Martha Mavroidi - Stathis Koukoularis – Agiorgitiko (Violins productions, 2015)

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I nostri lettori hanno già conosciuto la cantante e virtuosa liutista Martha Mavroidi in occasione della presentazione del suo secondo album “Portaki”. Lasciata da parte la proiezione etno-jazz del precedente lavoro, con “Agiorgitiko” l’artista ateniese condivide la scena con una figura leggendaria della musica tradizionale ellenica. Si tratta di Stathis Koukoularis, violinista non vedente nativo dell’isola cicladica di Naxos, maestro di generazioni di musicisti, protagonista delle occasioni sociali (concerti, matrimoni, feste patronali) e con all’attivo migliaia di registrazioni discografiche. Accanto alla coppia suonano Nikos Papadakis (laouto), Spiros Balios (laouto), Giorgos Ventouris (contrabbasso, chitarra e laouto) e Vangelis Karipis (percussioni). Il programma offre non solo un compendio di musiche delle isole dell’Egeo e dell’Asia Minore, ma anche composizioni originali di Stathis e Martha. Quindici tracce di spessore e forza espressiva a tracciare una rotta errabonda attraverso Mediterraneo orientale, testimonianza di ponti gettati, di passaggi e movimenti di genti, idee e passioni, di circolazione di modi, forme ed espressioni musicali. A cominciare dall’apertura “Ola ta meri skoteina” (“L’oscurità è ovunque”), canzone per voce e violino, in origine cantata in turco, ma divenuta popolare con liriche greche nell’interpretazione di Marika Politissa. “Den ximeroneis” (“Viene l’alba”) ci porta nell’isola di Patmos, nel Dodecaneso, mentre “Pergamos” e “Na to 'xere i mana moy” (“Se mia madre sapesse”) ci riportano alle sonorità dell’Asia Minore. Di “Giavri” (qui, è proposta una variante dell’isola di Leros) esistono numerose versioni, di cui una della memorabile cantante dalla grande interprete Roza Eskenazy. Un “taxim” condotto dal violino del Maestro Stathis introduce “Ntoktor” (“Dottore”), entrata anche nel repertorio folklorico turco. Poi, il ritmo si fa più incalzante con “Misemos”. Invece, la title-track è testo di Mavroidi su musica di Koukoularis, che è dedicato a San Giorgio, patrono di Kinidaros, il villaggio nativo del violinista. Segue una bella improvvisazione di Martha al politiko laouto (il cosiddetto liuto di Costantinopoli). “Fyntanaki moy” proviene da Mytilene, ma è un’altra melodia molto popolare in tutta l’Asia Minore. Quanto a “Manolya”, cavallo di battaglia del cantante turco Zeki Müren, è divenuta celebre in Grecia, grazie a interpreti del calibro di Manolis Aggelopoulos e Stellios Kazantzidis. Anche “Tha paro bolta ta boyna” (“Chiederò alle montagne”) ha attraversato l’Egeo da est verso ovest. Si balla con “Skopos tis nyfis”, una danza nuziale tradizionale, usata nel corteo che accompagna la sposa (anche Martha è stata accompagnata da questa melodia al suo matrimonio), mentre “Monodentri”, un canto dell’isola di Chios per la sola bella voce di Mavroidi, chiude in bellezza l’album. 

Ciro De Rosa
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