Samba Touré – Baarakelaw (The Workers) (Glitterbeat, 2025)

#CONSIGLIATOBLOGFOOLK

Per “Io capitano”, Matteo Garrone aveva ripescato il brano strumentale inciso da Samba Touré nel 2013 “Albala” (“pericolo” nella lingua Songhai del Mali), eloquente commento sonoro del rischioso viaggio verso l'Europa raccontato nel film. Proprio dal 2013 è la Glitterbeat a pubblicare i lavori di Samba Touré e questo è il suo quinto album in dodici anni; ne sono passati quattro dallo splendido “Binga”. “Baarakelaw” significa lavoratrici: dalle collaboratrici domestiche in “Baara Ke Den” alle venditrici d'acqua nelle chiamate e risposte del coro in “Aminako”, ai “pousse-pousseurs” - chi tira i risciò - in “Wotoro Pousselaw”. L’intenzione di Samba Touré è stata quella di “rendere loro giustizia. Troppo spesso vengono ignorate o trattate con disprezzo e indifferenza. Le governanti, dette anche “cameriere”, sono le prime ad alzarsi al mattino e le ultime ad andare a letto, mentre gli autisti dei camion svolgono un lavoro durissimo sotto il sole. Spesso si tratta di lavori precari che richiedono uno sforzo molto maggiore rispetto a quello richiesto da atri lavori che si possono svolgere nel comfort di un ufficio con aria condizionata”. Di questa quotidianità e dei colori dei mercati di Bamako trasuda anche la bella tela dipinta dell'artista Daouda Traoré riprodotta come copertina dell’album. Le registrazioni sono avvenute nell’arco di un paio di mesi nella capitale maliana, confrontandosi con le molte difficoltà che riguardano la rete elettrica della città: “E’ stato molto complicato registrare disponendo di sole quattro o cinque ore di elettricità al giorno e senza sapere a che
ora sarebbe stato possibile lavorare”
. A inizio dicembre, il produttore scozzese, da tempo in Francia, Mark Mulholland ha ricordato così la collaborazione all’album in occasione dell’uscita del primo dei nove brani, tutti fra i quattro e i cinque minuti, “Assouma Kagne”. “Lo scorso inverno ho avuto l'onore di arrangiare e produrre “Baarakelaw”. I brani sono stati registrati a Bamako da Philippe Sanmiguel in circostanze quasi impossibili, a causa della crisi elettrica in Mali che stava peggiorando progressivamente - poche ore di elettricità ogni giorno, senza poter sapere a che ora. Ogni volta che c'era elettricità, Philippe, Samba e gli altri musicisti lavoravano freneticamente per fare quanto possibile prima che la corrente venisse a mancare di nuovo. Philippe ha fatto un ottimo lavoro per catturare le tracce di base, poi mi ha chiesto di finire il lavoro dove potevo avere l'elettricità in modo costante. Sono stato aiutato da Stéphane Doucerain, Matt de Harp, Olaf Hund e Sean Condron, e abbiamo aggiunto alcuni tocchi leggeri di chitarre, tastiere, batteria, elettronica e armonica, cercando sempre di assicurarci che ogni aggiunta rispettasse gli elementi essenziali delle canzoni registrate da Samba e dagli altri musicisti, scambiando con loro, avanti e indietro. mix e suggerimenti”. “Paasekaw” canta in songhoy la quotidianità di lavandaie e stiratrici, con la chitarra elettrica che ne mima i gesti con un flusso sonoro iterativo, “avanti e indietro”. Il canto in bambara “Fini Gochila” si accompagna a ritmi percussivi sincopati, a interventi dell’armonica e a ostinati chitarristici a dar corpo ai gesti dei sarti quando agiscono sui tessuti colpendo ripetutamente le stoffe inamidate. Alle produttrici di burro di karité, in “Boulanga”, Touré riserva i toni più gravi e blues della sua voce che interseca le linee melodiche dell’armonica di Matt de Harp. Nel finale, la gratitudine e la tristezza si fondono in “Yerkomahine”, omaggio alla defunta moglie di Samba Touré. samba-toure.bandcamp.com/album/baarakelaw 


Alessio Surian

Posta un commento

Nuova Vecchia