto un incalzante, travolgente set a base 
Sofiane Saidi & Mazalda
di musica raï in cui si sono alternati momenti tradizionali con la musica suonata dai beduini ad altri più “occidentali”. Eccellenti tutti i musicisti del sestetto dei Mazalda, in cui spiccava, tra l’altro, una sezione di batteria e percussioni degna di rilievo, che non solo hanno egregiamente supportato il cantante ma hanno ottimamente modulato l’energia del set tra momenti più delicati ed altri trascinanti. Fascinazione dei ritmi e delle melodie arabeggianti, della danza, energia, vocalità calda e modulata sono stati i punti di forza di questa notevole esibizione. Hanno concluso la serata sul palco i quattro musicisti del gruppo Aälma Diili, violini, chitarra e contrabbasso, dalle banlieue parigine la loro proposta spruzzata di musica balcanica. La serata di Ferragosto è stata aperta dalla formazione occitana a sei San Salvador, tre donne e tre uomini che, per solo voce e tamburi, hanno presentato brani originali a cavallo fra tradizioni delle valli francesi e creazione originale. Il concerto, un concentrato di energia bellicosa tra voci e ritmi, ha coinvolto la folla presente. A seguire, una delle nuove proposte della musica turca: da Istanbul Gaye Su Akyol che ha presentato la sua originale musica caratterizzata dalla commistione tra melodie anatoliche e musica occidentale, ricca di riferimenti come 
Mercedes Peon
la psichedelia, il pop, lo spaghetti-western. I suoi testi sono critici verso la sua terra ed il regime che la governa. Di notevole presenza scenica, avvolta in un mantello iridescente, su un paio di stivaloni alti ed argentei, accompagnata da una band di tutto rispetto, la sua esibizione è stata molto seducente e avvincente. Nella terza serata l’apertura è stata affidata ad una delle più importanti musiciste folk della Galizia: Mercedes Peón, polistrumentista (tastiere, elettronica, basso elettrico, percussioni, gaita, clarinetto) dalla voce straordinaria che, insieme alle sue due compagne di viaggio, è esplosa in un concerto di enorme potenza, una proposta sperimentale che, esplorando nuove sonorità, sposta i confini espressivi della musica. A concludere il programma della prima parte della serata, è stata la band andalusa Eskorzo, leggendaria band granadina che ha gettato le basi del movimento Mestizo, fondendo stili diversi come musica latina, rock, ska, funk e ritmi africani. Tra le proposte collaterali non poteva certamente mancare la valorizzazione delle produzioni enogastronomiche con degustazioni di birre artigianali in abbinamento a presidi Slow Food e specialità del territorio preparate dai ristoranti all’interno
Luciano Castelluccia in Metano's
dell’area del festival, a partire dai prelibati fusilli irpini. Ad alimentare questo tema, la sera del 16 agosto nello spazio dell’ex Corazone, si è tenuto lo sfizioso Metano’s, ode al caciocavallo podolico assurto a simbolo del riscatto del sud d’italia. Collocato in un dj set ideato da Luciano Castelluccia (art director del Carpino Folk Festival) che, su una selezione di brani della musica popolare pugliese - quella di Matteo Salvatore per intenderci-, ha celebrato in un rito “laico” dal sapore religioso l’acquasala, preparata al momento con pane sponzato, cipolle, pomodori, origano, e il mitico caciocavallo, caposaldi gastronomici dell’Italia meridionale, offerti ai presenti. Nella serata di sabato 17-a cui non abbiamo presenziato-, invece, dopo i Rumbaristas che hanno proposto un mix di suoni latino-americani e influenze balcaniche, spazio al reggae, alle sonorità elettroniche e all’hip hop con L’Entourloop da Saint Etienne, fondato nel 2011 da due beatmaker e dj francesi, Sir James e King Johnny, in attività dal 1964 che, appassionati della cultura del vinile e delle citazioni del cinema d’altri tempi, hanno proposto una raffinata fusione tra reggae e hip-hop. 
Il Carnevale
Domenica, invece, ad Ariano Irpino, a partire dalle ore 15, sul palco per l’occasione ribattezzato Sun Stage, si è svolto un insolito Carnevale di cui si sono resi protagonisti Marcel et son orchestre, energica band rock dagli accenti punk e ska che mescola canzoni di protesta e politiche con testi festosi. In scena con costumi ispirati al Carnevale di Dunkerque, i Marcel et son orchestre hanno infiammato la platea con il loro sound che ha spaziato dal pop all’energia del rock per scatenarsi nei ritmi vivaci dello ska o in quelli più cupi del punk. Il pubblico, mascherato, travestito, ha partecipato divertito a questa travolgente corrente di allegria. A seguire i Supersan, progetto dei dj greci Panama Cardoon e Mister Kentro. Il duo ha iniziato a lavorare insieme con l’idea di unire lo spirito tropicale, lo stile caraibico e quello giamaicano, il tutto mescolato a ritmi elettronici contemporanei. Infine i Muyayo Rif, nati nella periferia di Barcellona, ispirandosi ai ritmi urbani di punk, ska, reggae, musica latina e rock, anche grazie al contributo di Dj Gambeat (La Ventura, Radio Bemba, Mano Negra); negli anni, la band ha reso il proprio stile più autentico e sofisticato. Nelle loro performance predominano lo spirito tipicamente spagnolo della fiesta, nonché la critica sociale. Infine, grande soddisfazione per la riuscita del festival è stata espressa da parte degli organizzatori e del direttore artistico Fodarella, con un numero di presenze che avrebbe superato i ventimila. Tra i punti di forza di questa edizione certamente l’indubbia qualità della proposta musicale, frutto di scelte accurate, di sicuro anche lo spirito festoso di apertura, l’atteggiamento di accoglienza e di inclusione e, non ultimo, il forte coinvolgimento delle persone e delle associazioni del posto. 


Carla Visca 
Foto e video di Carla Visca

Posta un commento

Nuova Vecchia