Tarantavirus – Cesare Dell’Anna - Lu_ragno arricchito (11/8 Records/Felmay/Egea)


Già leader degli Opa Cupa ed ideatore del progetto Girodibanda con cui si è esibito nel corso del passato Concertone de La Notte della Taranta, Cesare Dell’Anna, è uno dei musicisti salentini più apprezzati in Italia e questo per il suo eclettismo, la sua capacità di osare, di sorprendere, e di re-inventare la tradizione. Partendo dalla sua formazione jazz, Lu Cesare come lo chiamano gli amici, ha costruito un personalissimo percorso musicale che parte dalla tradizione balcanica degli Opa Cupa per toccare quella bandistica tipica dell’Italia Meridionale fino a sfociare nello sperimentalismo di Tarantavirus, nel quale la tradizione salentina incontra la musica elettronica in un connubio tanto riuscito quanto sorprendente. Lu_ragno arricchito, inciso dal vivo nel 2006 a Soleto nel corso del Festival della Notte della Taranta, è il secondo capitolo di Tarantavirus, un progetto che vede la percussività tipica della tradizione salentina mescolarsi e confondersi non solo con i beat tipici della musica elettronica ma arricchirsi addirittura di altri suoni, colori, voci e ritmi che Dell’Anna estrae magicamente dal suo cappello a cilindro. La musica popolare, rurale, si veste di sonorità urbane, la pizzica pizzica, diventa techno pizzica e si arricchisce di sfumature, diventa megafono di disagio sociale, espressione di una socialità necessaria. Ascoltando Lu_ragno arricchito si comprende come il lavoro di Dell’Anna non sia stato finalizzato alla creazione di un prodotto da suonare nei rave, ma piuttosto sia un lavoro di ricerca, che rimanda per certi versi a quanto fatto da un grande gruppo come la Cinematic Orchestra o per rimanere nel Salento, al lavoro di Lapassade. Tarantavirus è visionaria, incarna i ritmi ossessivi della ritualità salentina, recuperando l’aspetto imprescindibile della ritualità della trance, e in questo fondamentale è stato il coinvolgimento in questo lavoro dei cantori della tradizione. Al fianco di Dell’Anna troviamo così, alcuni eccellenti musicisti jazz come il sassofonista Raffaele Casarano, i pianisti Mirko Signorile, Mauro Tre e Marco Rollo; i fiati di Giancarlo Dell’Anna, Davide Arena, Luca Manno e Claudio Cavallo; Stefano Valenzano al Basso, Egidio Rondinone alla batteria e Marcello Zappatore alla chitarra, ma soprattutto le voci salentine dei Menamenamò, Vito Giannone, Enza Pagliara, Claudio Cavallo ed Emanuele Licci a cui si aggiunge la presenza di Said Tibari che accompagna con le sue melodie magrebine alcuni brani tradizionali. Ad aprire il disco è Arranenè virus nella quale l’elettronica ci introduce in una pizzica travolgente condotta dalla voce di Enza Pagliara, si passa poi alle sonorità magrebine di Lecce/Casablanca fino a toccare i ritmi balkan de La Notte dell’Atalanta. La Notte Nera, dedicata all’Albania Hotel e al drammatico problema dell’immigrazione, è una sorta di spooken word in cui emergono le contraddizioni di una terra di frontiera come il Salento. Spettacolare sono poi prima la Pizzica alla Giannone con protagonista Vito Giannone e poi Kalinifta, il tradizionale griko qui riletto in una sorprendente versione jazz. In Normali o Anormali è protagonista la voce di Tibari che impreziosisce un brano dalle sonorità eclettiche che vedono mescolarsi pizzica, jazz e ritmi techno dance. Sul finale arrivano poi i brani più belli overo Lu ragnu arrichitu,un incessante techno jazz dal grande fascino in cui si apprezza un eccellente improvvisazione al piano, la trascinante Cavallo vincente ma soprattutto una strabordante Menamenamò riproposta in una versione affine all’arrangiamento di Stewart Copeland ma con l’aggiunta di una inedita veste techno che rende molto più fantasiosa e accattivante la parte ritmica. Tarantavirus è un disco unico, un progetto pieno di fascino che non mancherà di sorprendere e di far discutere, e questo in barba ai puristi a tutti i costi.


Salvatore Esposito

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