Può un linguaggio antico quanto il mondo come quello polifonico ancora essere usato per dirci qualcosa di nuovo? Sembra proprio di si, a giudicare da questo lavoro che ripropone l’antica tecnica musicale del contrappunto per raccontare la vita esemplare di Cristo attraverso canoni tradizionali. “Da Caminu”, questo il titolo del cd presentato non si pone come antitetico a “Du stabat” (di cui lo stabat mater rappresenta la forma parossistica), ma il camminare è posto come alternativa allo stato di immobilità che si prova stando fermi ai piedi della santa croce. Vecchie canzoni della tradizione popolare e sacra della Corsica, luogo eletto della musica vocale, vengono rievocate spesso con la tecnica dell’imitazione tra le voci che è alla base, guarda caso, della “fuga”, forma per eccellenza della polifonia in ambito classico e il cui solo nome fa pensare ad un inseguimento melodico, ovvero al procedere simultaneo di diverse voci.
I corsi Tempus Fugit sono Eric Natali, Patrick Vignoli, Sébastien Bonetti, Gérard Rossi, Pascal Renucci e Didier Cuenca. L’album è stato registrato nella chiesa di San Ghjisé a Bastia tra il 4 e il 7 maggio 2024 (registrazione, mixaggio e mastering sono di Fabrice Chantôme).
Il ciclo vocale selezionato, rigorosamente a cappella, è formato da tredici parti divise in tre atti, che si snodano in un percorso coerente attraverso l’invocazione (“Introitus”, “L’Omu”), la rottura e la resa dei conti (il ciclo “Vindicatio” e “Ultimu Spollu”), la sospensione (il ciclo “Ora”) e la liberazione finale (“Origine” e “Amen”). Già con l’invocazione degli apostoli: “Veni Santu Spiritu” nel primo brano, “Introito”, si percepisce la contaminazione tra lo stile polifonico e la canzone popolare e sacra corsa. L’insieme di questi due mondi conferisce movimento al brano come è nel programma del lavoro e da qui parte un camminare che diventa spazializzare. L’invocazione prosegue con “L’Omu”, la seconda traccia, in cui lo spirito si fa uomo che chiede la salvezza per i dolori del mondo. Momenti di stasi e preghiera sono rappresentati successivamente dai tre canti estrapolati dalla liturgia delle ore (“Ora III”, “Ora IV” e Ora VII”). Il meditativo “Kirie” è un momento parossistico insieme con i tre canti dedicati alla vendetta (“Vinditatio 3”, “Vindicatio 2”, “Vindicatio 1”). In effetti la musica come evento temporale è sempre un’alternanza tra stasi e movimento in cui anche il silenzio ha un significato espressivo e non è mai assenza di suono. La spazialità diventa un parametro musicale drammatizzato attraverso significanti musicali come respiri, sospensioni e spostamenti per toni interi. In questo momento del disco l’invito non è tanto a un cammino fisico, di cui la processione è esemplare, ma ci si interroga sul senso della vendetta, sulla legittimità della sua arcaica violenza, non è rappresentato quindi come un momento topico ma piuttosto come invito a un viaggio nella propria interiorità. Così l’incontro, lo stato nascente, le difficoltà, le perdite e le rinascite si annullano nel pellegrinaggio interiore e nel silenzio che ha un suo peso specifico, non misurabile cronologicamente e che diventa una scelta obbligata per chi non ha paura di entrare in se stesso. In “Origine” vi è un improvviso procedere che simbolizza l’evoluzione e la liberazione dell’uomo. Ancora un momento altamente liberatorio con dinamiche in pianissimo e piccoli crescendo lo si trova nel conclusivo “Amen”.
Questo cd non è solo godibile per la facile fruibilità, in quanto il linguaggio rimane sostanzialmente popolare, ma si pone come un’urgenza per l’uomo moderno che va sempre di fretta e ha perso il senso vero del camminare ascoltando e ascoltare camminando. Un viaggio introspettivo dunque che immerge in un cambio paradigmatico dell’ascolto musicale e che obbliga ad ascoltarsi.
tempvsfvgit.bandcamp.com/album/da-caminu
Francesco Stumpo
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