Elida Almeida – Djunta Kudjer (Lusafrica, 2017)/Ceuzany – Ilha d’melodia (Lusafrica, 2016)/Artisti Vari – Mornas de Cabo Verde (Lusafrica, 2016)

Contiene sette brani il nuovo EP del talento capoverdiano Elida Almeida. “Djunta Kudjer” è la seconda prova della giovane artista, pubblicata a due anni di distanza dal debutto rivelazione “Ora Doci Ora Margos” (ne abbiamo parlato qui) e prodromo di un disco di lunga durata annunciato per l’estate. La cantante-autrice dell’isola di Santiago apre le danze con la forte impronta ritmica di “Bersu d’Oru” (il brano è riproposto nel finale a tempo di tabanka, un ritmo che – rimarca Elida – merita di essere riscoperto). Dopo un pezzo ‘mosso’ si approda alla ‘ballata’ “Forti Dor”, dove i sapienti arrangiamenti di Hernani Almeida, già protagonista del mood del lavoro di debutto, si prendono il dovuto spazio. Se “Era mintira” si muove a tempo di batuque, “Discriminason”, firmato da Jorge Tavares Silva, è un funana di tutto rispetto. Ritroviamo “Di Mi Ku Bo”, tema dal sapore cubano che è stato uno dei vertici dell’esordio; a seguire c’è l’accattivante inedito “Txika”, composto da Carlos Manuel Moreira Dos Reis (meglio conosciuto come Manu Reis, giovane autore di Santiago) e noto al pubblico locale in una versione più lenta. 
Del brano, che contiene tratti autobiografici per la cantante, è stato realizzato anche un video. Elida (“Labanta Bu Bai”, “Mai di Migrason”, “Tolobaska”) e Hernani Almeida (“Kem Bô È”) firmano quattro brani del secondo disco di Ceuzany, intitolato “Ilha d’melodia”. L’artista, nata in Senegal da genitori capoverdiani, è cresciuta fin dalla tenera età nell’isola di Mindelo, dove la famiglia si è trasferita nel 2008. Dopo l’esperienza di vocalist con l’influente gruppo Cordas do Sol, Ceuzany si mette in solo, ribandendo le sue notevoli doti vocali (l’esordio solista è “Nha Vida” del 2012). “Ilha d’melodia” è un disco elettro-acustico di impronta melodica, dal tratto gentile e fruibile per le venature pop e il gusto solare. C’è un’incursione rap con l’intervento di Kiddy Bonz in “Cabo Verde Lá Fora”, ci sono un po’ di classici isolani: la morna “Mindel D’Novas” (di Ary Duarte) e la fluttuante “Dança Ma Mi Criola” (di Toy Vieira). Invece, “Fera na Sukupira” di  Romeu di Lurdes ricostruisce l’atmosfera vivace dei mercati locali. “Nha Dona” di Nely da Cruz, bassista di Elida Almeida, scava nella memoria di famiglia, rievocando la lotta delle donne capoverdiane del passato, tra sofferenze, sfruttamento, povertà e carattere indomito nel crescere i figli, spesso da sole. 
Se poi volete stare al sicuro nel cuore sonoro di Capo Verde non potete fare a meno di “Mornas de Cabo Verde”, florilegio in sedici brani della morna, il canto isolano che condensa in sé la sedimentazione di itinerari plurimi, passaggi, andate e ritorno, di ritmi e di genti lungo la rotta atlantica tra. Si parte con un classico di Ildo Lobo (1953-2004), si prosegue con Lura (“Eclipse”), Albertino (“Salva Nha Criola”), la diva Cesaria (“Miss Perfumado”) e via discorrendo con Ceuzany (“Mindel D’Novas”), Elida Almeida (“Mar Sagrado”), Kompass (“Dona Dess Nha Sina”), Bau (“Nha Morgadihna”), Teofilo Chantre (“Alma Morna”), Jenifer Solidade (“Oriundina”), Nancy Vieira (“Brasil”), ZèLuis (“Partida E Um Dor”), Alma da Morna (“Querida”), Fantcha (“Sol Ja Camba”), Maria Alice (“D’Zemcontre”) e il duetto immenso tra Teofilo e Cesaria Evora (“Mae Pa Fidje”): settantaquattro minuti che non mancheranno di allietare i palati adusi alla musica dell’arcipelago della Macaronesia. 


Ciro De Rosa

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