Daniele Cavallanti A World Of Sound – A Wall Of Sound (Felmay, 2025)

Nel panorama del jazz italiano, il nome di Daniele Cavallanti è da oltre quarant'anni sinonimo di una ricerca sonora libera, sfrontata e senza compromessi. Fedele alla lezione dei suoi numi tutelari – da John Coltrane a Ornette Coleman, passando per Archie Sheep – il sassofonista e compositore milanese ci ha consegnato, negli ultimi anni, lavori pregevoli come i dischi dei Nexus con il batterista Tiziano Tononi, o quelli con la straordinaria ed irripetibile Italian Instabile Orchestra, e non da ultimo il più recente “The Dreamtime” del 2023. A distanza di due anni da quest’ultimo, lo ritroviamo con “A Wall Of Sound”, terzo album del suo quartetto A World Of Sound, che segue i precedenti “A World of Sound Quartet” del 2014 e “Shadows” del 2019. Il gruppo, fondato da Cavallanti nel 2013, dopo la sostituzione nel 2015 del secondo sax tenore Gianluca Elia, nel frattempo trasferitosi a Copenhagen, vede protagonisti Francesco Chiapperini (sax salto, flauto e clarinetto basso), Gianluca Alberti (contrabbasso) e Tony Boselli (batteria), a comporre una formazione in grado di dar vita ad una perfetta commistione di potenza sonora e abilità nel muoversi attraverso la grammatica jazz. Rispetto ai precedenti lavori, questo nuovo album consolida non solo la visione del gruppo, ma anche la perfetta intesa tra i quattro strumentisti con il sax tenore del leader a tessere le fila di un brillante dialogo con sax alto, flauto e clarinetto basso, sostenuto dalle architetture ritmiche costruite dal contrabbasso e dalla batteria. Il risultato è un viaggio sonoro attraverso il free jazz degli anni Sessanta in cui le sonorità afroamericane sono declinate al futuro tra composizioni originali e riletture di pietre miliari del jazz, approcciate con vibrante sensibilità contemporanea. Il sound è avvolgente e denso, un vero e proprio muro di suono che avvolge l’ascoltatore conducendolo per mano alla scoperta delle radici del jazz. Nella musica del Daniele Cavallanti A World Of Sound non c’è spazio per la nostalgia o per i manierismi, ma piuttosto l’esigenza di reinventare la tradizione per guardare verso nuovi territori sonori. Il repertorio è una dichiarazione d'amore ai giganti del jazz, un dialogo fitto e rispettoso che unisce passato e presente. Accanto a due composizioni originali di Cavallanti – "S.O.S.", dedicata al trio di fiati Surman, Osborne e Skidmore, e "Downtown Braxtown", omaggio ad Anthony Braxton – il quartetto si misura con pietre miliari. Troviamo così la rilettura di classici di Wayne Shorter come "Armageddon" e "Charcoal Blues", la graffiante "Street Woman" di Ornette Coleman e un magnifico arrangiamento di "Jesus Maria" di Carla Bley, riscoperta attraverso la delicata versione del Jimmy Giuffre Trio. Ad aprire il disco è "S.O.S.", firmata da Cavallanti, un omaggio al trio composto da tre figure chiave del free jazz europeo John Surman, Mike Osborne e Alan Skidmore, e non è un caso che si sviluppi intorno al dialogo serrato tra i fiati ad avocare l’urgenza creativa e la libertà espressiva che pervase quella storica scena musicale. Si prosegue con la superba versione di "Armageddon" di Wayne Shorter, tratta da “Night Dreamer” del 1964 e qui proposta con una energia tellurica e una libertà improvvisativa che esalta il tratto moderno di questa composizione. Se “Downtown Braxtown” di Cavallanti è un omaggio Anthony Braxton, la successiva "Jesus Maria" arriva dal repertorio di Carla Bley e si caratterizza per il suo lirismo quasi sospeso in cui spicca il contributo di Chiapperini che si destreggia tra flauto e clarinetto basso imprimendo al brano un’atmosfera quasi rarefatta. Ritroviamo Wayne Shorter ancora con un estratto da “Night Dreamer” con la bella rilettura di "Charcoal Blues" che diventa la base di partenza per un’esplorazione sonora senza limiti. Chiude il disco "Street Woman" di Ornette Coleman da “Science Fiction” del 1972 che rialza il tasso elettrico del disco, conducendoci in una immersione free funk con il fondamentale contributo di Alberti e Boselli che innalzano una perfetta struttura ritmica su cui si muovono liberi i sax di Cavallanti e Chiapperini. "A Wall of Sound" è un disco che richiede un attento ascolto, ma che sa regalare un’esperienza sonora da vivere a fondo per quanti considerano il jazz un vero e proprio atto culturale e non mero intrattenimento. danielecavallanti.bandcamp.com/album/a-wall-of-sound  


Salvatore Esposito

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