Fiesta des Suds, Dock des Suds, Marsiglia, 19-22 Ottobre 2016

Fiesta des Suds è uno degli eventi di punta della ricchissima proposta musicale marsigliese, ma è anche di più: è una vera e propria odissea festiva che in qualche modo sancisce la fine dell’estate per accogliere il mite autunno provenzale. E quest’anno, poi, l’occasione è stata davvero speciale: 25 edizioni, a partire dal 1992, di musiche globali per un pubblico variegato e sensibile alla pluralità dei generi musicali. In un quarto di secolo di storia questo festival ha visto le proprie scene calpestate da icone della musica come Patti Smith, Cesària Evora, Paco de Lucía, Alain Bashung, ma anche dalla locale hip hop band IAM, i Massilia Sound System, Zebda, il gruppo rock originario di Tolosa, Chinese Man, il collettivo di dj francesi hip hop formatosi a Marsiglia nel 2004, fino a un totale di circa 6000 artisti provenienti da ogni angolo del globo. Anche quest’anno, rendez-vous, come tradizione vuole, a Dock des Suds (stessa location del più world BabelMedMusic che invece si tiene agli inizi della primavera), dal 19 al 22 ottobre per una quattro giorni di suoni rock, pop, raggae, beat, disco, dal dichiarato accento francese, distribuiti tra la Salle des Sucres, le Cabaret des Sud e un immenso palco allestito all’esterno. C’è stato spazio per artisti della grande scena che hanno contrassegnato un’epoca con il loro carisma: lo chansonnier francese dai toni rock Hubert-Felix Thiefaine, con alle spalle più di quarant’anni di carriera, ha inaugurato la sera del 20 il grande palco esterno davanti a una platea gremita esibendo un lirismo malinconico e un rock sound d’altri tempi; 
e poi Louise Attaque, la rock band francese di punta della fine degli anni 1990 che torna in scena a Fiesta dopo undici anni di assenza; e, infine, Cassius, l’afro-disco-funk duo che ha fatto la storia della French touch degli anni 1990, a Fiesta per presentare Ibifonia, ultimo album che evoca l’edonismo e la gioia di vivere all’ordine del giorno a Ibiza quanto sulla costa Californiana. Ed è innegabile l’aria un po’ retro che si è respirata a Dock, un omaggio latente a certe sonorità punk, un recupero malinconico di soli di chitarre distorte, ma soprattutto un gusto rinnovato per i synt anni novanta, a volte nostalgico, a volte efficacemente vivificato. Ma la fiesta non è fiesta senza i concerti esplosivi che scatenano le danze facendo agitare le braccia e le gambe e sudare sino allo sfinimento. E quindi non sono mancati i ritmi trascinanti dei Delux, la band originaria di Aix che propone un funky groove urbano di fronte al quale è impossibile restare immobili. I Dub Inc. sono i più ferventi esploratori del french reggae meticcio, gli ambasciatori del ragga-dub made in France, capaci di tenere banco sui più grandi palcoscenici e di intrattenere platee pronte a lasciarsi trascinare. Non è stata impresa facile aggirarsi e farsi spazio tra il pubblico che saltava al ritmo incalzante dei bassi, accompagnava il flusso dei due coinvolgenti MC’s cantando tutti i testi dal primo all’ultimo. 
Testimonianza, se ce ne fosse ancora bisogno, del fatto che il pubblico provenzale gioca un ruolo fondamentale nel mantenere particolarmente attiva e vitale la scena musicale locale: la segue, la supporta e la vive attivamente integrandosi allo show in modo partecipato. La sete di danze notturne si completa con quella che è ormai una tradizione a Fiesta: chiudere le serate con le dance-floors guidate da DJ emergenti quanto navigati. E poi, particolarmente attesi sono sempre i set dove la tradizione si reinventa confrontandosi col gusto contemporaneo, per non tradire la vocazione world di questa città portuale. Ed ecco sul menu La Yegros, regina argentina della nueva cumbia che emerge dall’underground porteno, portata in auge dalla casa discografica argentina ZZK Records, che ha diffuso la nueva cumbia nel mondo intero. La Yegros ha fuso questo genere e il folk argentino dello chamamé con l’elettronica, ha fatto suonare strumenti tradizionali con suoni digitali tenendo il tutto insieme con una voce carismatica. Per i suoni dai territori d’oltremare, si potevano ascoltare le creazioni reunionesi di Skip&Die vs Lindigo e il garage-rock malgascio di The Dizzy Brains, giovanissimi musicisti originari di Antananarivo: melodie ipnotiche dell’Oceano Indiano le loro, un atteggiamento un po’ costruito in scena, bravi, ma non completamente convincenti. 
Il sound provenzale risuona nel blues occitano di Moussou T e Lei Jovents. Lo storico MC e storico cantante dei Massilia Sound System da più di trent’anni, onora la canzone popolare marsigliese presentando a Fiesta il suo nuovo disc-book Navega ! che inneggia allo spirito del viaggiatore occitano. E occitano, ma di ascendenza piemontese, più precisamente della Valle Stura nella provincia Cuneese, è invece il rock di Lou Seriol, a Fiesta per far ascoltare la propria singolare voce che mescola il punk con il reggae jamaicano e le musiche tradizionali occitane. Palma d’oro, per quanto ci riguarda, alla vera rivelazione di Fiesta: Jeanne Added che si è esibita nella Salle des Sucres venerdì in apertura di serata presentando, in un set essenziale ma estremamente efficace e ben costruito, un post-punk di grande effetto. Riuscitissima anche la sinergia tra luci e suoni, perfettamente orchestrati e diretti. E soprattutto, dopo un velo di delusione per aver ascoltato troppi set le cui voci poco riuscivano a convincere, lei polistrumentista di lunga data, dal passato jazz e lirico, protagonista di una straordinaria metamorfosi in cui integra il cold-wave e l’elettro-pop, melodie ossessive e energia post-punk, lei, senza alcun dubbio, ci restituisce il piacere dell’ascolto. Fiesta des suds è davvero una festa global di suoni, di incroci, di circolazione, di incontri. 
Il pubblico, trasversale, si sposta da una sala all’altra, si ferma sui marciapiedi a fumare una sigaretta, a bere una birra, alimenta pazientemente lunghe file per consumare delle samosa vegetariane o per bere un pastis in attesa del set successivo. Chiacchiera, balla, si ritrova con gli amici. E in questa atmosfera di disteso divertissement da “regione del sud”, la musica spesso è un piacevole sottofondo che accompagna da lontano tutti questi gesti sociali, altre volte è il déclencheur di danze liberatorie, altre la vera e propria finalità della presenza a Fiesta. Per questo i concerti non sempre aggradano le orecchie un po’ più esigenti, lo spettacolo spesso vince sulla qualità dei suoni, la capacità di trascinare su quella di farsi ascoltare, ma vale il principio che con un menù così ricco (di cui non ho dato che una sintesi e nemmeno esaustiva) ognuno arriva a trovare il proprio piatto, quello che ne soddisfa le aspettative. 


Flavia Gervasi

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