George Telek, David Bridie & musicians of the Gunantuna – Songs from a Bit na Ta (Wantok Music, 2016)

Nato per accompagnare il progetto commissionato per la mostra “No 1 Neighbour: Art in Papua Nuova Guinea 1966-2016” presso la Galleria d'Arte Moderna del Queensland a Brisbane, in Australia, “a Bit Na Ta” raccoglie i canti e i suoni delle comunità Tolai in Papua Nuova Guinea. Per la realizzazione della parte sonora del progetto artistico, è stato coinvolto George Telek, musicista che nel suo lungo lavoro ha solcato molti stili interpretando lo spirito fiero del popolo Tolai. George Mamua Telek o Telek, come è conosciuto in Papua Nuova Guinea, proviene dal villaggio di Raluana, nei pressi di Rabaul sull’isola della Nuova Britannia, dove vive ancora oggi con la moglie Bridget e i loro sette figli, a dispetto della distruzione seminata dal vulcano nel 1994. Unendo groove moderni con ritmi melanesiani, la sua musica si arricchisce di armonie dell'isola e di suoni intessuti d’ambiente. Le canzoni di Telek propongono brani del repertorio “midal” (il fascino magico per conquistare le donne, ottenuto utilizzando foglie dipinte) e “malira” (stregoneria). Canta sia nel linguaggio Tolai di Kuanuan che in creolo (chiamato tok pigin), Telek ha anche approfondito la musica stringband: una ricca miscela sonora di chitarre e ukulele alla base di intrecci vocali in uno stile unico gospel-country-folk tipico di tutta l’area del Pacifico. Iniziò ad esibirsi come cantante alla fine degli anni Settanta con varie band tra cui Moab String Band e The Jolly Roger String Band, prima di entrare nella rock band The Devils Kagan. Tornato a Rabaul, Telek si è unito alla Revival Band dove iniziò a scrivere le sue canzoni, ma la svolta venne con i Painim, la più grande rock band di Papua Nuova Guinea degli anni '80, che ha pubblicato otto album battendo tutti i record di vendita. L’uscita internazionale di “Tabaran”, realizzata insieme al musicista e produttore australiano David Bridie, con il quale Telek ha sviluppato un intenso e lungo rapporto artistico, lo ha reso noto in tutta l’area dell’Australasia ed ha fatto decollare la sua carriera internazionale come solista; arrivarono poi i tre album: “Telek”, “Serious Tam” (con la Real World di Peter Gabriel) e “Amette” che ha vinto diversi premi ed ottenuto recensioni entusiastiche in tutto il mondo. Il successivo tour per promuovere l'album ha visto Telek suonare nel Globe Theatre di Shakespeare, al Womad di Reading, Seattle e Hannover. Per “a Bit na Ta” George Telek e David Bridie hanno lavorato insieme coinvolgendo gli amici e le famiglie, invitando Gideon Kakabin, conoscitore della storia Tolai ed artista, ed altri musicisti affermati e astri nascenti della musica melanesiana, tra cui Anslom, Gilnata e le stringbands Amidal, Pius Wasi, e John Phillips dei Not Drownin, Waving. Sembrano centrali nella comunità Tolai la capacità di resistere ad eventi drammatici come l’occupazione di potenze coloniali (la Germania, il Giappone, l’Australia), la guerra, le violentissime eruzioni vulcaniche e le lotte per l'indipendenza. Il dukduk, l’iconico uccello che rappresenta la società Tubuan, segreta e complessa, continua a svolgere un ruolo significativo nella vita spirituale e di tutti i giorni dei Tolai; le sue disposizioni disciplinano i rapporti con la terra, le risorse e le persone, sia morte che vive. La musica è essenziale per la vita e le cerimonie Tolai e la storia di “a Bit Na Ta” è presentata anche attraverso nuove registrazioni di canzoni cerimoniali, String band, cori della chiesa Lotu. Tra i brani delle comunità Tolai si trova “Torurua Tapialai”, registrazione di un canto che viene eseguito quando gli uomini escono dall’iniziazione lunga otto giorni che ha luogo nel bush, durante la fase in cui si apprende la conoscenza della società tubuan. Questa canzone è accompagnata da danze: dopo ogni passo è espresso all'unisono un suono gutturale profondo. “Black Lotu” è costituito da un amalgama di registrazioni sul campo tra cui un vecchio tamburo a frizione (launut), predicatori e cori della congregazione Lotu. Invece, “Lily Ram Kavavar” è una canzone di Telek sullo spirito dell’oceano, l’origine della vita, su a Bit na Ta, la baia interna alla città di Rabaul, composta appositamente per l’installazione artistica, una canzone del sogno. In “Iau Nunuk” un uomo guarda l’oceano nel punto in cui le montagne e le nuvole si fondono con l’acqua, dove il popolo Gunantuna prese origine. Ancora, troviamo “Gadin Kaikai”, con linee di basso e chitarre trascinanti ed il suono caratteristico della Moab Stringband: è una canzone scritta per invitare le persone a nutrirsi di cibo proveniente dal proprio villaggio per crescere forti e continuare con una vita sana. Il cantautore ha anche composto “Boro” ispirandosi alla tradizione Apinpidik, in omaggio ad usanze ancestrali. Non mancano pezzi che affrontano le vicende storiche di quell’area del globo così remota: “Abot Ai Bitapaka” sul primo impegno militare per l'Australia e la perdita di vite umane che colpì Bitapaka, vicino Rabaul, nel Settembre 1914. "Sei australiani e un soldato tedesco morirono. Tuttavia, la grande tragedia è che non conosciamo l'identità dei trenta soldati della Nuova Guinea morti a Bitapaka. Quindi non sappiamo dove sono stati sepolti e non abbiamo mai costruito un monumento alla loro memoria. Nel 2014, dopo 100 anni di silenzio assordante, abbiamo tenuto una piccola cerimonia per ricordarli” scrive Gideon Kakabin. In un altro brano si rievoca la storia di Jack Emmanuel, Commissario distrettuale di Rabaul assassinato nell'agosto 1971, unico omicidio nella storia politica australiana. Daniel Gire in “Tawalonglong” racconta dell’intervento della polizia per fermare il consumo di bevande alcooliche, attività illegale fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. A “Gap Na Kete” è una canzone mistica in cui vengono utilizzate immagini metaforiche, è una canzone per svegliare gli spiriti cantata da Anslom, cantante reggae melanesiano molto popolare, che mostra l'arte dell'inganno delle cerimonie Tubuan. In “Akuka” è stata utilizzata una registrazione di cori del 1976 su cui sono state sovrapposte piste sonore con strumentazione addizionale. “Tokaminiel” è una canzone da una cerimonia Matamatam, per onorare i morti. In “Day Karai Bilong Brother Glen” i cori Lotu provengono da Matupit, il luogo in cui il missionario metodista George Brown fece base, l’isola più vicina al Tavurvur, il pericoloso vulcano che ha distrutto Rabaul. L’ottantenne Besil Sammy canta “Oaga Na Pipi”, una vecchia canzone che racconta di uno spirito donna che guida la canoa nel kinavai. Lei si trova in posizione verticale sotto la canoa, a cavallo, cullando la canoa con il suo corpo e guidandola verso la riva. “Wali”, l’ultimo brano del CD, è ancora un brano di Telek, che descrive un uomo che si siede nella boscaglia con animo triste. Tutti gli uomini e le donne del villaggio lo guardano e dicono che quell’uomo non ha terra, giardino, casa, e vanno in suo aiuto. L'uomo canta il suo ringraziamento dal profondo del cuore. Nei ventisei brani di questa raccolta viene presentato uno spaccato molto ampio della vita, della storia e della musica Tolai, in un interessante viaggio tra suggestioni sonore ed atmosfere diverse, a tratti cristalline, a tratti rarefatte, che ci avvicina al mondo “Down under” così lontano dal nostro. “a Bit na Ta” è un lavoro che può anche sorprendere l’ascoltatore, lo invita al viaggio nelle terre lontane e poco note di quell’area del Pacifico e delle popolazioni che lo abitano e traccia le linee del suo affascinante patrimonio musicale. 


Carla Visca 

Posta un commento

Nuova Vecchia