Uccio Aloisi, Il Canto della Terra, Kurumuny 2011, Euro 15.00, pp.88, Libro con cd

Uccio Aloisi è uno di quei pochissimi personaggi che hanno avuto la fortuna di continuare a vivere anche dopo la morte. La loro mancanza è infatti solo corporea, ma li senti vivi ovunque, e anche se non si ha mai avuto la fortuna di conoscerli, è come se fossero delle persone di famiglia. Uno di questi era Totò, ma anche Alberto Sordi, o per tornare alla musica salentina direi Pino Zimba. Le loro opere, i loro film, le loro canzoni, le loro voci e il loro gesti sono andati oltre la morte, hanno travalicato il confine della morte e dell’oblio per restare. Così parlare di Uccio al passato non ha senso. Uccio c’è, esiste, è vivo anche se è passato dall’altra parte della strada il 21 ottobre dello scorso anno. La sua vita è fatta di cose semplici, di lavoro, di canti, di pizzica. Classe 1928, Uccio è negli anni diventato uno dei simboli del Salento. Qualcuno lo ha definito Albero di Canto, io preferisco parlare di voce della terra. Ed ora che appartiene per sempre alla sua terra, la sua anima e la sua voce sono diventate parte di quella tradizione salentina che aveva imparato dai suoi nonni e dai suoi genitori e di cui era uno degli ultimi custodi. La casa editrice salentina Kurumuny ad un anno dalla sua scomparsa lo ha omaggiato con Il Canto della Terra, un libro con cd, che racchiude e sintetizza mirabilmente la vita e la storia di questo grande uomo. Patrocinata dall’Istituto Carpitella e da Sud Etnic, questa pubblicazione raccoglie ricordi, riflessioni e contributi di quanti hanno conosciuto il Cantore di Cutrufiano e con lui hanno condiviso un pezzetto della loro strada rimanendone affascinati, ci sono così le firme di addetti ai lavori e ricercatori come Luigi Chiriatti, Pierfrancesco Pacoda, Ivan Stomeo e Sergio Torsello ma anche di musicisti come Teresa De Sio, Antonio Melegari e Daniele Durante. Ne emerge così un ritratto appassionato ed appassionante, condito da racconti ed aneddoti come quelli di Daniele Durante o le schegge di ricordi da un tour insieme a lui di cui è autore Antonio Casolaro. Completano l’opera una bella intervista di Luigi Chiriatti, le trascrizioni di alcuni testi e un interessante apparato fotografico di repertorio. Ad accompagnare il libro c’è il disco che raccoglie sette brani incisi dal vivo in varie epoche si parte dalle prime tre tracce datate 1999, tra cui il cavallo di battaglia Vorrei Volare, per passare alla splendida Santu Lazzaru risalente addirittura al 1977 fino ad arrivare ad una struggente Quannu Te Lavi La Faccia La Matina incisa durante la Notte della Taranta del 1998 con Daniele Durante alla Chitarra. Chiude il disco un intervista del 2001 suddivisa in tre parti e impreziosita da diversi interventi cantati dello stesso Uccio. Il Canto della Terra non è dunque un semplice tributo ad una delle voci più preziose del Salento ma è un atto d’amore verso un cantore innamorato della sua terra e della sua musica. 



Salvatore Esposito
Nuova Vecchia