Tra le latitudini atlantiche di 36, 27 e 15 gradi si colloca la Macaronesia (denominazione di origine greca che equivale a Isole Fortunate o Isole dei Beati), un insieme di arcipelaghi: Azzorre, Madeira, Canarie e Capo Verde. Un ponte sonoro tra queste terre insulari lo getta “Entre Ilhas” (Tra le Isole), un album musicale – si tratta del primo volume – ideato da Adê da Costa, musicista e produttore capoverdiano per lungo tempo residente a Tenerife, il quale, in collaborazione con Pablo Queu (nome artistico di Pablo Quintana), musicista e produttore di Gran Canaria, ha realizzato questo progetto di reinterpretazione di materiali folclorici delle isole in forma collaborativa e contemporanea, da un lato per enfatizzare la diversità culturale e dall’altro per mettere l’accento sulle profonde connessioni tra le isole della Macaronesia, soprattutto a livello musicale.
Sostenuto dal Cabildo di Gran Canaria e dal Ministero della Cultura e delle Industrie Creative di Capo Verde, il progetto ha un sapore “mestizo” e non filologico, e sottolinea il ruolo della musica come agente di trasformazione e motore di consapevolezza collettiva. Oltre ad Adê da Costa e a Pablo “Queu” Quintana (chitarra a 7 corde, chitarra elettrica, laúdes, synth basso, percussioni e backing vocals), nell’album suonano artisti della scena musicale atlantica: Fattú Djakité (voce), Hilar (voce), Josslyn (voce), Sylvie Hernández (voce), Julia Rodríguez (voce e timple), Ste Ste YepSom (rap), Yeray Rodríguez (voce recitata), Yone Rodríguez (timple), Jurandir Santana (viola caipira, chitarra acustica, spagnola ed elettrica), Roberto Moniz (viola de arrame), Derque Martín (timple), Palin Vieira (chitarra a dodici corde, chitarra spagnola e cavaquinho), Marta Bautista (contrabbasso), Marcos Pulido (tromba), Olushola Emmanuel (basso), Gabriel Casanova (hammond), Ndu Carlos (batteria e percussioni), Juan Guillermo Aguilar (batteria e percussioni), Santiago Arroyo (percussioni), Mingo Quintana (percussioni delle Canarie), Rodrigo Marta (batteria) e Carlos Avatar (backing vocals).
Apertura significativa con “Aires del Atlántico”, introdotta dai suoni del mare, della nave e del bucio, la conchiglia, sullo sfondo, che si intrecciano con la décima di Yeray Rodríguez, repentista e poeta di Gran Canaria, per poi lasciare il ruolo di voce principale a Julia Rodríguez, cantautrice e suonatrice di timple di Fuerteventura, che interpreta un aires de lima, un genere canario che, a tratti, ricorda la morna di Capo Verde sull’intreccio di corde (viola de arame, timple e chitarra a sette corde).
Veleggiamo proprio verso Capo Verde con “Terra Querida”, coladeira rimescolata in forma sonora contemporanea, per la voce di da Costa e Josslyn e il rap di Ste. La successiva “Nós Tradison” è segnata dal ritmo del tamburo, al ritmo di tabanka (il ritmo fu proibito dai colonizzatori portoghesi ma divenne fondamentale nella lotta per l’indipendenza, dando origine a nuovi generi come il batuk ascoltabile nella parte finale del brano). Qui Adê duetta con Fattú Djakité, cantante d’origine guineana ma cresciuta a Capo Verde. Adê e la canaria Julia Rodríguez uniscono le loro forze nella nostalgica morna “Simples Cabverdian”, che vuole celebrare la diaspora capoverdiana.
Ha un profilo jazzato “La Corriente”, una ballata lieve, cantata dalla coppia Sylvie Hernández e Hilar, il cui testo parla delle acque che uniscono tutta la regione della Macaronesia.
Segue lo splendido “Las Afortunadas”, manifesto strumentale dell’album, incentrato sul profluvio argenteo di corde (timple canario, viola di Capo Verde, viola de arame di Madeira e viola da terra delle Azzorre). Con “Serteza” le sonorità capoverdiane si allargano verso i Caraibi. Il brano riporta al periodo successivo all’indipendenza di Capo Verde, quando molti si chiedevano se il paese potesse andare avanti come nazione indipendente senza la sovranità portoghese. Il tempo è passato e si riafferma che è valsa la pena lottare. In “Boca Tarde” Adê si protende verso il Brasile innestando una spinta elettrica di chitarra mentre si dà spazio al racconto della quotidianità, della vita di tutti i giorni della gente comune delle isole. Infine, “El Lugar Del Que Yo Vengo”, motivo dalla fisionomia leggera, chiude il disco riaffermando l’orgoglio per le proprie terre, luoghi ricchi di storie da narrare. Sylvie Hernández e Ivan Torres duettano accompagnati da chitarre, piccoli cordofoni e sezione ritmica (basso, batteria e percussioni). Il brano, selezionato come inno ufficiale del Festival Soltura 2025 tenutosi a Gran Canaria, vuole essere il brano “anthem” del progetto.
“Entre Ilhas” è un elogio dell’insularità, ma anche delle conversazioni sonore e culturali attraverso i secoli, del viaggiare lungo le rotte atlantiche, nel passato come nel presente. Un approccio fresco e originale. E il viaggio continua…
Ciro De Rosa