Dall’editore friulano Nota, questo consistente studio interdisciplinare presenta ricerche, documenti e analisi condotti in un arco temporale di ben quarant’anni nella città di Milano. È il racconto etnografico della tradizione del ballo liscio – nello specifico il liscio ambrosiano – nell’area metropolitana meneghina. “Bauscia” (nel senso di “sbruffone”) è un’espressione milanese e lombarda con cui alcuni “ambrosianisti” apostrofavano il ballerino che si metteva in mostra con passi o mosse particolari e appariscenti. L’intenzione oscillava tra il canzonatorio e l’ammirato: un epiteto emblematico che invitava al controllo e alla moderazione in pista, ma apriva anche al confronto e al giudizio nella vita.
Il lavoro ha il merito di offrire la più ricca documentazione esistente relativa al liscio ambrosiano, sviluppatosi tra le due guerre mondiali ma affermatosi come gusto musicale già in precedenza, grazie alla musica prodotta dagli strumenti meccanici, su tutti l’organetto di Barberia. Il volume si inserisce nella collana VeStA (Visioni, Espressione, Scienze, Trasmissione, Arti), che intende documentare come «vengono originate, realizzate e trasmesse le forme di rappresentazione dell’immateriale».
A coordinare la ricerca è stata Placida Staro, autorevole etnomusicologa, etnocoreologa e musicista. Tra i collaboratori figurano: Michele Cavenago, animatore musicale e di danza, impegnato nella documentazione visiva dei contesti tradizionali; Romana Barbui, attiva nella formazione e nella documentazione della danza; Fabio Lossani, musicista e compositore attivo dagli anni ’70 a Milano, già membro della Cooperativa Musicale l’Orchestra e collaboratore di Radio Popolare.
L’opera si compone di tre parti articolate in più capitoli. Il percorso spazia dalla “memoria del ballo” allo stile musicale, con repertori analizzati attraverso ascolti, trascrizioni e interviste. Vengono esplorati i luoghi del ballo, le procedure di sala, le modalità di apprendimento e i racconti generazionali dagli anni ’30 a oggi, con un’analisi del ruolo dei suonatori e degli strumenti meccanici. Nelle conclusioni si problematizzano le prospettive dell’osservazione partecipante e dell’antropologia riflessiva, oltre alle questioni legate all’autorappresentazione della comunità dei ballerini.
In definitiva, il testo propone una traiettoria di ricerca che documenta un pezzo di storia milanese osservata attraverso la lente del ballo. Fondamentale per l'approfondimento è la presenza di codici QR che consentono di accedere a materiali audio, video, spartiti e documenti d’archivio.
Ciro De Rosa