Spafford Campbell – Tomorrow Held (Real World, 2025)

Tra la nuova generazione di musicisti inglesi si impone, con modalità di innovazione più sperimentali, questo duo sicuramente degno di nota: il violinista Owen Spafford e il chitarrista Louis Campbell. “La nostra musica riflette le nostre origini”, racconta Campbell dalle informazioni del sito Real World, cresciuto nel Somerset e figlio di un chitarrista con una collezione di dischi che spaziava da Red Snapper a John Martyn e The Dirty Three. In seguito si è unito a una band post-rock ispirata a Sigur Rós e Godspeed You! Black Emperor, ha studiato al Royal Northern College of Music di Manchester e ha suonato come accompagnatore di Sam Lee, Sam Sweeney e Martin Simpson: scusate se è poco! “Siamo cresciuti nell’era di Internet, quindi abbiamo una gamma di influenze vastissima”, continua. “Il modo di suonare di Owen affonda profondamente nella tradizione, che rimane sempre presente; quindi, anche quando cerchiamo di creare un suono con un’energia propria, quel sottotesto trad non può mai sparire del tutto. Nonostante le differenze nei nostri percorsi musicali, condividiamo una priorità comune: esplorare una piccola idea specifica attraverso una lente più ampia”. Nato da genitori scrittori, Spafford si è appassionato allo stile violinistico dell’irlandese Caoimhín Ó Raghallaigh (The Gloaming). Per un periodo ha anche suonato con un circo itinerante dal fascino rétro. Cresciuto a Leeds, in una comunità locale con radici nella contea irlandese di Sligo, ha studiato composizione alla Royal Academy of Music; la sua installazione “Welcome Here, Kind Stranger” (su musica, memoria e comutà) è stata presentata al festival Rainy Days in Lussemburgo. È stato campione All-Britain di violino tradizionale e ha ricevuto una nomination al BBC Young Composer Competition. Parallelamente al duo, porta avanti The Weaving, il suo gruppo con Méabh Begley e Cáit Ní Riain, attraverso il quale persegue la sua passione per la musica tradizionale irlandese. Il primo incontro tra Spafford e Campbell è avvenuto nell’ambito del National Youth Folk Ensemble, diretto da Sam Sweeney con la collaborazione di un altro membro dei Leveret – gruppo di riferimento per il nuovo folk albionico – , Rob Harbron. Da lì è iniziato il loro tuffo nella tradizione musicale inglese, riletta con una lente creativa. Incidono “You, Golden” (2022) e l’EP “102 Metres East” (2024). Ora la prestigiosa Real World Records li ha messi sotto contratto e ha pubblicato “Tomorrow Held”, nel cui organico, oltre a Spafford (violino e voce) e Campbell (chitarre, voce e banjo), intervengono in alcune tracce anche Ben Nicholls (contrabbasso e basso elettrico), Alex Lyon (clarinetto) e Sean Rogan (batteria). Si tratta di un duo visionario: loro sono poco più che ventenni, eppure tracciano nuove strade erodendo i confini di genere. L’album si compone di otto brani strumentali con sporadiche sequenze vocali che creano spazi sospesi e fondono elementi di folk, post-rock, chamber music e improvvisazione. Interessante notare che dal vivo si esibiscono collocandosi uno di fronte all’altro, come in una conversazione intima. “Non si tratta certo dei tradizionali ruoli di melodia e accompagnamento tipici di molte coppie chitarra-violino”, afferma Campbell in un’intervista a Songlines (#212, novembre 2025). Spafford aggiunge: “I nostri strumenti hanno ruoli completamente uguali. Se uno di noi introduce un’idea durante l’improvvisazione, la risposta dell’altro non deve necessariamente rientrare nel ruolo della chitarra o del violino. In questa parità può nascere una sorta di conflitto e di tensione che risulta interessante”. Apre l’album la minimale “Cooper”, in cui l’archetto scivola con leggerezza fino a creare un drone, mentre la chitarra segue un processo iterativo che costruisce un dialogo tematico e si avvia verso una conclusione soffusa. Una certa inquietudine pervade “All Your Tiny Bones”, in cui i vocalizzi si posano su uno strato percussivo e timbri scuri di contrabbasso, basso elettrico e clarinetto basso. Il primo singolo, “MacGill”, parte come una slow air per aprirsi a squarci luminosi nelle costruzioni armoniche, collocandosi ai confini tra trad e jazz. La successiva “Look Up” è una sorta di interludio dominato dal fraseggio esplorativo del violino e da una chitarra elettrica fuzz. Quanto a “26” è un’improvvisazione ambient, cui segue la lunga title track (della durata di quasi quindici minuti), che si impone per il suo dinamismo: una tumultuosa chitarra elettrica effettata lascia spazio al timbro acustico e naturale del violino, che si distende magnificamente. Non meno sorprendente è “Will”, dove un pedale a effetti granulari crea loop e glitch che si insinuano tra tocchi di banjo, violino e batteria. Infine, “Four”, poco più di un minuto, chiude con un reel irlandese dall’andamento distorto e dall’imprevisto sapore industrial. “Tomorrow Held” impone un paesaggio sonoro d’impatto, seducente, onirico e, a tratti, inquietante, articolando strutture fluttuanti in un percorso musicale aperto, oltre l’ordinarietà. spaffordcampbell.bandcamp.com/album/tomorrow-held


Ciro De Rosa

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