Baluji Shrivastav featuring The InnerVision Orchestra – Best of Baluji Shrivastav (ARC Music , 2017)

Dhanonday Shrivastav, conosciuto come Baluji Shrivastav è un eccellente compositore e strumentista indiano, suonatore di sitar, surbahar (sorta di sitar basso), dilruba (un violino), pakhavaj (tamburo bipelle) e tabla, insignito dell’onorificenza britannica OBE (Order of the British Empire). Nativo dell’Uttar Pradesh (1959) ha perso la vista a causa di un incidente subìto da bambino. Le avversità non gli hanno impedito di coltivare il suo talento, pur se il suo training non ha seguito il tradizionale apprendistato musicale presso un guru. Diversamente, Baluji ha acquisito la padronanza strumentale soprattutto da autodidatta. Ad ogni modo, Shrivastar è diventato un artista di rango, e da persona sensibile verso la disabilità, ha fondato a Londra la Baluji Music Foundation per sostenere i disabili che vogliono fare musica, dirige la Inner Vision Orchestra, formata da non vedenti e ipovedenti ed è coinvolto nella British Paraorchestra. È anche leader dell’ensemble Jazz Orient e ha suonato con molte stelle del pop. L’antologia della Arc Music presenta quattordici brani ad ampio raggio compositivo. L’arte classica indiana mantiene un posto di riguardo (“Raga Dhani” e “Raag Shobhavari”), si fanno notare anche i brani di estrazione popolare come “Folk Melody based on raga Des” o la conclusiva “Dhun Bhairvi”, costruita in multi-traccia in modo da far suonare insieme sitar, surbahar e dilruba. Il canto afghano “Chasham-e-Siah Dari”, con la Inner Vision Orchestra, non sfigura così come l’andamento bluesy di “Journey to Senda”, le influenze arabe di Diggy Diggy Diggy ya Rababa” e la celebrazione della dea haitiana dell’amore nella “Dance of Erzulie”. Altrove, ci sono inusitate cadenze latine di “Fruit”, composta dalla moglie Linda Shanovitch e le eccessive morbidezze di “The Way I Feel.”, composta dalla figlia Leela. Invece, il trittico “Discovering London & Friendship,” “Walking Through The Streets” e “Mixing with the Crowd and Spirit of Joy” si muove tra classicismo occidentale e atmosfere cinematiche. Insomma, una personalità senz’altro da conoscere o approfondire, iniziando da questa raccolta che copre tre decadi di attività artistica.


Ciro De Rosa

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