Vanessa Moreno – Vanessa Moreno 22 out 2023 (Sesc Jazz, 2025)

Nel panorama del mecenatismo brasiliano il Serviço Social do Comércio (Sesc) propone un approccio “territoriale” con centri che promuovono educazione artistica e spettacoli. Questa volta, l’etichetta Sesc Jazz ha selezionato un concerto imperdibile, registrato il 22 ottobre 2023 al Sesc 14 Bis, il centro culturale del quartiere Bela Vista di san Paolo che ci permette di ascoltare la cantante Vanessa Moreno mentre esplora il repertorio bahiano accompagnata da Conrado Goys (chitarra), Joana Queiroz (clarinetto e clarone), Leandro Cabral (pianoforte), Rudson Daniel (percussioni), Vitor Cabral (batteria) e Fi Maróstica (contrabbasso e direzione). Con quest’ultimo, Vanessa Moreno aveva già registrato gli album “Vem ver” (2013) e “Cores Vivas - Canções de Gilberto Gil”. Tutti i musicisti si rivelano ispirati e ben amalgamati, a proprio agio sia nei territori della musica popolare brasiliana, sia dell’improvvisazione. Vanessa Moreno, cresciuta a São Bernardo do Campo (nello stato di San Paolo), è entusiasta di questa esperienza: “È stato bellissimo poter realizzare questo spettacolo in quel periodo perché ho potuto tornare alle mie radici, bahiane da parte di mio padre. Mi ha fatto capire come come questa parte che sento della Bahia mi attraversi. È stato l’impulso per conoscere e suonare con musicisti di lì e per poter riprendere frammenti che già facevano parte del mio percorso e metterli in un contesto più jazzistico”. Nel Teatro Raul Cortez, al Sesc 14 Bis, ha aperto il concerto con un due classici di quasi cinquant’anni fa: “Odara” di Caetano Veloso e l'ijexá “Toda menina baiana”, di Gilberto
Gil (inclusa a suo tempo anche in “Cores Vivas”), proseguendo con “Samba da minha terra” scritta nel 1940 da Dorival Caymmi e qui impreziosita dal clarinetto di Joana Queiroz. Il successivo samba-canção “Seu moço” riporta sotto i riflettori i compositori Roberto Mendes e Hermínio Bello de Carvalho che lo scrissero nel 1996 e la cantante paulista Fabiana Cozza che l’aveva registrato dieci anni per l'album “Partir”. I dieci minuti del brano sono, di fatto, divisi in due parti: alla prima metà, calma e malinconica, con un tempo lento, fa seguito un’energica e più veloce roda di samba del Recôncavo con Vanessa Moreno che torna in scena sostenuta dall’energia ritmico-armonica del pianoforte di Leandro Cabral per una ghirlanda di temi tradizionali. Fabiana Cozza è protagonista anche della successiva composizione di Roque Ferreira, “Dona das folhas”, tema afro-brasiliano del 2020 dove risaltano le percussioni di Rudson Daniel e la chitarra di Conrado Goys. La voce di Vanessa Moreno torna protagonista con tre brani arrangiati per far risaltare le diverse sonorità dell’ensemble. Quelle elettriche sono snocciolate alla perfezione nell’allegra “Barato total”, inno alla capacità di essere felici composto da Gilberto Gil, mago nel fondere versi a musica per plasmare le emozioni: in risposta alla paura che Caetano aveva degli scarafaggi (barata, in portoghese) Gil inventa rime rodariane che ci ricordano che quando decidi di star bene anche gli scarafaggi diventano divertenti (barato): una canzone che ha fatto la fortuna dell’album “Cantar” (1974) di Gal Costa. Il gruppo adotta invece un’atmosfera tutta acustica e intima per il samba “Dunas”, brano del 1993 di Rosa Passos e Fernando Oliveira che celebra la fine dell'estate a Salvador evocando, in particolare con la chitarra, la leggerezza della brezza marina. Si gira pagina con “Cego com cego”, canzone dedicata da José Miguel Wisnik e Tom Zé nel 1997 al sertão baiano le cui poliritmie vengono introdotte da shaker, clarino e voce per un crescendo che culmina nel canto “Quebradeira de coco” (di Roque Ferreira, 2004). In chiusura Moreno esplora il brano che da il titolo al suo ultimo album, “Solar” (2023), omaggia con un’estesa e jazzistica “Emoriô” il sodalizio compositivo João Donato-Gilberto Gil (1975) e richiama Fabiana Cozza per un bis dedicato a Iemanjá, al ritmo dell'ijexá “Agradecer e abraçar”, dal repertorio di Gerônimo e Vevé Calazans (1995). 


Alessio Surian

Foto di Lorena Dini

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