Il felice connubio tra la grande sensibilità artistica del coreografo Mauro Bigonzetti, e la spumeggiante verve musicale di Assurd, Enza Pagliara e Antongiulio Galeandro, è, senza ombra di dubbio, una delle proposte più interessanti che il mondo della danza italiana ha prodotto negli ultimi anni, e per comprenderlo basta vedere il grande successo che hanno riscosso in Italia come all’estero coreografie come “Cantata”, e “Pietra Viva”. L’aver tradotto la musica tradizionale e le sonorità world in quadri coreutici è stata una piccola grande rivoluzione, ma la creatività di Bigonzetti, quanto la visione musicale aperta del trio Assurd, di Enza Pagliara e Antongiulio Galeandro, sembrano non avere limiti. Così non ci sorprende ritrovarli sul prestigioso palco della Theaterhaus di Stoccarda, al debutto mondiale con il nuovo progetto “Alice”, ispirato dall’intramontabile romanzo di Lewis Carroll, “Alice nel Paese delle Meraviglie” del 1865. Si tratta di una storia molto amata dai coreografi moderni, che ne hanno rivendicato la natura per nulla innocente, ma Mauro Bigonzetti ha fatto qualcosa di più. Se “Cantata” si componeva di quadri sonori in cui la danza rendeva omaggio alla musica tradizionale, in “Alice” è la musica a fare da voce narrante e da guida alla danza, dando vita ad una suggestiva rilettura del classico di Carroll.
Protagonista sul palco è la Gauthier Dance//Dance Company Theaterhaus Stuttgart, fiore all’occhiello della produzione coreutica tedesca, con cui il coreografo italiano ha già avuto modo di collaborare in passato, tuttavia grande importanza nell’economia generale dello spettacolo lo riveste la colonna sonora firmata da Assurd, Enza Pagliara e Antongiulio Galeandro. La coreografia mira all’esaltazione dell’immaginazione “che, come afferma Bigonzetti, ci rende liberi. Liberi di entrare nella tana di un coniglio bianco e di incontrare le creature più strane. Liberi di giocare con le nostre paure e fantasie. Liberi di pensare e sentire quello che ci pare”. Questo senso di libertà è alla base anche della colonna sonora, se in passato predominanti erano i suoni della tradizione del Sud Italia, in “Alice” si spazia attraverso territori sonori differenti dalla world music, al jazz, fino a toccare il blues e la sperimentazione sonora. L’apertura dello spettacolo è affidata al direttore artistico, Eric Gauthier che vestendo i panni del narratore, con tanto di abito elegante e libro ci schiude le porte del mondo fantastico di Alice.
Ben presto irrompe il ticchettio di “Windclock” in cui spiccano i fiati suonati da Antongiulio Galeandro, che accompagna l’ingresso in scena del corpo di ballo con Anna Süheyla Harms e Garazi Perez Oloriz condividono il ruolo di Alice, e lo fanno impersonando in modo superbo quella ingenuità e quel candore che la spingono verso il viaggio fantastico. Nel corso delle quasi due ore di spettacolo si passa dal lirismo sudamericano della splendida “Lunatica”, proposta in due versioni con la voce di Enza Prestia in grande evidenza, al sinuoso strumentale firmato da Galeandro “Strillo”, fino a toccare il blues di “Pink Alice”, interpretata all’inizio del secondo atto da Gauthier in una sua personalissima versione voce e chitarra. Tra i vertici dello spettacolo vanno certamente menzionati “’A Scuitata” interpretata da Cristina Vetrone, quel gioiello che è “’E Fate So’ Turnate”, scritta e cantata da Lorella Monti, e “Doremifasol” in cui Enza Pagliara alla voce è accompagnata all’arpa dalla Vetrone. Ciliegina sulla torta, a completare uno spettacolo di così grande intensità sono i costumi di Helena de Medeiros, e i video visionari curati da Carlo Cerri e OOOPS Sstudio che accompagnano le varie coreografie. A suggellare il grande successo della serata ben tredici minuti di applausi, che rappresentano il giusto tributo per questa grande eccellenza italiana che rappresentano Mauro Bigonzetti, e il trio composto da Assurd, Enza Pagliara e Antongiulio Galeandro.
Roberto Rossi
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