Ballaké Sissoko - At Peace (Naive/Self)

Ventuno corde, nove brani e una kora per cantare la pace. Quiete e serenità sono le sensazioni che trasmette Ballaké Sissoko, in “At Peace” e che rappresentano un auspicio per un futuro migliore per il suo Mali straziato dai conflitti. Le nove tracce nascono ancora una volta dalla collaborazione con Vicent Segal, il violoncellista e produttore, con il quale aveva già lavorato nel precedente “Chamber Music”, ricreando un’opera a quattro mani. Sissoko sottolinea come quest’album si differenzi dal precedente pure essendone influenzato: “Je n'ai pas voulu refaire Chamber Music, mais m'inscrire dans sa continuité”. Le sonorità mandinghe sono quelle che il musicista ha appreso da autodidatta: da bambino ha imparato a suonare la kora, guardando ed ascoltando suo padre, Djélimady Sissoko, e a soli tredici anni, l’ha fatto salire per la prima volta sul palco alla Biennale Internazionale del Mali, che riuniva artisti provenienti da tutti i gruppi etnici del paese. Le melodie sono quelle dell’Africa occidentale, pregne di storia e folclore, impreziosite dall’estro creativo di un maestro della tradizione, con il quale suonare diventa quasi un gioco, nel senso più elevato e autentico della parola, come spiega Segal. Ispirazione ed estemporaneità caratterizzano queste composizioni, che vedono un apparato strumentale che nella sua massima espansione diventa un quintetto, ma che spesso sono degli assoli. In questa musica intrisa di memoria fa eccezione la bellissima “Asa Branca”, per la quale Luiz Gonzaga ha realizzato un adattamento brasiliano. Proprio gli incontri con Toumani Diabaté, Taj Mahal, Ludovico Einaudi, Stranded Horse, hanno influenzato l’ultima produzione di questo virtuoso della kora. Il legame con la sua terra, con la sua famiglia sono elementi che caratterizzano la storia di questo disco. “At Peace” doveva essere inciso a Bomako, la capitale maliana, ma, a causa degli scontri nel paese, è stato registrato nei pressi della città di Angoulême. Racconta Segal, che lo studio del contrabbassista jazz, Ken Carter, che avevano impegnato per una settimana, è stato occupato solo per due intense giornate in cui protagonista è stata l’improvvisazione, la vera cifra stilistica di Sissoko. Non è mai riuscito a lasciare definitivamente la sua terra , neppure per Parigi, di cui si è innamorato dopo averla vista per la prima volta e dove, tuttora, trascorre lunghi periodi. Nonostante abbia ceduto al fascino della ville lumière, il Mali è la sua patria: lì ci sono i suoi ricordi e la sua famiglia. Anche la storia di quest’ultima si intreccia con At Peace, è una storia di nascite, perché proprio mentre stava per sbocciare questo ultimo lavoro, ha deciso di venire alla luce prematuramente la piccola Maimouna, sua figlia. A lei è dedicato l’omonimo pezzo che inaugura l’album, quasi a dire che l’innocenza dei bambini e la purezza dei loro occhi, siano i veri ambasciatori della pace. 



Cinzia Lanzano
Nuova Vecchia