Gualtiero Bertelli con La Compagnia delle Acque e Gian Antonio Stella – Barbari (Nota)

CONSIGLIATO BLOGFOOLK!!!


“Con La Compagnia delle Acque abbiamo festeggiato i dieci anni di attività, il 21 gennaio nel teatro di Mira dove siamo nati il 12 dicembre del 2002 con il primo spettacolo realizzato con Gian Antonio, tratto dal suo libro “L’Orda. Quando Gli Albanesi Eravamo Noi” e con il quale abbiamo fatto oltre quattrocento repliche. Dalla prima formazione a quella di oggi hanno collaborato con la Compagnia una quindicina di musicisti, ed erano tutti presenti il 21. Una bellissima serata con la partecipazione dei giornalisti con i quali abbiamo lavorato: Gian Antonio Stella, Edoardo Pittalis e Fabrizio Gatti, e l'apporto di attori con i quali ci siamo incrociati nel corso delle nostre attività: Marco paolini, Moni Ovadia e Titino Carrara. La più bella festa di compleanno che io abbia mai avuto”, così Gualtiero Bertelli racconta la festa per i dieci anni di attività con La Compagnia delle Acque, e del sodalizio artistico con il giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella. L’ultimo lavoro che li vede protagonisti nuovamente insieme è “Barbari”, doppio album che documenta due spettacoli tratti dai libri di Gian Antonio Stella, “Negri, Froci, Giudei & Co.” e “Vandali. L’Assalto Alle Bellezze D’Italia” quest’ultimo scritto con Sergio Rizzo. Si tratta di due ulteriori tasselli, di quel teatro civile di cui Bertelli e Stella si sono fatti promotori, tenuti insieme dal comun denominatore della denuncia civile verso l’intolleranza e l’ignoranza viste come causa dell’odio nei confronti dell’altro, del diverso. Se Gian Antonio Stella con i suoi libri ha dato prova di essere uno dei giornalisti più lucidi ed onesti che ci sono in Italia, in grado di fare denuncia sociale vera e sulla base di analisi e studi di prima mano, Gualtiero Bertelli, dal canto suo, con la sua ricerca attraverso le fonti musicali dell’immenso patrimonio della canzone italiana è riuscito a tradurli e a decodificarli in musica. Un lavoro non facile ma certamente non privo di fascino, tanto per il suo autore quanto anche per coloro che ne fruiscono, soprattutto dal vivo. Ad accompagnare Bertelli, che si divide tra canto, fisarmonica e voce, troviamo l’ormai famosa Compagnia delle Acque, ensemble composto da Maurizio Camardi (saxofoni, duduc e flauto a becco), Rachele Colombo (voce, percussioni, chitarra, mandola ed eleaborazioni elettroniche), Paolo Favorido (pianoforte e tastiera), Simone Nogarin (chitarre) e Domenico Santaniello (contrabbasso e violoncello). Il primo disco, registrato dal vivo durante i tour del 2010 e del 2011, “Negri, Froci, Giudei & Co." ricalcando l’incedere del libro omonimo, ricostruisce attraverso quattordici brani, tra riproposizioni e composizioni originali di Bertelli, il rapporto tra noi e gli altri, l’odio razziale, la riemersione della xenofobia, e tutto quanto rappresenta una minaccia per le nostre povere e labili certezze minate dalla presenza del diverso. Brillano così brani firmati da Bertelli come “Cara Mare” una sorta di “falso popolare” cantato da Giuseppina Casarin, la drammatica “Barbari”, ma anche tradizionali come “Canto Di Battipali Della Laguna di Venezia”, il canto della Quarta Crociata “Sede Syon” e reinterpretazioni di gemme della canzone di denuncia italiana come “Se Il Cielo Fosse Bianco Di Carta” di Ivan Della Mea e “Lamento Per La Morte di Pierpaolo Pasolini” di Giovanna Marini, quest’ultima in una struggente versione con Bertelli accompagnato al piano da Paolo Favorido. Ciò che sorprende sono gli arrangiamenti sempre accattivanti, che mescolano suggestioni differenti che spaziano dalla musica tradizionale a quella da ballo per passare alla migliore canzone d’autore italiana e in questo senso determinante ci sembra l’apporto de La Compagnia delle Acque. Il secondo disco, “Vandali” a differenza del primo è registrato in studio e rievoca le tante bellezze sfregiate, abbandonate e lasciate all’incuria del nostro paese, denunciate nel già citato libro omonimo. Parimenti coinvolgente dal punto di vista delle sonorità, questa seconda parte mette in fila tredici brani che spaziano dalla trascinante “Canzone dei Fiori e del Silenzio” di Emilio Jona e Sergio Liberovici ai due brani musicati da Rachele Colombo ovvero “Si Rubano Il Salento” e “Richiamo all’Antico” un ode di Orazio in latino in cui viene denunciato l’uso dei romani di costruire ville sempre più grandi. Non mancano piccole soprese come la bella versione di “Addio Mia Bella Addio” o la versione per piano e sax di “Era De Maggio”, tuttavia il vertice del disco è certamente “Un Paese Vuol Dire Non Essere Soli” di Mario Pogliotti qui riletta in modo superbo dalla voce di Rachele Colombo. Completano il disco “Mi Voria Saver” di Bertelli e le belle riletture de “Il Dolce Paese” di Sergio Endrigo e “Io Non Mi Sento Italiano” di Giorgio Gaber. Sebbene il primo abbia il pregio di conservare intatta la tensione teatrale dello spettacolo, la scelta di registrare il secondo disco in studio non è stata causale come ci racconta lo stesso Bertelli: ”Ora stiamo girando con “Vandali” e sta avendo un grande successo anche perché l'apporto di Gian Antonio, sempre pregnante, in questo caso è straordinario per la partecipazione che ci mette. E’ certamente vero che registrazione dal vivo è più coinvolgente, perchè ha anche dei parlati e quindi ti fa entrare dentro lo spettacolo, ma questa volta abbiamo voluto incidere presto le canzoni, per evitare che accadesse quello che è successo per “Negri”, quando il disco è uscito mentre il tour si stava chiudendo. In questo modo, con il doppio, riusciamo a distribuirli tutti e due, per lasciare una traccia di tanto lavoro”. Il Teatro Civile di Bertelli e Stella è diventato, dunque un format, forse non particolarmente originale nella forma, ma che senza dubbio rappresenta un mirabile esempio di come si possa fare della canzone d’autore di qualità, guardando al passato alla riscoperta di una memoria condivisa, il tutto smuovendo le coscienze nel profondo partendo dalla semplicità di canzoni che sono entrate ormai nel nostro patrimonio culturale.


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia