Juan Carmona, apprezzatissimo chitarrista e compositore flamenco francese di Lione, attivo da tempo sulla scena internazionale, festeggia i suoi quarant’anni anni di carriera sempre in ascesa con questo lavoro di flamenco contemporaneo intitolato “Laberinto de Luz”, personalizzando con esso la strada già indicata da Paco de Lucia e caratterizzandola da influenze latine, jazz, fusion, orientali e tanto altro ancora. Non a caso uno dei più importanti collaboratori in questo disco è il grande chitarrista Al di Meola che Juan ha già apprezzato in trio con lo stesso Paco e John McLaughlin. A rendere unico questo lavoro è il puro divertimento che i musicisti ci fanno percepire immediatamente, come se ascoltandoli fossero proprio accanto a noi. Lo testimoniano anche i giochi metalinguistici che effettuano mentre suonano e cantano, enunciando il nome dello strumento o dell'esecutore, così come succede nella tradizione del flamenco live, e poi, le sineddotiche e inaspettate inserzioni di assoli jazz o di cori gitani e con gli strumenti che dialogano in interplay.
“Tesoro de melodias”, la prima traccia, annuncia da sé il carattere di questo brano che si snoda su un compas di buleria e con un groove di confine tra diversi stili musicali. Presenta un gioco espressivo che mette in evidenza alcuni aspetti tecnici dell’esecuzione chitarristica di Juan e Al di Meola il cui contributo è fondamentale. Segue, in un’atmosfera tra Spagna e Cuba, “Laberinto de Luz”, che è l’idea portante dell’album. Al labirinto si pensa come a qualcosa di buio e incardinato, un luogo difficile da attraversare ma in questo caso il labirinto è luminoso e indica le mille strade che può prendere il flamenco: si noti ad esempio l’intervento quasi fusion del piano. “Labirinto lux” assume quindi un significato ossimorico ed è il modo immaginifico con cui questo straordinario musicista ci trasporta nel suo mondo musicale meraviglioso e senza confini. L’alto livello tecnico ed espressivo è mantenuto in “Dejando sonidos” in cui il suono è frutto di una grande immaginazione creatrice a partire da un accattivante tema fatto da poche note da cui i musicisti lasciano sgorgare fiumi di suoni liberamente e senza sovrastrutture. Atmosfera decisamente più intimista in “Aroma a tierra”, un brano in cui il suono diventa sinesteticamente olfattivo ed evidenzia l’acre profumo arcaico della terra, grazie agli interventi della voce flamenca e alla brillante introduzione della chitarra sostenuta da percussioni e cori ancestrali. L’intervento improvvisativo del pianoforte arriva come un ‘a parte’ che porta in superfice ciò che succede nelle viscere della terra e la chitarra diventa strumento di assoluto virtuosismo. Con “Musica en mi boca” la musica diventa fiato e canto che recupera il legame profondo tra la terra e l’uomo che sente l’esigenza di esprimere attraverso il canto. Elegante introduzione classicheggiante dal sapore vagamente frigio del pianoforte in “Lirò” che presto cede il passo ad un’atmosfera delicata e quasi funky da cui emergono i cori e le successive improvvisazioni pianistiche e chitarristiche. Con un effetto onomatopeico emerge “Danza del agua”, brano nato in collaborazione con Montse Cortes e dedicato all’acqua, subito dopo incalza il delicato intervento della Istanbul Strings Orchestra diretta da S. Sakaryali. “La Teresita” è invece una tenerissima bossa nova dedicata alla propria madre, inizia con un canto dal sapore tradizionale ed è seguita da reminiscenze di vita espresse dal suono lucido e penetrante della chitarra. Segue la delicata e luminosa “Espejo del pasado” dal sound avvolgente e un po’ nostalgico, a chiudere il cd è “Misterio sin igual”, dal sapore brasiliano e contrassegnata dagli assoli di chitarra a cui fanno eco gli splendidi chorus dei fiati.
Un disco di grande raffinatezza e pregio, anche di piacevole ascolto e riascolto, quasi un easy listening ma di grande classe, profondità e spessore musicale “Laberinto de luz” assume un significato ossimorico ed è il modo immaginifico con cui questo straordinario musicista ci trasporta nel suo mondo musicale meraviglioso e senza confini.
Francesco Stumpo
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