Trio Tresca – Alla Leggera - Canti Popolari Toscani, D'Amore e D'Anarchia (Radici Music, 2025)

Attivo ormai da un ventennio, il Trio Tresca nasce ad Arezzo dall’incontro tra Giorgio Castelli (voce e fisarmonica), Stefano Tartaglia (piffero, flauto dritto e chalumeau) e Silvio Trotta (chitarre, mandolino, mandola, bouzouki e chitarra battente), tre strumentisti con alle spalle una solida esperienza di ricerche sul campo, maturata sin dagli anni Ottanta, e accomunati dal desiderio di rileggere la musica tradizionale degli Appennini dalla Liguria all’Umbria. Nel corso degli anni, hanno ampliato sempre di più il loro repertorio spaziando dai canti tradizionali e di lavoro della Toscana alle musiche da ballo delle Quattro Province, per toccare la Tarantella di Montemarano, il tutto riletto con arrangiamenti prettamente acustici nei quali le corde dialogano con mantici e fiati, e la voce di Castelli: calda, corposa, senza filtri né artifici, capace di farsi ruvida e potente nei brani di protesta, accorata e intima nelle canzoni d’amore, e ironica quando il testo lo permette. Il loro nuovo album “Alla leggera. Canti popolari toscani, d’amore e d’anarchia”, raccoglie tredici brani nei quali si intrecciano storie di vita, memorie contadine, passioni, lotte sociali, duro lavoro e emigrazione verso un futuro migliore, ma anche amore, passioni e balli campestri nelle aie. In questo senso, il titolo rappresenta non solo un riferimento a uno dei brani, ma anche una dichiarazione d’intenti: interpretare questi canti con rispetto, evitando eccessiva rigidità filologica e permettendo alla musica di mantenere vitalità ed espressività nel presente. La selezione dei brani, effettuata da Castelli secondo criteri rigorosi e aderenti al proprio sentire, testimonia una coerenza sia etica che musicale. Come si legge nelle note di copertina, il disco è nato “dal desiderio di dare concretezza materiale a quel personale repertorio canoro, ma porta inevitabilmente anche il segno della lunga attività dei trioTresca come suonatori di balli tradizionali”. L’ascolto si apre con “La Leggera”, uno dei primi canti del proletariato moderno (cfr. Jona E., Liberovici S., Castelli F., Lovatto A., “Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi”) diffuso nella zona dell’Appennino Emiliano e qui proposto in una bella versione dove le corde di Trotta tracciano la linea melodica su cui si inseriscono i mantici della fisarmonica di Castelli. Si prosegue con il canto d’amore “Se tu ti fai monaca” e la struggente “I Sirio”, introdotta dallo stornello “Allegri Allegri: disse la Maremma” e nella quale viene raccontato il naufragio del Piroscafo Sirio, carico di carico di emigranti italiani diretti America, avvenuto nel 1906 sulle coste della Spagna. Di grande suggestione è il tema melodico suonato dal piffero di Tartaglia ad intercalare le strofe cantate da Castelli. Il dolce canto nuziale del XVI secolo, “Cinquecento cantenelle d’oro”, raccolto da Caterina Bueno in Toscana negli anni Sessanta, è proposto con un arrangiamento giocato sui ricami delle corde di Trotta e i mantici di Castelli nei quali si inserisce il piffero di Tartaglia. Se “La montagnola” è un canto d’amore del pistoiese, la successiva “Quando lo pecoraro va in Maremma” è una ninna nanna, proposta nella versione raccolta dal compianto Riccardo Marasco a Pitigliano (Gr). La bella rilettura di “Mampresa” su testo tradizionale messo in musica Gabriele Modigliani, ci introduce a “La Polesana”, un ballo veneto con il piffero e la ciaramella di Stefano Tartaglia a guidare la linea melodica e le corde di Trotta reggere la ritmica. Arriva, poi, “Canto a Caserio” di Pietro Gori in cui viene ricordata la figura dell’anarchico Sante Caserio, ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese. “Sento il fischio del vapore” è un omaggio a Giovanna Daffini, vede Giorgio Castelli duettare con Lisetta Luchini e nella quale spicca una citazione della monferrina delle Quattro Province guidata dal piffero di Stefano Tartaglia, mentre le corde di Silvio Trotta sono il contrappunto perfetto nel sostenere ed esaltare ogni frase ritmica con eleganza e precisione ritmica. Il canto di lavoro “Tutti mi dicon Maremma” ci conduce verso il finale con “Italia bella, mostrati gentile”, quest’ultima arricchita da una tarantella d’archivio registrata a Castell’Azzara nel 1984. da Giuseppe M. Gala nel 1984 (pubblicata nel cd “Trescone a veglia” Firenze, Taranta, 2001. Ethnica, 13) e il canto partigiano “Dai monti di Sarzana”, inno della formazione del Battaglione anarchico Gino Lucetti che a lungo ha combattuto nel Carrarese. “Alla leggera” è un disco di puro artigianato sonoro, realizzato con passione, ispirato e curato nei dettagli che intreccia la tradizione musicale toscana con suggestioni e repertori affini, ricordandoci la ricchezza della cultura orale appenninica. triotresca.bandcamp.com


Salvatore Esposito

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