Scoperta dal pubblico italiano solo questa estate con il lancio del singolo “You Will Never Know” tratto dal suo disco di debutto “The Shape Of Broken Heart”, Imany già dallo scorso anno si era segnalata come una delle stelle del firmamento musicale europeo, e questo non solo per i suoi precedenti come modella ed atleta, che hanno rappresentato una considerevole marcia in più per il suo esordio, ma anche per la qualità delle sue canzoni. Nata in Francia, ma originaria della Isole Comore, Imany sembra avere tutti i numeri per non essere una meteora, e questo lo ha confermato anche il bel concerto tenuto a Roma, nella bella cornice della Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, un concerto assolutamente coinvolgente, di fronte ad un pubblico variegato, composto tanto da giovani e giovanissimi, quanto anche da adulti in giacca e cravatta e signore in abito da sera. Dopo l’apertura con il bel set acustico del cantautore e rapper senegalese Faada Freddy, Imany è salita sul palco accompagnata dalla sua nutrita band, composta da sette elementi ovvero: Vincent Faucher (chitarra acustica), Stéfane Goldman (chitarra elettrica), Chloé Girodon e Julien Grattard (violoncello), Xavier Tribolet (tastiere), Stéphane Castry (basso) e Jean Francois Ludovicus (batteria), e sono bastate le prime note di “I Lost My Keys”, per comprendere come il disco dimostri solo in minima parte quali sono le sue potenzialità.
Dal vivo, infatti, Imany trasmette tutta la passione e la naturalezza con la quale approccia le sue canzoni, e nonostante sia un po’ influenzata, pian piano la sua voce prende il volo, facendosi calda, avvolgente e profonda. Si spazia così dal soul in levare della trascinante ballata “You Will Never Know” impreziosita da una citazione di “Don’t Let Me Be Misunderstood” ed accolta da tutto l’entusiasmo del pubblico, alla tenue e dolcissima “Kisses In The Dark”, fino a toccare la splendida “Slow Down” cantata in duetto con Faada Freddy. Tra le sorprese della serata va segnalata tanto la splendida ed originale versione di “Bohemian Rhapsody” dei Queen, con gli archi in gran spolvero, quanto l’omaggio a Janis Joplin con una ritmata “Mercedes Benz”. Non manca uno sguardo verso la sua terra d’origine prima con “Shape Of A Broken Heart”, poi con la toccante “Take Care”, in cui spicca il testo metà in inglese e metà in comoriano, ma è sul finale che si raggiunge il vertice del concerto con il nuovo singolo “Please And Change”, e “I’ve Gotta Go”. Bis finale di rito con una lunga ed trascinante ripresa di “You Will Never Know”, che sugella un concerto ricco di ottime canzoni, in cui abbiamo avuto modo di apprezzare tutto il talento di Imany, artista tra le poche del giro mainstream ad avere realmente in numeri per un futuro radioso. La speranza è che non disperda il suo potenziale, abbandonandosi alle sirene del pop, ma piuttosto guardi ancor di più versa la sua terra d’origine come fonte di ispirazione.
Salvatore Esposito
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