Radio Tarifa – La Noche (Buda, 2025)

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Quando nel 1993 uscì “Rumba Argelina”, il suo principale artefice, Faín Sánchez Dueñas, originario di Valladolid, aveva già traslocato da Madrid ad Amburgo e dava priorità al mestiere di architetto quando si trattava di pagare le bollette. Percussionista e chitarrista, Faín, con un quattro tracce, fra il 1991 e il 1992, aveva arrangiato e registrato a casa sua, vari brani suoi e tradizionali, suonando darbuka, tamburello, guimbri, cümbüş e attingendo agli ambiti musicali che frequentava: flamenco, jazz, musica araba, musica medievale, musica africana. Alle registrazioni aveva collaborato un bel numero di musicisti (da Javier Paxariño a Javier Ruibal a Gerardo Nuñez) ma il nucleo di base rimaneva il trio con Vincent Molino (Montpellier) agli strumenti a fiato e al piano (uniti fin dal 1985 dalla passione per la musica medievale e araba) e Benjamín Escoriza (Granada) al canto (e alla scrittura dei versi). Lo studio del produttore Juan Alberto Arteche ospita le ultime registrazioni e a lui viene affidata la pubblicazione dell’album “Rumba Argelina” (per la sua etichetta Música sin Fin). Tarifa è il punto geografico più a sud della Spagna, a soli 33 chilometri dalle coste marocchine, il tratto più breve fra Europa e Africa. L’intuizione estetica e culturale di Faín Sánchez Dueñas era partita da lì per percorrere all’indietro il cammino di Santiago: liberare dalle gabbie armoniche
calate dall’Europa le ecologie sonore della penisola iberica. Se avete la fortuna di avere l’edizione con in copertina il dipinto di Anglada Camarasa tenetevelo stretto: gli eredi non hanno più dato il permesso di riprodurlo nelle edizioni successive. L’album funzionò col passaparola e divenne un riferimento delle onde radio “world music” in Spagna, Francia, Germania e Regno Unito dove approdò al Womad. Già nel 1994 la BMG si era premurata di acquistarne i diritti. Seguirono dieci anni intensi di tour e nuove registrazioni in studio, “Temporal” (1996) e “Cruzando el río “(2000), seguiti dagli album dal vivo “Fiebre” (registrato nel 2002 al Toronto Small World Music Festival) e “Live” (in presa diretta, il 25 luglio 2004 a Ramallah, in Palestina). A Barcellona, a Novembre 2006, avevano salutato il pubblico per un periodo di pausa che è durato fino al 2025. Purtroppo, il 9 marzo 2012 è morto (a 58 anni) Benjamín Escoriza: il nuovo album si apre con una sua composizione “La Noche” e con la sua voce (registrata nel 2004) intensa e profondamente espressiva, efficacemente
sostenuta dal gruppo che mette in campo anche le sue sonorità elettriche e graffianti, con Aziz Zahrioual violino, per rendere omaggio all’arte e alla memoria di Benjamín Escoriza. Nella migliore tradizione di Radio Tarifa, l’album offre quattro brani originali e dieci brani da tradizioni e influenze diverse: flamenco, polifonie medievali, castigliane, greche, bretoni, giapponesi (con la voce di Mizuki Wildenhahn) e rock. In assenza di Benjamín Escoriza sono stati invitati nove cantanti diversi, oltre a maestri di strumenti come l’oud (Hames Bitar, Ramiro Amusategui), il basso (Jose Juan Martinez, Juan Miguel Cabral), il violoncello (Aída Brandes-Hargrove, Chris White), la cornamusa (Merche Trujillo). Ad accompagnare la voce poetica di Blanca Paloma ne “La niña del Almendro” si uniscono con perfetta sintonia agli archi Jouad Ibiks e Wafir Sheik (che suona anche l’organetto). Magistrale la scaletta con brani con arrangiamenti capaci di sonorità inedite, tensioni e graffi alternati a oasi acustiche di poesia e dialogo fra strumenti perfettamente risonanti, sempre assecondati dai timbri delle percussioni. 


Alessio Surian

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