Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana, Loano (SV), 25-27 Settembre 2015

Ideato ed organizzato dall'Associazione Compagnia dei Curiosi, con la direzione artistica di John Vignola, in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano, con il contributo della Fondazione A. De Mari e con il patrocinio della Regione Liguria e dell'ANCI, il Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana è giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, confermando pienamente di essere una realtà di forte ed appassionata resistenza culturale. Nonostante le difficoltà economiche dovute a sponsor non facili da trovare e a sempre più esigui finanziamenti per la cultura a disposizione degli enti locali, la rassegna nel corso degli anni è cresciuta qualitativamente, diventando non solo un punto di riferimento importante per la scena la scena della musica trad in Italia, presentando alcune delle migliori produzioni discografiche - votate da una nutrita giuria di giornalisti – ma anche proponendosi come momento di riflessione e confronto. Anticipata dal grande successo riscosso dall’anteprima, il 21 agosto, con il concerto del “Nuovo Bella Ciao” con Riccardo Tesi, Elena Ledda, Lucilla Galezzi, Luisa Cottifogli, Alessio Lega, Andrea Salvadore e Gigi Biolcati, l’edizione 2015 del Premio – che ha visto Blogfoolk come media partner - ha presentato novità sostanziali rispetto al passato, con lo slittamento della rassegna da luglio a settembre, la sua riduzione a sole tre giornate, ma anche l’aggiunta di un momento di riflessione e confronto, riservato agli addetti ai lavori. 
Ad aprire le danze è stato, nel pomeriggio del 25 settembre, il primo appuntamento con il “Premio Incontra” presso la Biblioteca di Palazzo Kursaal per la presentazione del libro “Lou Dalfin - Vita e miracoli dei contrabbandieri di musica occitana” di Paolo Ferrari. Stimolati dalle domande di chi scrive, la band occitana al completo ha ripercorso attraverso le parole del suo leader Sergio Berardo e degli altri componenti la sua vicenda artistica soffermandosi sugli esordi e la conservazione della propria identità culturale. All’autore Paolo Ferrari è, invece, toccato il compito di illustrare la stesura dell’opera, che presente in allegato un cd antologico, e le sue peculiarità narrative. La serata è proseguita a Palazzo Dorioa ed ha visto nuovamente protagonisti i Lou Dalfin, che in apertura hanno ritirato il Premio come Realtà culturale 2015, ed eseguito un breve ma intensissimo set unplugged nel corso del quale hanno proposto una corale versione dell’anthem occitano “Se Chanto”. Sul palco salgono, poi, il cantante nizzardo Renat Sette e i sardi Elva Lutza, ovvero Gianluca Dessì (chitarra acustica) e Nico Casu (tromba), per presentare il frutto della loro collaborazione discografica, “Amada”, pubblicato lo scorso anno. Intrecciando la tradizione popolare con l’improvvisazione jazz, il combo italo-francese ha dato vita ad un set di grande intensità e forza evocativa proponendo un articolato repertorio che affonda le proprie radici nella musica sacra e paraliturgica sarda e provenzale. 
L’elegante interplay tra la chitarra e la tromba, unito alla voce intensa ed evocativa di Sette, conduce il pubblico alla scoperta di perle come il canto satirico nuziale “La vièlha” o il tradizionale sardo “Amada giuventude”, o ancora la drammatica “Loïson”, per giungere al bis finale con l’applauditissima versione di “Maire Nostra” dal repertorio di Maria Carta. Il prologo del secondo giorno della rassegna è il secondo appuntamento de “Il Premio Incontra” con la presentazione del disco “Mozart A Sud Di Napoli” di Nando Citarella, per l’occasione accompagnato anche da Gabriella Aiello. Chi scrive ha avuto anche in questa occasione il privilegio di condurre l’incontro con il musicista campano, il quale non ha mancato di regalare al pubblico numerosi aneddoti sul rapporto tra Mozart e Napoli, l’osmosi continua tra il repertorio colto e quello popolare, per soffermarsi sull’importanza nella diffusione della musica operistica dei gavottisti e dei posteggiatori. Non è mancato un fuori programma musicale per sole voci e tamburo a cornice in cui la Aiello e Citarella hanno offerto al pubblico un piccolo assaggio del disco. La seconda serata ha visto protagonista il maestro Luigi Lai, living legend della musica sarda e depositario del repertorio tradizionale delle launeddas, il quale, dopo aver ritirato il Premio alla carriera, ha regalato una straordinaria performance accompagnato da Mauro Palmas alla mandola. 
Applausi a scena aperta ha riscosso il suo lunghissimo solo di launeddas, a cui sono seguiti una serie di brani tra composizioni autografe e tradizionali, culminati nei bis finali con gli imperdibili duetti con Nando Citarella ed Elena Ledda. A seguire si è esibita l’Orchestra Bottoni, guidata da Alessandro D’Alessandro, che ha proposto un travolgente live act, incentrato sui brani tratti da “Live”, disco dal vivo che ha fruttato all’ensemble di organetti il secondo posto al Premio. Intersecando la tradizione popolare con echi di world music e composizioni d’autore, l’Orchestra Bottoni si è segnalata negli ultimi anni come una delle realtà più interessanti della scena trad italiana, tanto per la freschezza e l’originalità del loro approccio stilistico, quanto per la capacità di sapersi muovere con disinvoltura attraverso repertori diversificati. L’ensemble laziale ha conquistato il pubblico sin dalle prime note della loro travolgente ed originalissima rilettura di “Campagnia” dei Napoli Centrale, a cui è seguita una selezione di brani del loro repertorio tra cui ci piace citare il gustoso medley tra “Trioolè” di Riccardo Tesi e “Gimmes Some Lovin’”, e l’elegante “De Dame e d’homme” di Marc Perrone interpretata in modo impeccabile da Antonella Costanzo. Anche in questo caso i bis finali hanno riservato ulteriori sorprese con l’Orchestra Bottoni affiancata sul palco dapprima da Riccardo Tesi e successivamente anche da Nando Citarella e Gabriella Aiello con i quali hanno proposto la “Tarantella del Gargano”, ed infine anche da Mauro Palmas e dal maestro Luigi Lai che ha prestato le sue launeddas per un “Saltarello”. 
La mattinata del terzo ed ultimo giorno è stata dedicata, invece, al seminario “Il sogno di organizzare un festival e di non chiuderlo prima di svegliarsi”, momento di riflessione per gli addetti ai lavori incentrato sui temi e le criticità che incontra chi opera nell’organizzazione dei festival che promuovono la musica tradizionale italiana. Protagonisti dell’incontro di studio sono stati Luigi Chiriatti (Notte della Taranta), Andrea Del Favero (Folkest), Davide Valfrè (Folkclub), Mauro Palmas (Mare e Miniere), Remo Giordano (Uvernada), Enrico Grammaroli (Circolo Gianni Bosio), Paolo Dall’Ara (Ététrad), Riccardo Tesi (Quarrata Folk Festival), Nando Citarella (Etnie), i quali, insieme ai giornalisti Salvatore Esposito (Blogfoolk), Jacopo Tomatis (Il giornale della musica), e Roberto G. Sacchi (Folkbulletin), si sono confrontati in tavoli di lavoro composizione variabile, su tre temi principali: il rapporto tra festival e territorio, il target e i contenuti, e la sostenibilità sotto il profilo economico. Da questo importante momento di condivisione, sono nati diversi spunti di riflessione circa i modelli organizzativi, la progettazione degli eventi culturali, e le diverse criticità che caratterizzano la gestione economica di un festival. Si è trattato, insomma, di una preziosa occasione di dialogo tra realtà spesso molto diverse, nel corso della quale sono stati individuati ora punti di identità ora di divergenze, ma in ogni caso al termine della sessione plenaria del pomeriggio, si è avuto la positiva sensazione che ognuno ne sia uscito un po’ più ricco. 
Il gran finale della ricca tre giorni sul Ponente Ligure, è riservato a Riccardo Tesi e Banditaliana, vincitori con “Maggio” del premio come miglior disco dell’anno, i quali dopo aver ritirato il riconoscimento, hanno offerto al pubblico un eccezionale concerto nel corso del quale hanno proposto i brani del loro ultimo album come “Maggio del Crinale”, “Galata”, “Mirto” e “Corno D’Africa”, senza dimenticare una selezione di composizioni dal loro repertorio come la splendida “Kafkaffè” da “Madreperla” o “Trescone” e “Caterina” di Francesco De Gregori dal tributo a Caterina Bueno “Sopra I Tetti di Firenze”. A caratterizzare ogni brano è l’eccezionale interplay tra l’organetto di Riccardo Tesi, la chitarra di Maurizio Geri e i fiati del talentuoso Michele Marini (in sostituzione di Claudio Carboni), il tutto impreziosito dall’eclettico Gigi Biolcati alle percussioni. Ad affiancare l’ensemble toscano per i bis finali arrivano poi sul palco Alessando D’Alessandro, Nando Citarella ed Elena Ledda per una splendida versione di “Maggio”. Insomma, l’undicesima edizione del Premio Nazionale Città Di Loano per la Musica Tradizionale si è chiusa in grande stile, confermando come un’illuminate gestione della cultura possa dare frutti preziosi, e siamo certi che La Compagnia dei Curiosi saprà nei prossimi anni mettere a frutto quanto di buono fatto anche nell’edizione 2015, per dare forza e continuità alla rassegna. 


 Salvatore Esposito
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