Musiche Tradizionali del Salento. Le registrazioni di Diego Carpitella e Ernesto De Martino (1959, 1960) a cura di M. Agamennone, 2006 (III ed.), 168 pagine € 23.

Curato da Maurizio Agamennone ed edito da Edizioni Squilibri, Musiche tradizionali del Salento è senza dubbio l’opera che meglio compendia la grande tradizione musicale salentina essendo allegati al volume due dischi che raccolgono le registrazioni effettuate sul campo da Ernesto De Martino e Diego Carpitella tra il 1959 e il 1960, rese disponibili dagli Archivi di Etnomusicologia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Si tratta di un opera preziosa, che documenta un Salento che ormai non c’è più, ovvero quella regione baciata dal sole ed accarezzata dal vento, i cui abitanti erano consumati dal lavoro dei campi e sulle cui terre era passata la storia di molte civiltà. Proprio su quelle terre nasce e si sviluppa una tradizione musicale che vede le sue origini perdersi nella notte dei tempi, e che Carpitella e De Martino documentano con metodi di ricerca in Italia assolutamente inediti per l’epoca. Sanno di trovarsi di fronte ad un mondo che stà per finire, ad una società rurale in procinto di evolversi, e così focalizzano la loro attenzione sulle voci di quella terra, che cantano del duro lavoro dei campi, di amori sinceri, di passioni e tarantate. Riemergono così moduli musicali ormai sconosciuti, voci potenti, esecutori e strumentisti dallo stile inarrivabile, aprendo una porta spazio-temporale che ci conduce attraverso i vari paesi del Salento, facendoci percepire le differenze musicali tra un’area e l’altra. Nel libro, oltre all’interessantissima introduzione critica e ad un curato album fotografico, sono contenuti poi tutti testi, le cui trascrizioni appaiono ben calibrate e soprattutto in grado di trasmettere a coloro che non comprendono il dialetto la poesia che emerge in tutta la sua forza dai testi popolari. I due dischi, riportano così per intero le registrazioni contenute nelle raccolte 48 e 53 dei già citati Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecialia ed in particolare la prima raccolta costituisce il fulcro di tutta l’opera di ricerca di Ernesto De Martino che visitando Nardò, Muro Leccese e Galatina, gettò le basi per quello che fu poi la sua opera più importante La Terra del Rimorso. Ascoltando queste tracce, incontriamo le figure di Luigi Stifani, il violinista-barbiere che suonava per curare le tarantate,e della Za Tora Marzo, tamburellista e cantante dalla voce magica, ma anche i riti contadini ancora integri quali la ritualità della nascita e della morte, del lavoro dei campi e della danza. Il secondo cd diversamente ha carattere antologico e raccoglie generi e approcci interpretativi diversi relativi a cantori di Giuggianello, Matino, Sanarica, Taviano e Ruffano. Questo libro è dunque un opera imprescindibile per tutti coloro che vogliono avvicinarsi al patrimonio musicale della tradizione salentina, che oggi sembra progressivamente sul punto di cadere nel dimenticatoio.

Salvatore Esposito

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