Melodic Intersect è un ensemble in grado di porre in comunicazione forme e stili musicali tra i più variegati e apparentemente contrastanti con una naturalezza sorprendente. Dopo alcune prove precedenti, questo “Looking Back” consolida e afferma ancor meglio una prospettiva musicale certamente non priva di suggestione e gusto. La musica indiana così come i netti umori folk e world guidati dalla tabla di Enayet Hossin, il sitar di Hidayat Khan e il violino di Indradeep Ghosh, rimangono certamente il cuore pulsante del progetto, seppur aperti ad accogliere sfumature e fraseggi jazz, come dimostrano i passaggi di piano elettrico e sax di Greg Hatza e Fred Koch che punteggiano l’opening “Mirage”o l’ottima “Midnight Stroll” seguendo una traiettoria ciclica che ha la sua naturale conclusione con “Keys To Desire” guidata da un’ottima performance pianistica. Proprio tale ciclicità è inoltre una peculiarità di molte delle culture musicali care ai Melodic Intersect.
La curiosa ibridazione attuata dal gruppo, avviene però con sorprendente continuità evitando qualsiasi forzatura, dando origine a un album omogeneo e coerente che propone una musica molto dinamica, ricca di colore che deve la sua efficacia, in parte e anche, grazie alle curiose dinamiche interne all’ensemble che ospita musicisti di paesi, esperienze ed età differenti spaziando dai trent’anni ai settanta. Proprio questa eterogeneità, risulta uno dei punti di forza di tutto il progetto, come anche la condivisa opinione di musica come linguaggio universale in grado di travalicare ogni barriera politico/sociale e naturalmente stilistica, sorta di leitmotiv/fil rouge che permette di comprendere a fondo il loro operato, un perfetto e riuscito esempio di democrazia musicale.
Marco Calloni
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Suoni Jazz