Patti Smith, ChorusLife Arena, Bergamo, 10 ottobre 2025

Il tour europeo di Patti Smith per il cinquantesimo anniversario del disco "Horses" passa in Italia per una sola data, a Bergamo, nella nuovissima struttura della ChorusLife Arena. In questo “smart district”, tra un albergo extra lusso, ristoranti raffinati, negozi e centri commerciali, stasera arriva un pezzo di quella New York degli anni Settanta nata nei bassifondi, nei locali piccoli e sporchi come il CBGB, nel lato selvaggio della strada cantato da Lou Reed. In quella New York dove si incontravano rock e poesia nasce il capolavoro Horses, disco epocale e tra i più importanti della storia del rock, che stasera Patti Smith riporta in scena eseguendolo per intero, accompagnata, oggi come allora, da Lenny Kaye e JD Daugherty, con l’aggiunta del fido Tony Shanhan e del sempre più bravo Jackson Smith. Se la scaletta della prima parte della serata quindi non sorprende, essendo la riproposizione del disco, ciò che colpisce è la forza con cui questa band di ultra
settantenni si esibisce, trasmettendo intatta la potenza di queste canzoni a cavallo tra rock e poesia, che hanno rivoluzionato la storia della musica dell’epoca. E quindi eccolo l’attacco tanto atteso, le note della tastiera che introducono “Gloria”: inizia lenta, poi accelera, entra la band e subito la serata si infiamma. Il pubblico, già conquistato, viene prima accarezzato dolcemente dalla reggaeggiante “Redondo Beach”, e poi graffiato da una versione arrabbiata e scatenata di “Free Money”. “Birdland” è un capolavoro di intensità, con la Smith che passa dalla poesia al cantato, la voce si alza, diventa roca, quasi rabbiosa. Quello che canta è la sua vita vera, e lo si vede da ogni sua minima espressione. Un brano quasi spossante alla fine del quale riprende il suo dolcissimo sorriso e ricorda che ora e il momento di girare il disco e ascoltare il secondo lato: l’allegra e divertita “Kimberly” apre la strada a “Break It Up”, scritta con Tom Verlaine, che racconta
essere stata ispirata da un sogno in cui Jim Morrison usciva da una statua di marmo. È uno dei momenti più intensi di questa prima parte del concerto. Patti Smith ricorda che proprio oggi esce la ristampa di “Horses”, e che trova bellissimo suonare proprio stasera a Bergamo questo disco registrato negli studi di Jimi Hendrix: a lui dedica “Elegie”, definendola una ‘piccola canzone’. La lunga suite “Land” unita alla ripresa di “Gloria” chiude il set con una versione travolgente, con la Smith che invita energicamente il pubblico (“come on little fuckers!”) finalmente ad alzarsi e raccogliersi sotto il palco. Per la carica emotiva e l’intensità, il concerto avrebbe anche potuto chiudersi qui, lasciando tutti ampiamente soddisfatti. Invece siamo solo a metà serata, e le sorprese stanno per arrivare. Un breve set in omaggio a Tom Verlaine e ai Television proposto dalla band con tre capolavori quali “See No Evil”, “Friction” e “Marquee Moon” dà
modo alla cantante di riprendere fiato per la cavalcata finale con quattro capolavori quali la splendida “Dancing Barefoot”, l’intensa “Peaceable Kingdom” (dedicata al popolo della Palestina), la rabbiosa “Pissing in a River”, ennesimo capolavoro di intensità, e l’attesa “Because the Night”. Quattro brani in cui Patti Smith non si è risparmiata, regalando al pubblico ancora grandi emozioni. Sembrerebbe finita qui, ma forse manca ancora qualcosa. La band rientra sul palco, Patti e i suoi musicisti si guardano tra loro sorridenti, divertiti e forse anche un po’ sorpresi, e con la stessa gioia e la stessa carica dimostrata durante tutta la serata riprendono a suonare con “People Have the Power”, tra l’entusiasmo del pubblico. Ancora una Patti Smith ha regalato emozioni, grande musica e pensieri profondi, con la carica travolgente di un'artista unica. 


Giorgio Zito

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