Già batterista dei Julie’s Haircut, e leader dei Joe Leaman, Giancarlo Frigieri ha seguito un eclettico percorso artistico, nel quale ha avuto modo di collaborare con i Giant Sand, J Mascis, i Califone, i Fairport Convention, Katamine, i Dianogah, i Modena City Ramblers e Nada, fino a giungere nel 2006 a debuttare come solista con un disco in inglese, Close Your Eyes Think About Beauty. Successivamente arrivano anche un album con i Mosquitos, eccellente band frusinate, e poi un 7 pollici con Chris Eckman, nel quale i due musicisti si scambiavano cover. La svolta importante della sua carriera è arrivata però nel 2009 quando Frigieri ha pubblicato il suo primo disco in italiano, L’Età della Ragione, che nel marzo dello stesso anno gli frutta il Premio Italiano Musica Indipendente 2009 come miglior album autoprodotto. Il disco presenta dieci brani caratterizzati da un songwriting poetico in cui i testi si sposano in modo superbo con arrangiamenti sostanzialmente acustici, dove di tanto in tanto fanno capolino alcuni ospiti come Massimo Ghiacci (contrabbasso), Marco Paderni (chitarra), Andrea Rovacchi (pianoforte) e Nicola Zavaroni (batteria) nonché Elisabetta Vezzani (voce). Il disco segue un unico flusso narrativo in cui Frigieri analizza il nostro tempo attraverso le vicende di vari personaggi. Ciò che colpisce è la sua voce, incisiva, baritonale ma allo stesso tempo dolce e vibrante, che impreziosisce e da ulteriore spessore ai vari brani. Brillano così brani come la title track, un brano di impostazione rock sorretto dalle chitarre e dalla batteria, la toccante Un Cane impreziosita dal controcanto dei Betti Vezzani, ma soprattutto l’attualissima La Stagione dell’Odio, una ballata dylaniana che rimanda alla canzone di protesta degli anni sessanta. L’Età della Ragione è, dunque, un eccellente esempio di canzone d’autore pura, artigianale ben lontana dal piatto concetto di bello della musica industriale ma concentrata sulle emozioni che può donare la poesia, se solo ci fermassimo ad ascoltarla con attenzione.
Sulla stessa scia di pone anche il disco successivo Chi ha rubato le strade ai bambini, disco pubblicato nel 2010 che partendo sempre da strutture acustiche e minimali, spazia da momenti più aggressivi a sonorità più morbide, il tutto proponendo arrangiamenti meno ruvidi. Gli otto brani presenti nell’album ci svelano come l’approccio al sogwriting di Frigieri poggi su basi molto solide, rifacendosi tanto alla migliore tradizione americana quanto a quella italiana. Si spazia così dalla travolgente title track, alla poetica Vita di Paese, fino a toccare la ballata dylaniana La Vita Che Ti Ha Scelto, la superba Canzone del 9 Novembre e la suggestiva Le Disgrazie, quest’ultima senza dubbio uno dei migliori brani di tutto il disco. Ben lontano dalle etichette e dall’essere una next big thing, Giancarlo Frigieri è uno dei migliori cantautori italiani dell’ultima generazione, per lui parlano le sue splendide canzoni, nelle quali è riuscito a compendiare tutte le sue esperienze artistiche, frutto di un percorso fuori dal comune, animato sempre dalla curiosità e dal desiderio di cantare la vita di ognuno di noi.
Salvatore Esposito
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