Mayra Andrade, Firenze, Fabbrica Europa Festival, 12 maggio 2017

Nella suggestiva cornice della stazione Leopolda di Firenze si è svolta la prima parte della XXIV edizione di Fabbrica Europa, festival della scena contemporanea. Tra le proposte musicali di spicco Mayra Andrade, cantante di origine capoverdiana che vive Parigi e Lisbona, ha presentato il suo ultimo album “Lovely Diffcult”. Se qualcuno tra il pubblico, come la sottoscritta, si aspettava di essere trasportato verso le assolate spiagge di Capo Verde attraverso le ritmiche della morna e della coladeira, gli stili più rappresentativi delle isole resi immortali dal talento unico di Cesaria Evora, è rimasto invece sorpreso. Lo spettacolo che offre Mayra Andrade è ben diverso e molto vario, tant’è che lei stessa definisce il suo stile un “tropical-travelling pop”. Nel suo ultimo disco solista “Lovely Diffcult” si riflette infatti un caleidoscopio di stili, dove escursioni pop e inflessioni jazz e swing sono intervallati da caratteri malinconici ed eclettici vicini alla samba. 
Variegate e molteplici sono anche le lingue in cui canta: creolo, francese, portoghese e inglese, ovvero gli idiomi dei luoghi attraversati nella sua giovane vita. Sul palco Mayra Andrade ha sfoggiato una voce calda e gentile, una grande sicurezza ed eleganza nei movimenti con un altrettanto spiccato sense of humour e grande capacità di coinvolgere il pubblico. I brani più rappresentativi del suo disco si dispiegano in una interessante e ritmicamente cadenzata “Ténpu Ki bai”, ad un'appassionata “We used to call it love” dalle atmosfere swing- pop. Bella l’interpretazione di “Rosa” toccante riferimento al tema della solitudine, cantata in creolo e che ha visto durante l’esecuzione una grande partecipazione degli spettatori. Non poteva mancare, infine, un omaggio alla sua isola, la splendida “Ilha de Santiago” caratterizzata dai ritmi in levare della funanà e del batuque. I musicisti che accompagnano Mayra Andrade sono molto competenti, buona la sezione ritmica, 
la chitarra e le tastiere precise ed in piena sinergia hanno contribuito a far trasparire una grande professionalità degli esecutori. La cantante durante l’esibizione ha citato più volte il celebre musicista Caetano Veloso in riferimento alla sua carriera di interprete. “In Lovely difficult troviamo lo stesso senso di avventura riscontrabile nel lavoro di Veloso” afferma Mayra Andrade, e dopo aggiunge “perché non permettere la crescita, il cambiamento e il movimento? Perché non lasciare il pubblico abituarsi ad aspettare l’inaspettato?”. Nel suo ultimo album ha dunque voluto mettere in gioco se stessa, riflettendo la sua crescita personale e artistica in un lavoro profondamente diverso dai precedenti e che lei stessa ha definito: totalmente lovely e onestamente difficult. 

Layla Dari

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