I caleidoscopici attraversamenti sonori dell’Ariano Folk Festival. Incontro con il direttore artistico, Francesco Fodarella

Nel 2025 l’Ariano Folk Festival raggiunge la sua XXIX edizione. Nato e organizzato dall’Associazione Red Sox, il Festival è diventato un punto di incontro per la comunità e per i visitatori, costruendo negli anni un modello di turismo musicale che privilegia identità sonore migranti. Questo approccio garantisce un palinsesto che porta sul palco artisti di alto livello, lontani dai circuiti mainstream e dai “soliti nomi” che spesso riempiono le piazze, evitando così provincialismi e sprechi di denaro pubblico. Quattro giorni di concerti, set diurni e notturni, performance, incontri e scambi, in un territorio crocevia dalla storia secolare, situato nel cuore dell’Appennino a 800 metri di altitudine, al confine con la Puglia: una finestra aperta sul mondo, pronta all’accoglienza e alla condivisione. 
Nelle traiettorie sonore dell’AFF, in quasi trent’anni – traguardo tutt’altro che scontato in Italia, soprattutto in un’area non turisticamente massificata come questa parte di Irpinia – sono transitati nomi di rilievo del panorama folk, world & global, musicisti spesso selezionati per l’Expo WOMEX o per altri festival e fiere di riferimento nel network delle musiche del mondo. Quest’anno l’appuntamento è fissato dal 21 al 24 agosto, con tre palchi – Main Stage, Folkstage e Sonazone – che scandiranno la musica nell’arco della giornata. Ne abbiamo parlato con Francesco Fodarella, direttore artistico e “hefe” del Festival.

L’AFF è noto per essere un festival inclusivo che coinvolge la comunità locale in una festa collettiva: come si manifesta oggi questo spirito?
Il presupposto iniziale era proprio l’aggregazione, e forse questa naturale attitudine lo rende diverso da tanti altri appuntamenti, riteniamo, tenuto conto che è basato sul puro volontariato, che il rispetto reciproco, la responsabilità e il sacrificio condiviso siano stati gli elementi necessari per renderlo cosi longevo.    

Lo abbiamo discusso più volte, ma vale la pena ribadirlo: quali sono le difficoltà nel portare avanti una rassegna come l’AFF?
Nel corso dei primi ventinove anni appunto, è cambiato radicalmente il modo di organizzare, programmare, sostenere e vivere un festival; ci siamo sempre adattati gradualmente  ai cambiamenti e non con poche difficoltà, chiaramente, cosi come confermano altre strutture amiche, le criticità burocratiche, le immani responsabilità nei confronti delle istituzioni e la poca considerazione che si vuol dare ad attività culturali come i festival, sono condizioni che non incentivano le nuove generazioni ad avvicinarsi all’organizzazione, e creare un necessario cambio generazionale che è indispensabile per il futuro di un festival.     

Quali novità ci sono nella location e nell’accoglienza rispetto alle ultime edizioni, segnate anche da una diversa collocazione forzata dei concerti?
Purtroppo anche quest’anno per via del prolungarsi di lavori che insistono sulla piazza Calvario, locazione, naturale del festival, confermiamo quella dell’anno 2024 ovvero la locazione di Piano della Croce ad Ariano Irpino, in attesa del trentennale del 2026 dove contiamo vivamente di recuperare la sede ideale e comoda dell’AFF. Per l’accoglienza è di nuovo attivo il Volkcamp, il campeggio ufficiale dell’Ariano Folk Festival. Un piccolo villaggio libero tra le colline dell’Irpinia, dove ogni tenda è una storia che prende vita, e la musica… non dorme mai. Uno spazio per respirare aria buona, svegliarti con le percussioni, ballare sotto le stelle, suonare all’alba, condividere cibo, racconti, e vivere al ritmo del cuore folk dell’Irpinia.

Questa edizione ha un’idea sonora guida che lega gli artisti in programma?
La programmazione di un festival, è sempre particolare, vorrebbe soddisfare ogni palato e questo è impossibile; quella dell’AFF che da sempre guarda al mondo con un occhio alle nuove tendenze, risulta complicata, soprattutto di questi tempi, dove è in atto una inesorabile, ahimè, virata commerciale e artificiale paurosa, secondo il mio punto di vista, quindi che succede? Succede che ci prendiamo le nostre responsabilità nel selezionare cercando di basare la ricerca sulla qualità e sulla proposta culturale che le band comunicano, quindi incuriosire il pubblico a scoprire nuove culture, suoni e tradizioni per non soddisfare una linea mainstream; pertanto l’idea sonora dell’AFF è da sempre un caleidoscopio irresistibile che stupisce il nostro pubblico. In tempi che invitano alla chiusura, AFF sceglie la multiculturalità, la diversità, la sostenibilità economica e umana, e lo facciamo con la musica come linguaggio comune. 

Negli ultimi anni la presenza di delegati internazionali e direttori di festival ha favorito il confronto e la nascita di scambi e la creazione di nuovi network. Ci saranno delegazioni straniere anche quest’anno?
Quest’anno meno dell’anno scorso, purtroppo abbiamo avanzato le date di una settimana e molti delegati sono già impegnati altrove con le loro attività. Per l’anno prossimo, per il nostro trentennale possibilmente, si organizzerà un grande happening.  

Guardando al cartellone, quali artisti meritano particolare attenzione?
Ogni artista che vedrete qui è stato scelto con cura, con visione e con cuore. Perché vogliamo continuare a essere un contenitore sociale vivo, inclusivo, acceso. Brutto fare nomi, andrei a sminuire progetti validissimi. Pertanto consiglio: Rogè, Veeble, Molycash, Ivo Dimchev, Marco Castello, Another Taste, An Dannsa Dub, Santrofi, Sowe, Joe Yorke, Son Rompe Pera, Alamedasoulna, Psyco Drummers, Psicho Phono, Sangennaro Bar, Mondo Cane e Dj Panko.  

A chi si avvicina per la prima volta all’AFF: cosa lo rende un appuntamento imperdibile?
Chi non è mai stato all’AFF deve venire stop… Perché? Perché si respira prima di ogni cosa calore umano, famiglia e coinvolgimento sociale che a volte sorprende anche noi organizzatori; poi la musica, con diverse prime nazionali che dovrebbero suscitare interesse nei cultori. Vi aspettiamo a 817 mt di altitudine nel cuore dell’appenino meridionale, dove la gastronomia ha la sua forte identità! L’AFF vi aspetta dal 21 al 24 agosto per risuonare insieme, per ritrovarci, per ricordarci che alcuni mondi suonano meglio di altri — ma solo se li ascoltiamo con il cuore aperto.

info@arianofolkfestival.it

Ciro De Rosa 
 

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