Kristen Noguès | John Surman – Diriaou (Souffle Continu, 2025)

“Lei dorme, noi camminiamo tra due notti che non dormono, lei dorme, noi cerchiamo colei che sa cosa stiamo cercando” (Yvon Le Men)
Kristen Noguès, per tutti confidenzialmente Logodennig (Sorrisetto), è stata la più luminosa, rarefatta e tragica luce del firmamento musicale bretone. A contrasto con una taglia fisica da hobbit, possedeva enorme figura nel talento e rimane tuttora presente nell’immaginario, nonostante brevità ed evanescenza. “Stella cadente che ha lasciato una polverina dorata sulla sua scia” la definirà puntualmente Melaine Favennec e come delle stelle si continua a vedere la luce prodotta dalla radiazione elettromagnetica, così il suo bagliore si protrae diuturnamente: è di fine agosto scorso a Douarnenez la proiezione del documentario “La Harpe De Kristen” realizzato da Pauline Burguin e François Gorinnon. Un infame destino, come in una favola finita male, si è assurdamente accanito con crudeltà sulla sua fragile figura, finendola con una micidiale setticemia il 5 aprile 2007. Oggi la musica di questo insperato disco in duo con John Surman riporta alla mente qualcosa di disperso nel tempo, rimettendo in scena, quasi si trattasse di un ipotetico regista di luoghi metafisici, la perpetua malinconia di una Bretagna crepuscolare e immaginifica. È la dolente e spirituale selezione di quattro incontri musicali intimi registrati nell’estate 1998 da Tanguy Le Doré nel corso del Festival Dre Ar Wenojenne in alcuni romiti luoghi rurali del Morbihan: la Cappella di St. Hervé di Gourin (2 luglio), il Cabaret Nomade di Glomel (3 luglio), l’Abbazia di Buon Riposo St. Gelven (4 luglio) e la Chiesa di Ploërdut (5 luglio). Oggi si parlerebbe di viaggio tra tradizione e modernità oppure di appuntamento tra sogno e onirismo celtico alla ricerca di profondità, universalità e multiculturalità. Le composizioni, perlopiù di Kristen Noguès, provenivano in gran parte da Kernelec che aveva inciso in solitaria quasi una decina di anni prima. Il merito della realizzazione va alla piccola label francese di musica underground Souffle Continu, a Guy Le Querrec (rinomato fotografo di jazz e Bretagna) e soprattutto a Ben Surman che ha restaurato le vecchie registrazioni conservate dal titanico padre. Unico appunto alla produzione: l’assenza di libretto interno e quindi di informazioni riguardanti le composizioni ma a quello fortunatamente possiamo rimediare per testimonianza diretta: Kerzhadenn (Viaggio) è canto d’amore scritto su melodia di Gildas Beauvir e narra di una evasione nei sogni ispirata dalla lontananza della persona amata. Un insieme di soluzioni armoniche che partono dal solo sax per introdurre dopo un paio di minuti, il tema principale “ogni volta che le mie dita corrono lungo le corde dell’arpa, è come se sognassi, come se ti amassi, nessun suono resta presente nel mio cuore se non quello della tua voce che è come canzone”. Per tutta la lunghezza del brano il sassofono dolcemente nazzica rincorrendo in continuazione la melodia senza mai raggiungere l’unisono con l’arpa. Kleier (Campane) è brano di contemporary-folk composto da Kristen a inizio anni ‘70. Ha architettura di suoni ritmati a pennellate, con fughe rapide su toni acuti che rappresentano in maniera impressionistica, i rintocchi delle campane di un paesino di Centro Bretagna, captati in lontananza e portati dal vento attraverso la finestra aperta. Echi di forme di vita trasparenti e cristallizzate nel tempo che Surman sottolinea in forma classicheggiante quasi si trattasse di un quartetto d’archi. L'attente Des Femmes fa parte della colonna sonora del film muto Finis Terrae, girato nel 1928 dallo scrittore-cineasta John Epstein, a soggetto le donne dell’isola bretone di Ouessant. 

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