Conferenza Annuale European Folk Network, Fira Mediterrània Manresa (Spagna), 10 - 11 ottobre 2025

A Manresa, il 10 e l’11 ottobre, si è svolta la sesta edizione della Conferenza dello European Folk Network (EFN), un importante appuntamento annuale per gli operatori e le organizzazioni delle musiche e danze tradizionali del continente, dalle forme più antiche a quelle più contemporanee. La conferenza è stata organizzata con il sostegno della Hungarian Heritage House e in collaborazione con Fira Mediterrània che si svolge ogni anno nella città catalana, che è interamente coinvolta intorno alle arti tradizionali e di strada. Il programma della conferenza EFN ha alternato attività di networking, sessioni plenarie tematiche, workshop e panel di discussione.

Focus Strategico: Diversità e Inclusione (D&I)
L’agenda della conferenza ha posto un’enfasi significativa su “Diversità e Inclusione”, esplorando il tema attraverso diverse prospettive, tra cui l'equilibrio di genere, l’inclusione delle minoranze migranti, la programmazione culturale e le politiche pubbliche. Infatti, EFN non solo accoglie nel suo seno organizzazioni, operatori e artisti europei, ma anche rappresentanti di minoranze culturali ed etniche extra-europee che si sono stabilite sul continente nel corso della storia, conservando il loro patrimonio musicale.  

Venerdì 10 Ottobre: Dalla Pratica alla Politica
La discussione principale sulla D&I si è svolta di mattina, con una struttura che ha guidato i partecipanti dall'esperienza diretta di chi opera sul campo all'applicazione delle politiche. Il tema centrale del primo panel è stato “Rappresentazione culturale & Inclusione sociale”. Sono intervenuti Kutay Derin Kugay (Turchia), esperto di musica dell’Asia Centrale e Medio Oriente, che promuove artisti immigrati tramite radio, festival e l’etichetta 7/8 Music Productions; Imed Alibi (Tunisia), musicista e compositore, impegnato nella valorizzazione delle musiche tradizionali (in particolare del Maghreb), collaboratore di UNESCO e della conferenza professionale Visa for Music di Rabat e direttore di Artists in Exile a Parigi; Laia Canals (Danimarca), direttrice di Tempi, piattaforma danese per la world & folk music, e attiva nei progetti KeyChange (equilibrio di genere) e Another Life Community; Peter Van Rompaey (Belgio), fondatore di Muziekpublique, con grande esperienza nel lavorare con la musica tradizionale e con artisti di recente immigrazione attraverso l’organizzazione di vari festival e concerti a Bruxelles, la gestione di un’etichetta discografica e di una scuola di musica popolare. Il panel è stato moderato da Araceli Tzigane, membro del consiglio direttivo della rete EFN, agente artistica e co-fondatrice della Transglobal World Music Chart e di Mapamundi Música. La mattinata si è conclusa con l'intervento di Angharad Cooper (Direttrice del Centre for Music Ecosystems e Vicepresidente della European Music Council) su Diversità e Inclusione nelle Politiche Pubbliche. Ha esaminato come i concetti di D&I sono al centro delle politiche pubbliche dell'UE e dei futuri
finanziamenti per la cultura all’interno del nuovo programma Agora 2028-34 che è ancora oggetto di definizione.

Sabato 11 Ottobre: Giovani, Balcani e Minoranze 
La giornata di sabato ha combinato approfondimenti tematici con l’esplorazione di geografie specifiche. La giornata si è aperta con l'intervento di Suchet Malhotra, direttore del programma Ethno di Jeunesses Musicales International (JMI). Questo programma, attivo in oltre 40 Paesi, promuove un approccio democratico e peer-to-peer in base al quale giovani musicisti di musiche tradizionali di tutto il mondo si insegnano a vicenda le musiche delle proprie culture attraverso campi musicali internazionali, concerti e tournée. Da notare in Italia, la sezione Ethno Sicily legata all’Alkantara Folk Festival che ha accolto trentacinque partecipanti quest’estate sull’Etna per una settimana creativa, intensa e conviviale.  In linea con il focus di Fira Mediterrània 2026, si è tenuta “Realtà Creative nei Balcani”, una sessione plenaria dedicata a questa regione d’Europa ricca di lingue e tradizioni che da qualche anno, in particolare attraverso il progetto Creative Europe MOST MUSIC (2021/24), investe nel settore culturale e musicale per cambiare le logiche di mercato e gli stereotipi. Sotto il brand “Balcani” convivono una moltitudine e grande diversità di stili che pian piano fanno la loro strada oltre i confini della regione, accanto a stili più famosi negli anni 1990. La discussione ha visto l’intervento di  Rok Košir (Slovenia), presidente dello Slovenian Information Music Centre e direttore di MOST Music Agency, impegnato nella promozione di artisti dei Balcani e dell’Europa
dell’Est a livello internazionale; Bojan Djordjevic (Serbia), scrittore, docente ed esperto di cultura balcanica, nonché direttore artistico dei festival Todo Mundo, Pocket Globe e Ring Ring. Infine Bogdan Benigar (Slovenia), direttore artistico del prestigioso festival Druga Godba e membro del Forum of Worldwide Music Festivals. Il panel è stato moderato da Daina Zalāne, membro del direttivo della rete EFN e direttrice della ONG Lettone “Lauska”, che gestisce un’importante etichetta discografica e un festival. La mattinata si è conclusa riprendendo il tema D&I attraverso la lente della sopravvivenza culturale discussa nel panel “Lingua e Culture Minoritarie”. Qui si è analizzato come le comunità (sia indigene che di recente immigrazione) sono spesso costrette a inventarsi strategie di resistenza e resilienza per mantenere vive le proprie tradizioni e la propria lingua all'interno di altre culture dominanti. Sono intervenuti Ioana Aminian (Università di Vienna), sociolinguista specializzata in lingue e culture minoritarie; Danny KilBride (Regno Unito), direttore di Trac Cymru, la piattaforma nazionale per le musiche tradizionali del Galles, membro fondatore di EFN; Mehdi Aminian, etnomusicologo e fondatore di Roots Revival Association che lavora con musicisti afgani in esilio; Jaume Aspa (Catalogna), direttore di Col·lectiu l’Escambell, impegnato nella valorizzazione dell'uso della lingua catalana.

Networking e Interazione
Oltre alle sessioni di approfondimento, entrambi i pomeriggi sono stati dedicati ai gruppi di riflessione sulla D&I e sul futuro della rete European Folk Network. I partecipanti hanno condiviso esperienze e idee per progetti di cooperazione (archiviazione, educazione digitale, turismo culturale, fundraising, European Folk Day), i cui risultati sono stati poi riportati in assemblea.
Infine, le due sessioni Open Mic hanno dato l'opportunità ai nuovi membri della rete EFN di presentare un breve pitch delle proprie attività, facilitando il networking. Tra di essi: English Folk Dance and Song Society UK, Malta Festival Association, Beyond Borders UK, Transylvanian Heritage House ROU, Verdensfolk NO, Classijazz SP, Music Resilience Network EE.
L’intenso programma di lavoro si è alternato con gli appuntamenti sociali e culturali organizzati da Fira Mediterrània, in particolare gli showcase, garantendo un’esperienza completa ai delegati.

Una giovane rete che unisce le tradizioni d’Europa
Nata appena sei anni fa, la rete europea delle musiche e danze tradizionali EFN rimane un grande cantiere aperto – un organismo vivo, che cresce grazie all’energia, alla passione e alla visione dei suoi membri. Le sfide non mancano, ma è proprio nel processo di costruzione che si manifesta la sua forza: una comunità di oltre novanta organizzazioni e 40 operatori provenienti da più di 30 paesi, uniti dal desiderio di far dialogare le culture attraverso la musica, la danza e le arti tradizionali. Rimanendo una struttura non profit
e autofinanziata, la rete si fonda sull’impegno volontario di chi crede nel valore della cooperazione e nella potenza delle radici condivise. Per orientare il percorso, è stato recentemente istituito un gruppo strategico, i cui membri sono stati presentati durante la conferenza di Manresa, incaricato di accompagnare questa crescita collettiva insieme al consiglio direttivo - definendo le priorità per i prossimi cinque anni, rafforzando le connessioni tra i membri e facilitando la nascita di gruppi di lavoro tematici. Questi gruppi si concentreranno su aspetti chiave per il futuro della rete — come il fundraising, la presenza online e la valorizzazione delle competenze e degli interessi dei membri — con l’obiettivo di costruire, passo dopo passo, una comunità sempre più solida, visibile e sostenibile.
In un continente dove le tradizioni si intrecciano come fili di un grande tessuto, questa rete rappresenta non solo una piattaforma di incontro, ma anche un laboratorio di democrazia dal basso, di idee e di solidarietà culturale. Una promessa di futuro radicata nella memoria dei territori e delle comunità locali.

Eric E. van Monckhoven 

Foto di Saro Tribastone 

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