Pubblicato in vinile in occasione del Record Store Day del 2024 e recentemente stampato anche in formato Cd, “Heling Blues” di Fabrizio Poggi è l’ideale prosecuzione del percorso intrapreso con il precedente “Basement Blues” nel quale l’armonicista e bluesman vogherese aveva raccolto una selezione di brani conservati nel suo prezioso archivio. Rispetto a quest’ultimo, accanto agli inediti rimasti nel cassetto, sono presenti estratti dai concerti con Guy Davis e tre brani registrati per l’occasione che aprono e chiudono il disco, in cui spicca la partecipazione di Shar White, ormai storica componente della band di Eric Clapton, e le chitarre di Enrico Polverari. Dedicato alla memoria di Paolo Carù, fondatore e direttore di “Buscadero”, questo disco non nasce, però, con il solo intento archivistico, ma è una sorta di concept album nel quale le varie tracce trovano un comune filo conduttore nel concetto di blues come guarigione, evocato anche dal titolo e che affonda le sue radici nel messaggio di John Lee Hooker. In questo senso, questo nuovo album è collegato idealmente anche al recente volume “Believe. Conversazioni con Fabrizio Poggi” di Serena Simula, pubblicato recentemente da Arcana Edizioni, nel quale il bluesman vogherese ripercorrere la sua vicenda artistica ed umana che lo ha condotto dalla provincia pavese fino alla candidatura ai Grammy Award nella categoria "Best Traditional Blues Album", e a cui ha affidato le sue riflessioni sulla vita e sulla musica. Animato sempre dalla passione per il blues, Poggi racconta dei primi passi nel mondo della musica, i primi successi, le disavventure, la lotta alla depressione, ma anche i tanti incontri che hanno costellato il suo cammino, fino a giunge al senso profondo del libro, il potere salvifico della musica: “il canto è uno strumento di catarsi, di guarigione, e cantando le pene sembrano più lievi”. In “Healing Blues” troviamo tutto questo perché come afferma nel libro: “le blue notes, che sono note modulate in una chiave ambigua tra maggiore e minore, (sono) capaci di trasmettere all’ascoltatore quel senso di struggente malinconia, di perdita, di abbandono, unito a quello di guarigione interiore”. Ad aprire il disco è il primo inedito, inciso nel 2024, un’intensa rilettura del gospel tradizionale “I want Jesus to walk with me” con la voce di Shar White avvolta da un brillante arrangiamento giocato sulla chitarra di Enrico Polverari e la struggente armonica di Poggi, con a cui si aggiungono Stefano Spina all’organo e Francesco Marcheselli all’oboe. Si prosegue con l’autografa “Pilgrim”, outtakes da “The breath of freedom” del 2015, un trascinante rock blues con Polverari all’elettrica e Poggi che si divide tra canto, armonica, organetto e mandolino. Dalla festa di compleanno per la moglie Angelina del 2017 arriva, poi, la ballad “Song For Angelina” con Guy Davis alla voce e alla chitarra e l’armonica di Poggi ad impreziosire la linea melodica. Se “You Gotta Move (Take 2)” è un blues acustico arriva dalle session per “The breath of freedom” del 2015, la successiva “Sonny and Brownie’s Lat Train” è firmata da Guy Davis ed è tratta dalla partecipazione con quest’ultimo al programma tv USA Rik Palieri’s Song Writers Notebook nel 2018. Arriva, poi, il secondo inedito inciso con la partecipazione di Shar White alla voce una toccante e commovente versione del traditional “Amazing Grace” che rappresenta certamente uno dei vertici di tutto il disco. Ritroviamo Guy Davis in “Walk On” tratta da un concerto negli States del 2018, mentre “Mr. Slowhand” è la versione alternativa del brano di Hubert Dorigatti , già apparso su “Mephisto” del 2018 di quest’ultimo. Un discorso a parte lo merita, invece, la trascinante “The Blues is alright” di Little Milton, un outtake da “Spaghetti Juke Joint” del 2014 a cui Fabrizio Poggi ha aggiunto nuove liriche che arrivano dritto al cuore: “Il blues è un miracolo, è guarigione, è una medicina che calma la tua anima, il blues è la madre e la radice. Non importa dove tu sia nato, la lingua che parli, il colore della tua pelle: il blues è per tutti. It’s time to heal. È tempo di guarire”. La splendida “Every life matters”, scritta da Fabrizio Poggi con Enrico Pesce, e qui magistralmente cantata da Shar Withe con la chitarra di Polverari e l’armonica di Poggi ad abbracciare la sua intensa vocalità, chiude un disco di appassionante e denso di amore e passione per le dodici battute, come sempre più raramente capita di ascoltare nella scena blues.
Salvatore Esposito
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