Assurd ha preso vita nel 1993 dall’incontro tra la cantante ed organettista campana Cristina Vetrone e altre due eccellenti vocalist, la napoletana Lorella Monti e l’argentina Enza A. Prestia per dare vita a un comune percorso di ricerca musicale volto alla rielaborazione e alla riproposta della tradizione musicale dell’Italia Meridionale, partendo dal contatto diretto con anziani cantori e studio sui materiali d’archivio. Nel 1999, il trio si è evoluto in quartetto con l’ingresso nella formazione della cantante salentina Enza Pagliara ad arricchire ulteriormente in bellezza e intensità la varietà delle soluzioni vocali e il repertorio. Nel corso degli anni, molto intensa è stata sempre l’attività dal vivo che ha condotto il gruppo a calcare i palchi di tutta Europa e collaborare costantemente con il coreografo Mauro Bigonzetti con il quale hanno portato in scena gli spettacoli “Cantata”, “Pietra Viva” e “Alice”. Parallelamente, non meno interessante è stato il percorso discografico, aperto all’opera prima “Intrasatta” del 2001, nel quale si alternano canti tradizionali e composizioni originali, a cui sono seguiti “Fate” nel 2003, “‘Stamanera” nel 2009, il gustoso “Musiche per Cantata” nel 2011 e il più recente “Nozze d’Argento” con il quale hanno festeggiato i venticinque anni di attività musicale. In epoca più recente, il progetto Assurd, dopo una parentesi in duo con le sole Lorella Monti e Cristina Vetrone, ha vissuto un’ulteriore evoluzione; se da un lato dal vivo è proseguita la collaborazione con Enza Pagliara ed Enza Prestia, dall’altro ha visto l’innesto della cantante e percussionista Chiara Carnevale e del contrabbassista Fulvio Di Nocera. Questa rinnovata line-up è protagonista di “O’mbruoglio”, nuovo album nel quale hanno raccolto dieci brani, tra inediti, brani
tradizionali, riletture ed omaggi ad Enzo Avitabile, Carlo D'Angiò, Roberto De Simone e Pier Paolo Pasolini. Abbiamo intervistato Lorella Monti e Cristina Vetrone per farci raccontare questo nuovo lavoro che le vede ampliare il raggio delle ricerche sonore nell’incontro con l’elettronica e la world music.
Un vostro nuovo disco mancava dal 2016 quando avete festeggiato i vostri venticinque anni insieme con “Nozze d’argento”. Riavvolgiamo per un attimo il nastro. Cosa è successo in questi anni in cui comunque non vi siete mai fermati con i concerti e gli spettacoli di danza...
Lorella Monti - Dal 2016, anno che segna il nostro ultimo disco con la precedente formazione, c’è stato l'incontro con Fulvio Di Nocera e Chiara Carnevale, grazie ai quali abbiamo cambiato prospettiva nell'approccio alla musica popolare. Io e Cristina abbiamo, comunque, continuato a lavorare con diverse compagnie di danza in tutto il mondo insieme Enza A. Prestia ed Enza Pagliara, ma abbiamo fatto anche tanti concerti con la nuova formazione.
Avete ormai tagliato anche il traguardo dei trent'anni. Guardandolo in retrospettiva, come giudicate il vostro cammino compiuto sin ora?
Cristina Vetrone - Un fantastico cammino di musica, incontri, vita.
Com'è nato il vostro nuovo disco "'O ‘mbruoglio" nel quale avete raccolto i brani che amate suonare e cantare insieme?
Cristina Vetrone – “‘O ‘mbruoglio” è il risultato di un incontro. Eravamo finalmente maturi per dare ciascuno un proprio contributo e fare “o ‘mbruoglio”. Dopo aver inciso il primo brano “Jesce Sole” che abbiamo arrangiato e registrato insieme, è nata la curiosità di rielaborare anche brani vecchi e nuovi in questa nuova formula di “‘mbruoglio” di voci e di suoni. Questo termine per noi significa l’insieme, lo scambio, l’unione, quell’intreccio di conoscenze, esperienze ed emozioni che si è creato tra noi. Curiosando su internet, poi, abbiamo scoperto che questa parola si riferisce anche ad una antica ricetta popolare che consisteva nel mischiare tutte le verdure di stagione a disposizione con fagioli, salsiccia o baccalà. Insomma, tutti quegli ingredienti poveri che si trovano in casa che, però, danno gusto ad un piatto molto ricco. Immedesimandoci in questa ricetta, è nato un disco frutto del contributo realizzativo di tutti e quattro. Ognuno di noi, infatti, lo ha arricchito portando i propri ingredienti.
Quali sono le identità e le differenze rispetto ai vostri dischi precedenti?
Lorella Monti - In questi trent’anni di vita “assurd” ci sono stati chiaramente dei cambiamenti. Nella formazione a quattro, con Enza Pagliara e Enza Alessandra Prestia rispettivamente salentina e argentina, c’erano alla base radici, origini musicali ed esperienze personali differenti e di conseguenza i dischi e i concerti seguivano una strada più popolare e tradizionale. Negli anni successivi ci sono state delle evoluzioni soprattutto dal punto di vista della partecipazione e della condivisione, ma anche nella composizione dei brani inediti e nelle scelte di quelli da rileggere. L’ingresso nella formazione di Fulvio Di Nocea, primo uomo “assurd”, con il suo contrabbasso elettrico rappresenta la novità e la differenza
In questo senso è stato importante l'arrivo di Chiara Carnevale e di Fulvio Di Nocera nella vostra formazione?
Cristina Vetrone – L’arrivo di Fulvio e Chiara è stato non solo importanti ma fondamentale perché, dopo tanti anni, era molto difficile per noi capire in quale direzione andare e loro due, con la loro freschezza, hanno saputo indicarcela.
La title-track è nata dalla suggestione del vento e dalla forza che ha di diffondere la musica, un concetto espresso spesso dall'indimenticato Marcello Colasurdo la cui voce la si ascolta nella fronna in apertura. Quanto è stato importante il vostro rapporto con lui?
Cristina Vetrone - L'incontro con Marcello Colasurdo è stato importantissimo nella nostra vita per la smisurata eredità che ci ha lasciato, per le storie e i canti di cui era depositario, e la passione che lo caratterizzava. Marcello doveva prendere parte come ospite a questo disco ancor prima di lasciarci, perché desideravamo avere con noi la sua voce. Cercando nelle vecchie registrazioni di Lorella, abbiamo trovato questa meravigliosa fronna cantata assieme a lui un pomeriggio del 2012 nella sua eccezionale casa di Pomigliano D'Arco. Siamo felici che sia lui ad aprire il disco.
Nel disco sono presenti anche brani che in passato sono stati nel vostro repertorio e che ora ritornano in una nuova veste musicale in cui fa capolino anche l'elettronica. Come avete lavorato in questo senso?
Lorella Monti – Il riarrangiamento di alcuni brani del nostro repertorio in una nuova veste musicale è nata
proprio dai concerti. Con Fulvio abbiamo iniziato a consolidare l’aspetto ritmico grazie all’utilizzo del contrabbasso elettrico ed alcuni innesti di groove elettronici, che abbiamo poi strutturato e consolidato nel momento delle sessions in studio per le registrazioni del nuovo disco.
A Pier Paolo Pasolini è dedicato "Spurcato e scuorno". Com'è nato questo brano? Quali suggestioni della sua poetica sono presenti nel vostro approccio alla musica?
Cristina Vetrone - Questo brano è nato dalla collaborazione con la poetessa Germana Mazzeo che ha firmato il testo. Lo abbiamo realizzato in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, per denunciare, usando la parola 'scuorno', il trattamento che gli ha riservato gran parte dell'Italia politica ed intellettuale di quegli anni.
In "Tarantella oi mamma ca mo vene" di Roberto De Simone spicca la partecipazione di Zubin Kalhor e Omri Hason. Raccontateci di questo interessante incontro?
Cristina Vetrone - La scorsa estate abbiamo partecipato al Lucerna Festival e queste occasioni sono sempre una grande opportunità per incontrare artisti che vengono da tutte le parti del mondo. In questi incontri non sono mancati momenti di condivisione musicale, com’è accaduto con Omri e Zhubin. Tra di noi è nata una grande amicizia e stima musicale che ci ha portato a lavorare a distanza al brano “Tarantella oi mamma ca mo ve” regalandoci delle bellissime tracce di kamancheh, darabouka strumenti della loro tradizione che si sono mischiati alla nostra.
Nel disco sono presenti anche altri due omaggi a Roberto De Simone con "Canzone della Zingara" e "Jesce Sole" che un anno fa ha anticipato l'uscita del disco. Come avete lavorato su questi brani?
Lorella Monti - La “canzone della zingara” era già presente nel nostro repertorio da molti anni e Chiara Carnevale spontaneamente si è inserita molto bene, improvvisando già nel suo primo concerto con noi. Subito abbiamo capito quanto fosse importante l’arrivo di quella giovane voce, tanto da farci riappassionare al brano e inserirlo nuovamente nel repertorio con l’arrivo di Fulvio. “Jesce sole”, dopo anni in cui abbiamo tentato diverse registrazioni, abbiamo trovato un arrangiamento nuovo con voci ed elettronica che ci ha convinte, tant’è che abbiamo realizzato un video di profonda espressione ed intensità.
C'è poi "’O diavolo s'arrecreia" dal repertorio dei Musicanova e "Maronna Nera" di Enzo Avitabile. Quanto sono stati importanti come riferimento per voi?
Cristina Vetrone - Certamente i nostri punti di riferimento sono stati Roberto De Simone, in primis, e poi gruppi come la Nuova Compagnia di Canto Popolare, i Musicanova e, negli ultimi anni Enzo Avitabile con il suo approccio atipico alla musica popolare. Abbiamo scelto e rielaborato questi due brani che ci piacevano molto.
Guardando al prossimo futuro quali sono i progetti in cantiere?
Lorella Monti - Tante belle novità. Prossimamente uscirà il nostro nuovo video di “Tarantella oi mamma ca mo ve” con la regia di Luigi Morra; anche in questo caso un brano del grande Maestro Roberto De Simone.
Assurd – O’mbruoglio (Suonitineranti, 2024)
I trent’anni di attività di Assurd raccontano di un percorso artistico davvero unico nel suo genere e questo per la capacità di riuscire ad evolversi e rinnovarsi costantemente, pur mantenendo ben salde le radici nella tradizione musicale dell’Italia Meridionale e in quella che era l’idea fondativa ovvero coniugare ricerca e innovazione. In questo senso, ha avuto un peso specifico importante il lavoro nell’ambito della danza e che ha consentito al gruppo di raccogliere consensi a livello internazionale, così come l’ingresso in formazione in tempi più recenti di Chiara Carnevale (voce, tammorre, tamburelli e percussioni) e di Fulvio Di Nocera (contrabbasso, basso, bouzouki, programming), ad affiancare il nucleo storico composto da Cristina Vetrone (voce, organetti e fisarmonica) e Lorella Monti (voce e castagnette). Il nuovo album “'O ‘mbruoglio” mette in fila dieci brani, tra inediti, riletture ed omaggi, che nel loro insieme compongono le tappe di un nuovo viaggio musicale che ha condotto il quartetto ad allargare ancora di più il raggio delle esplorazioni sonore nell’incontro con l’elettronica e la world music. L’ascolto si apre con la voce dell’indimenticato Marcello Colasurdo che con una fronna, registrata nella sua casa di Pomigliano D’Arco (Na) nel 2017, ci introduce title-track, ispirata dalla suggestione del vento inteso come portatore di pace e fratellanza contro la guerra, e nella quale l’elettronica si interseca alle strutture ritmiche tradizionali. Si prosegue con la trascinante tarantella “Canzone della Zingara” dal repertorio di Roberto De Simone in cui spicca l’intensa interpretazione vocale e l’arrangiamento in crescendo con le increspature dell’elettronica che fanno capolino verso il finale. Il vertice del disco arriva con la superba rilettura di “Tarantella di mamma ca mo’ ve” di Roberto De Simone, nella quale spicca la partecipazione di Zubin Kalhor (voce, kamanche e setar) e Omri Hason (tamburi a cornice, zil e darbouka) ad incorniciare il travolgente climax vocale e ritmico. Se dal songbook dei Musicanova arriva la bella versione di “‘O diavolo s’arrecreia” di Carlo D’Angiò, da quello di Enzo Avitabile, il quartetto propone una intensa ed evocativa rilettura di “Madonna Nera”. Non meno affascinante è “Jesce sole”, primo singolo che ha anticipato l’uscita del disco, tutta giocata in un crescendo per voci, percussioni ed elettronica ad aprire la strada alla seconda parte del disco nella quale ascoltiamo l’ipnotica “Javuzu l’uocchi”, la poetica “Caruta è na stella” e la rilettura del canto d’amore “Stu core mio”. La toccante “Spurcato ‘e scuorno”, dedicata a Pier Paolo Pasolini, chiude un album pregevole nel quale si respira quell’aria frizzante di fermento creativo che attraversa la world music internazionale di questi anni. Consigliato!
Salvatore Esposito