Festival Itinerante e Concertone de La Notte della Taranta, XXVIII Edizione, Melpignano (Le), 1 - 29 agosto 2025

Il breve recital tra musica e canti rappresenta il punto di arrivo di una serie di laboratori di musica e danza, ma anche di attività di ricerca, scrittura creativa e workshop con i musicisti e danzatori dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta. A seguire è salito sul palco un gruppo di studenti della Grecìa Salentina che hanno proposto uno spettacolo corale di canto, musica, danza e recitazione, guidati da docenti ed esperti sotto la direzione del maestro Doriano Longo. Molto commovente il momento dedicato ai ragazzi dell’associazione “iSemprevivi”, impegnata nella cura e nel reinserimento di persone con disagio psichico, che ha fatto da preludio al cuore del Pre-Concertone con “Festa Adriatico Balcanica”, con la direzione artistica di Enza Pagliara. Si è trattato di un vero e proprio concerto nel concerto che ha guidato gli spettatori in uno straordinario itinerario sonoro che si è dipanato tra le due sponde dell’Adriatico tra Salento, Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania, intrecciando canti, musiche e tradizioni, con gli arrangiamenti di Nino Ademovic. Ad accompagnare sul palco la cantante e ricercatrice salentina, un supergruppo composto da Dario Muci (voce e chitarra), Gergana Dimitrova, voce di Eva Quartet e del coro “Le Mystere des Voix Bulgares”, la cantante e suonatrice di lira cretese Niki Xylouri, figlia del leggendario Psarantonis, i potenti fiati di Giorgio Distante (tromba) e Giovanni Chirico (fiati, ottoni), le corde di Gianluca Longo (mandolino), i mantici di Antongiulio Galeandro (fisarmonica), e la sezione ritmica composta da Mario Esposito (basso) e Cristian Martina (batteria). Il set intenso e serratissimo ha visto le voci di Enza Pagliara e Dario Muci alternarsi e scambiarsi canti con quelle di Gergana Dimitrova e Niki Xylouri, dando vita ad un intrigante dialogo, per giungere ad un finale travolgente. La serata è entrata
nel vivo con il Concertone, intitolato “Sotto lo stesso cielo” e con la direzione del Maestro concertatore David Krakauer, noto per le sue esperienze con Klezmatics e Klezmer Madness!, e considerato uno dei principali innovatori della moderna musica klezmer. Nel presentare l’evento conclusivo del festival, Massimo Bray, presidente della Fondazione la Notte della Taranta ha sottolineato: “Per i Padri costituenti la cultura rappresentava la forma più alta di educazione per i cittadini del futuro. Allora non c’era un’idea di mercato legata ai beni culturali: oggi la realtà è diversa, ma questo non deve spostarci dal nostro compito. Dobbiamo fare bene il nostro mestiere, contribuire alla formazione dei cittadini, offrire messaggi di pace e speranza. E anche preoccuparci di assicurare a progetti come questo investimenti importanti, come riusciamo a fare grazie al sostegno delle istituzioni e non solo. Ma prima di tutto la Notte della Taranta è e deve restare una festa: una festa di allegria, di pace, di convivenza. Il titolo scelto quest’anno, Sotto lo stesso cielo, parla da solo: la cultura unisce, crea ponti, non divide mai. Non conosce nemici, non ha nulla a che fare con guerre e conflitti, ma getta le basi della convivenza civile”. Nell’analisi complessiva della serata, va riconosciuto sicuramente come dal palco di Melpignano sia giunto un potente grido di pace in un momento in cui l’orologio della storia è tornato a segnare sempre più di frequente l’ora della guerra, tuttavia in tali circostanze è molto facile cadere nella retorica, come è avvenuto con il ricordo di Pippo Baudo, evidentemente fuori contesto. Belle,
in ogni caso, le scenografie realizzate partendo da una serie di quattro tavole di disegni originali di Pietro Ruffo, donate alla Fondazione e tradotti in elementi visivi da Leftloft. Ad aprire, il concertone sono state le voci dell’Orchestra Popolare: Antonio Amato, Consuelo Alfieri, Alessandra Caiulo, Salvatore Galeanda, Ninfa Giannuzzi, Stefania Morciano, Dario Muci, Giancarlo Paglialunga e Enza Pagliara che hanno proposto la “Pizzica di Aradeo” con il brillante intervento della rapper SarahMK, a cui è seguita una trascinante “Mujerima pe’ la musica è pazza pazza” con il clarinetto di David Krakauer a guidare l’orchestra popolare. La sensazione è che alla base degli arrangiamenti vi sia stato un importante lavoro del maestro concertatore che abbia portato fuori da certe secche in cui si languiva negli anni precedenti in cui si è vissuto di rendita sul lavoro di Daniele Durante, per approdare verso un sound dal respiro più ampio in cui i fiati, ed in particolare il clarinetto, giocano un ruolo determinante. A riguardo, Krakauer ha sottolineato: “La pizzica è uno stile musicale estremamente diretto, viscerale, autentico. E credo che ascoltando le vecchie registrazioni del klezmer degli anni ’20 si possano cogliere molte somiglianze con i materiali raccolti in Salento da Alan Lomax e Diego Carpitella negli anni ’50 da cui sono partito: sono tutte espressioni immediate, vibranti, di emozioni pure. Per me è fondamentale che il pubblico, fin dal primo ascolto, riconosca la pizzica, riconosca la musica del Sud Italia, del Salento. Non deve sembrare un collage o un’imitazione, ma deve emergere con chiarezza la
sostanza di quella tradizione, anche se arricchita da qualcosa di nuovo, di diverso”
. Tuttavia, il lavoro compiuto ci sembra porre troppo in secondo piano il suono dei tamburi a cornice, inserendoli in una architettura ritmica sicuramente coinvolgente, ma che ne penalizza l’impronta timbrica. Il primo ospite della serata è stato Giuliano Sangiorgi, salentino doc e frontman dei Negramaro, già protagonista dell’edizione 2007 diretta da Mauro Pagani e tornato sul palco di Melpignano per presentare il videoclip del suo brano inedito dedicato agli ulivi distrutti dalla Xylella, “Lu carcaturu”, per la regia di Edoardo Winspeare e girato nelle campagne leccesi con la partecipazione di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, étoile e primo ballerino del Teatro alla Scala. A seguire ha proposto con l’Orchestra Popolare: “Quannu te lai la facce la matina” e “Lu rusciu de lu mare”, interpretati con troppa enfasi, con quest’ultimo non molto a fuoco. L’Orchestra è tornata protagonista con Stefania Morciano che ha interpretato “Sta strada”, mentre la corale “Nun aggiu vistu mai sole de notte” ha fatto da preludio all’arrivo sul palco di Serena Brancale con il divertente singolo sanremese “Anema e core” e una coinvolgente “All’acque, all’acque”. Tra i vertici della serata da ricordare ci sono sicuramente la struggente ninna nanna “None none nanna” cantata da Enza Pagliara, il ritorno sul palco di Melpignano di Antonio Castrignanò che ha letteralmente travolto il pubblico con “Aria Gaddhipulina” e “L’acqua del la funtana” e la dolcissima “Nunna Nunna” cantata da Dario Muci. Applauditissimo dal pubblico è stato
anche Ermal Meta che ha interpretato la sua “Mediterraneo” e il tradizionale “Lule Lule” in lingua arbëreshë, mentre l’Orchestra ha proposto uno struggente “La furtuna” cantata da Alessandra Caiulo e “La Coppula” con la voce coinvolgente di Antonio Amato. Se particolarmente intensa ci è sembrata la resa di “Beddha ci dormi” della siciliana Anna Castiglia, talento emerso da X-Factor, piuttosto incolore è stata la partecipazione di Settembre che si è limitato ad eseguire con l’orchestra la sua “Vertebre” che ha segnato il punto più debole della serata. Durante i vari brani, non sono mancate le danze con protagonista il corpo di ballo, diretto da Fredy Franzutti, che ha messo in scena quadri spettacolari, ma nei quali la tradizione era visibile solo in controluce con la pizzica pizzica ridotta a performance da prima serata, piena di passi codificati, duetti da manuale e gruppi disposti a favore di camera con alcune coreografie come quella su “Pizzica di San Vito” che ci hanno lasciato veramente perplessi (per usare un eufemismo). Molto interessante è stato invece l’esperimento di intreccio tra tradizione klezmer e quella salentina con “Der heyser bulgar aremu” che ha visto il canto griko “Aremu rindineddha” riletto dall’Orchestra sulla melodia di “Der Heyser Bulgar”. Altri vertici della serata sono stati l’irresistibile “Nazzu Nazzu” cantata da Ninfa Giannuzzi e il set del Canzoniere Grecanico Salentino, che ha celebrato i Cinquant’anni di storia con una rovente “Pizzica Indiavolata” e una gustosa “Lu Giustacofane” da “Canzoniere” del 2017, disco che li ha proiettati nella scena world internazionale. Nel segmento finale del concertone, l’Orchestra Popolare ha eseguito “Teresina” interpretata da Salvatore Galeanda e l’anteprima del brano “Saluterò di nuovo il sole” di Domenico Turi, e TÄRA, giovane e potente voce italiana di origine palestinese ha cantato la sua “Araba fenice”. Finale come da programma con le corali “Rirollalà” e “Kalinifta” che hanno chiuso la lunga notte del Concertone 2025. Un concertone che ha confermato le contraddizioni di un festival che seguita a procedere tra luci ed ombre. Il festival, però, continua con un ultimo appuntamento il 29 agosto ad Alessano con Taranta Project e Jonica Popolare.


Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia