La XXIX Stagione del FolkClub di Torino. Intervista con Davide Valfré

La straordinaria voce dei Pentangle, Jacqui McShee, ha aperto la ventinovesima stagione del FolkClub di Torino, uno dei locali più importanti per la musica live nel nord Italia, un locale particolare e unico nel suo genere, non solo per le proposte musicali ma anche per l’atmosfera inconfondibile che lo caratterizza. Tante saranno le novità che caratterizzeranno la programmazione per i prossimi mesi, così come tutto nuovo si presenterà il club torinese, dopo un restyling che ha permesso di ampliare lo spazio della cassa e dell’ingresso, ha migliorato l’acustica del palco e dotato la sala di un nuovo impianto elettrico e di camerini molto più comodi per gli artisti. Abbiamo intervistato Davide Valfrè direttore artistico del FolkClub con Paolo Lucà.

Una storia davvero importante e particolare quella del FolkClub, quasi un’anomalia. Come è riuscito a resistere per 30 anni?   
Non è quasi un’anomalia, è un’anomalia. Non sappiamo come ha resistito, probabilmente grazie ad una sorta di tendenza al sacrificio, perché gli ultimi anni sono stati particolarmente duri. Il fatto è che quando si presenta il concerto e parte la musica passa tutto. Tutto assume un senso e quindi si va avanti, di anno in anno, si continua 

FolkClub è un vero e proprio circolo a cui si accede con tessera, ed il prezzo dei biglietti e sempre molto contenuto, anche se gli artisti che vengono da voi sono nomi di rilievo internazionale…
I prezzi sono contenuti, e lo sono ancora di più per i minori di trent’anni che pagano metà prezzo. Non sappiamo di altri locali che propongano questa politica. Ci rendiamo conto che ormai fino ai trent’anni si vive di lavori precari e contratti a temine di pochi mesi, e ci pare giusto andare incontro ai più giovani e permettergli di assistere ai concerti con una spesa inferiore.  Per quanto riguarda le scelte, cerchiamo di tenere sempre alta la qualità, non ci interessa il nome altisonante, anche se a volte c’è, quanto la qualità del concerto e la genuinità degli artisti che invitiamo. L’inaugurazione di quest’anno per esempio è con un nome di quelli importanti, perché Jacqui McShee è la storia del folk inglese, è stata la voce dei Pentangle, al fianco di giganti come John Renbourn e Bert Jansch, e questo tour è dedicato proprio a John Renbourn che ci ha lasciato l’anno scorso, e con qui Jacqui McShee fu sul palco del FolkClub diciassette anni fa. Quindi per noi sarà un’inaugurazione molto intensa anche emotivamente

La seconda data è altrettanto importante. Sul palco ci sarà Michele Gazich, un cantautore e musicista che forse in Italia non è ancora molto conosciuto, ma che all’estero suona abitualmente con i più grandi nomi del folk e della canzone d’autore...
Si, Michele ha una storia particolare. Noi lo conosciamo da sempre, perché già quando era studente di violino al conservatorio a Torino era un socio del FolkClub e veniva ai concerti. Poi a cominciato a salire sul nostro palco quasi ogni anno, sempre in compagnia di un artista diverso, lo abbiamo visto accompagnare Massimo Bubola, Michelle Shocked, Eric Andersen, Mark Olson, moltissimi artisti americani che arrivano in Italia e cercano musicisti per esibirsi qui, chiamano Michele, perché se hanno bisogno di un violino sanno che il migliore è lui. Da alcuni anni lui ha fatto da sideman ad artista solista, ha fatto una serie di dischi moto belli, e questo che presenterà qui per la prima data del tour è il quinto, “La via del sale”, e cic fa molto piacere tenerlo a battesimo qui.

Un altro esperimento imporrante che verrà tenuto a battesimo da voi è quello della coppia “improbabile” formata da Bobo Rondelli e Bocephus King. Come è nata?
L’anno scorso Bocephus King è stato invitato al Premio Tenco, noi eravamo li e c’era anche Bobo Rondelli. In realtà si erano già incontrati l’estate prima ad un Buscadero Day e si erano subito trovati in sintonia. L’incontro al Tenco ha rinsaldato questa amicizia, ci sono state jam session furiose nel dopo Tenco al Casinò di Sanremo, ed è nata questa idea di creare questo mostro mitologico che si chiama Bobocephus, che mette insieme due pazzi genialoidi della musica, e siamo anche noi curiosissimi di ascoltare questa cosa, siamo sicuri che verrà fuori qualcosa di veramente bello, particolare e unico.

Queste sono solo le prime tre date di cinquantacinque...
Si cinquantacinque concerti che ci terranno impegnati fino al 6 maggio, ma abbiamo ancora alcune proposte molto interessanti che sono in attesa di conferma.  Il calendario in continuo aggiornamento è consultabile sul sito http://www.folkclub.it.

Giorgio Zito
In collaborazione con Radio Gold

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