Piero Sidoti – Genteinattesa (Fuorivia/Odd Times Records/Egea)

Originario di Udine, il quarantaduenne Piero Sidoti è un cantautore di sicuro talento con alle spalle partecipazioni a premi e concorsi prestigiosi come il Festival di Castrocaro (1993), il Premio Recanati (2004), L'Artista che Non C'era (2004) e il Premio Fabrizio De André, ma soprattutto nel suo curriculum può vantare la vittoria di Musicultura a Recanati nel 2004. In questi anni, nonostante i successi e i grandi apprezzamenti ricevuti non aveva mai pubblicato un disco, e finalmente lo scorso anno il cantautore udinese ha rotto gli indugi e ha raccolto in un disco i brani composti in questi anni. Prodotto magistralmente da Antonio Marangolo, Genteinattesa mette in fila undici canzoni, che quasi componessero un concept album raccontano la storia di una generazione piena di contraddizioni, di gente sconfitta, di personaggi defilati, di prostitute, prigionieri, musicisti e precari a vita. Gente inattesa, ovvero persone che non ti aspetti o uomini e donne che attendono una nuova vita o la fine di essa e di tutte le sofferenze patite. Ogni canzone è un ritratto, un ritratto crudo, senza filtri di vite rimosse, dimenticate, di povertà assolute, di solitudine. Sono storie di un Italia di provincia, raccontate da Sidoti con partecipazione ed empatia, immedesimandosi fino a confondere la sua voce con quella dell’io narrativo delle canzoni. Piacciono gli arrangia menti costruiti intorno alle canzoni, sempre molto vari e mai banali che fanno da sfondo perfetto per la voce misurata ed introspettiva di Sidoti. Ad aprire il disco è la sinuosa melodia di Venere Nera, brano che ha fruttato al cantautore veronese il premio Musicultura, nella quale si apprezza la voce di Alessandra Pascali che impreziosisce e rende ancor più profondo il testo di questo brano. Brillano poi l’ironica La Pecora Nera, dove il protagonista non vuole diventare come “le stanche pecore bianche”, che fa il paio con Bobby e il Ballerino e Il Giocattolo, nelle quali il jazz si mescola al latin rock mentre Sidoti le caratterizza colorandole con un registro interpretativo molto teatrale, mentre sulla scena si muove la tromba di Marangolo e un coro che sottolinea i ritornelli in modo davvero originale. Altro brano cardine del disco è Da Difendere, una canzone d’amore a cuore aperto, nella quale il cantautore udinese coglie l’occasione per aprire uno spaccato sulla situazione dei giovani trentenni ancora in cerca di sistemazione. Sul finale il disco diventa ancor più vivido nelle sue immagini come nel caso de I Giovani e La Mia Generazione, che vanno a comporre un mosaico nel quale è contenuta un immagine disillusa dei nostri tempi. In conclusione un plauso va sia al talentuoso Giuseppe Battiston che appare in alcuni brani del disco e che con Piero Sidoti ha condiviso alcuni spettacoli, ma anche a Salvatore Maiore che con il suo violoncello impreziosisce La Rapina, brano in cui Sidoti duetta ancora una volta con la brava Alessandra Pascali. Il cantautore veronese ha talento e se saprà mettere a frutto la sua attitudine per la dimensione teatrale, riuscirà a trovare una dimensione a lui ancor più congeniale, a metà strada tra cantautorato e cantastorie, teatro e poesia.

Salvatore Esposito

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