Compie il suo diciottesimo anno e ci consegna il suo sesto album l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, a tre anni di distanza dallo spumeggiante “We're OK. But We're Lost Anyway”
L’ensemble di Ginevra fondato dal contrabbassista Vincent Bertholet ci offre undici nuovi brani che, nei testi, guardano a quel che unisce le esperienze umane, un invito a trovare un terreno comune sul piano musicale. Bertholet, in una recente intervista riassumeva così gli ultimi due anni: “L'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp è diventata la mia attività principale e ho più tempo da dedicarle rispetto a prima, quando moltiplicavo le attività. Ho potuto fare una residenza di dieci giorni ad Amburgo e una di due settimane a Napoli, per comporre “Ventre unique”. Abbiamo poi lavorato all'album con la band a Ginevra, nel Vallese e nella regione di Parigi per la registrazione”. Quest’ultima ha coinvolto i tecnici Johannes Buff (responsabile del missaggio di “mixed We’re Ok But We’re Lost Anyway”) e Michael Gabriel: i dodici musicisti si sono ritrovati per dieci giorni a gennaio 2024 nel Midilive Studio di Villetaneuse, alla periferia di Parigi.
Nel caso di questo nuovo album, Liz Moscarola, la voce storica dell'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, pur partecipando alle registrazioni, si sarebbe poi presa una pausa dai concerti: fra le varie sfide, c’è stata anche quella del trovare una o più voci da affiancarle. L’intenzione di Vincent Bertholet era quella di “fare un album più
energico e includere anche altre voci. Così, questa volta, abbiamo invitato Frànçois (dei The Atlas Mountains, lo si può ascoltare in “Tout Haut”) e Maria Cristina, la cantante del gruppo ginevrino Massicot (protagionista di “Smiling Like A Flower”), che si unisce definitivamente agli OTPMD”. Con loro il gruppo si sta ringiovanendo, integrando musicisti sotto i trent'anni, a differenza degli esordi. Continua Bertholet: “E’ successo in modo abbastanza naturale. Dopo un po' la gente si annoia a suonare sempre la stessa musica, soprattutto perché io sono piuttosto intransigente. C'è stato un rinnovamento, perché accetto molti concerti, cinquanta all'anno, e non tutti possono rendersi disponibili”.
“Tout Cassé” apre l’album con la sola voce di Liz Moscarola, con un passo che lascia intuire la scansione ritmica, subito sostenuta da archi (la viola di Thomas Malnati-Levier e il violoncello di Naomi Mabanda) e marimbe (Aïda Diop e Elena Beder) che punteggiano il cammino. Quando l’intero ensemble entra e da fiato agli ottoni (Gilles Poizat e Gif) diviene chiaro che il passo è quello di una marcia, poderosamente sostenuta dalle doppie batterie, di Gabriel Valtchev e Guillaume
Lantonnet) e chitarre - Romane Millet e Titi, poi in evidenza in “Speak By the E”. Brani come “Coagule (Octobre)” presentano il lato più “ostinato” e ombroso con il coro di voci ad intonare un appello riguardo all'“estinzione della specie” e all’aver “toccato il fondo”, ma anche invitando alla resistenza collettiva. Bertholet sottolinea che il titolo dell'album “deriva da una frase che canto in ‘Coagule’ (‘per il momento, ci stiamo coagulando in un unico grembo, coalizzandoci intorno a un sogno comune’). Siamo una cosa sola, che viene dalla Pachamama, dalla Madre Terra”. Con “Dehors” si sale di intensità, anche rispetto alle precedenti versioni dal vivo. Ma sono soprattutto i cambi di registro e di timbri (con la loro singolare sintesi poliritmica di punk e kraut-rock) ad arricchire la scaletta, compresa la chiusura in chiave afro e calypso affidate a “Smiling Like A Flower”. Per promuovere l’album Bongo Joe ha scelto il brano più influenzato da Talking Heads, “Color”, in cui, in effetti, incorporano un po’ dei loro diversi colori. Li rivedremo presto, a fine anno sono in residenza sul palco di La Chaux-de-Fonds per limare gli arrangiamenti dei brani per il prossimo lungo tour, principalmente all'estero. orchestretoutpuissantmarcelduchamp.bandcamp.com/album/ventre-unique
Alessio Surian
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Suoni Jazz