Tony Conrad – Ten Years Alive On The Infinite Plain (Superior Viaduct, 2017)

“Superior Viaduct” solletica nuovamente i ricettivi padiglioni di Blogfoolk con “Ten Years Alive On The Infinite Plain”, storico documento di una performance registrata l’11 marzo 1972 presso il leggendario Kitchen, spazio multidisciplinare tuttora attivo e attualmente situato al 512 di West 19th Street a Manhattan (N.Y.). Fondato nel 1971 da Steina e Woody Vasulka, nacque inizialmente come centro per la presentazione di video-arte aprendosi poi ad accogliere differenti forme e modalità espressive. A partire dal 1974, il Kitchen si spostò dal Greenwich Village a Soho, presso un edificio sull’angolo tra Wooster e Broome Streets per poi essere rilocato, nel 1987, presso la sede attuale. Il Kitchen fu (e rimane) una vera e propria fucina per la sperimentazioni più audaci e interessanti della cultura del XX secolo, da qui passarono praticamente tutti: da Reich a Glass, da Meredith Monk ad Arthur Russell, dai Talking Heads sino ai Future Sounds Of London. Questa performance di Tony Conrad, documenta perfettamente gli albori di una lunga e appassionante storia. Accompagnato da Laurie Spiegel (qualcuno forse ricorderà lo splendido “The Expanding Universe”) e Rhys Chatham, l’allora direttore artistico del locale, “Ten Years Alive On The Infinite Plain” risente naturalmente dell’influenza di La Monte Young con cui Tony militò nei Theatre Of Eternal Music (aka “The Dream Syndicate) insieme a: John Cale, Angus MacLise, Terry Jennings, Jon Hassell e molti altri, traducendo in suono l’essenza di quella “Dream Music” come il gruppo amava chiamarla. Un lungo e infinito drone di violino intervallato dalle costanti pulsazioni di basso affidate alla Spiegel e il pizzicato di Chatham qui alle prese con un’asta monocorde in legno lunga sei piedi, appositamente costruita da Conrad, ci restituiscono intatta la sua poetica, in una delle espressioni più pure e incontaminate. Il Minimalismo ai suoi albori, i primi esperimenti multimediali, confluiscono organicamente in questo progetto curato ed editato da Jim O’Rourke in persona, che nasce come sintesi tra musica e immagine, presentandoci una voce unica e coraggiosa. Artista, musicista, filmmaker e intellettuale, nel 1965 Tony Conrad suggerì ( forse inconsapevolmente) anche il nome a una nascente e al tempo sconosciuta band di New York. Mentre si trovavano nel suo appartamento a Ludlow Street, John Cale e Lou Reed, trovarono un curioso libricino “per adulti” intitolato semplicemente “The Velvet Underground”, nome piuttosto curioso per un gruppo che molti anni dopo avrebbe influenzato irrimediabilmente il corso della musica, ma questa è un’altra storia... “Ten Years Alive On The Infinite Plain” sposta sensibilmente le lancette in avanti, restituendoci su doppio cd o doppio vinile (a voi la scelta), la tumultuosa creatività della New York d’inizio anni settanta, in cerca di modalità espressive personali, in un momento in cui tutto era (o sembrava) possibile, a noi non rimane altro che lasciarci catturare. 


Marco Calloni

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