Massimiliano D'Ambrosio - Cuore di ferro (Emerald records)


Il Folkstudio di Giancarlo Cesaroni fino al 1998 è stato per l’Italia una vera e propria fucina di cantautori da Antonello Venditti a Francesco De Gregori, passando per Luigi Grechi e Mimmo Locasciulli e fino alla sua chiusura non ha mai smesso di regalarci belle sorprese. L’ultima della serie è Massimiliano D’Ambrosio, classe 1972, ultimo e più che degno discendente della scuola cantautorale romana, con alle spalle un apprezzato album di esordio, Il Mio Paese del 2005, che ha ricevuto apprezzamenti non solo dagli addetti ai lavori ma anche da personaggi esterni al mondo della musica come padre Alex Zanotelli. Cuore di Ferro, il suo secondo album è stato pubblicato lo scorso anno ma il suo eco non sembra essersi spento affatto. Prodotto dallo stesso Massimiliano D’Ambrosio, il disco presenta nove brani densi di suggestioni musicali e letterarie che spaziano da Lawrence Ferlinghetti a Stefano Benni passando per Edoardo Sanguineti e Jorge Amado. Un fluire di emozioni, di stimoli e citazioni letterarie che cattura l’ascoltatore sin da subito con l’intesa ballata Sette Notti Senza Luna, brano dai toni irish e dalla struttura tipica dello scioglilingua popolare, ma è con La Danza Immobile (l’amore ai tempi del Folkstudio) che il cantautorato di D’Ambrosio emerge in tutta la sua forza poetica. Si passa poi a L’Ufficiale, brano nel quale viene tratteggiato il ritratto di un impiegato kafkiano, un burocrate che odia il suo lavoro ma che poi esegue con intransigenza e spirito di sottomissione per il suo direttore, e che apre la strada alla splendida La Via Sul Porticciolo, tratto da una poesia di Ferlinghetti e caratterizzata da un arrangiamento toccante ed evocativo che esalta tutta la forza del testo. Seguono poi la title track che racchiude e sintetizza bene tutto lo spirito del disco, La Scuola più Strana del Mondo su testo di Stefano Benni e Teresa Batista ispirata dal libro omonimo di Jorge Amado. Sul finale ritornano gli stilemi tipici della musica popolare con Luna Lunera ispirata da una frase di Federico Garcia Lorca e caratterizzata da un ritmo coinvolgente e con la splendida An Sachàn, composta in collaborazione con la cantautrice Kay McCarthy. Nel complesso Cuore di Ferro, è dunque un disco solido, ben costruito e soprattutto caratterizzato da un cantautorato illuminato, ben lungi dagli abusati stilemi tipici della canzone italiana e ben degno di reggere il peso della tradizione artistica del Folkstudio.


Salvatore Esposito

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