Area765 - Altro Da Fare (Autoprodotto, 2014)
“Altro Da Fare” รจ il titolo del nuovo album degli Area765, la formazione “nata” nel 2011 dallo scioglimento dei Ratti della Sabina. Si tratta del secondo lavoro del nuovo progetto di questi laboriosi musicisti sabini - il primo, intitolato Volume Uno, รจ uscito a ridosso della “scissione” del 2010 (Roberto Billi, il cantante e fondatore dei Ratti, ha intrapreso una carriera solista che lo ha portato a pubblicare due album: Diario di un equilibrista e Modernamente demodรฉ) - e si caratterizza, innanzitutto, perchรฉ รจ unplugged e perchรฉ รจ composto di diciotto tracce: due inediti e sedici riletture, divise tra brani comparsi nel precedente lavoro degli Area765 e brani appartenenti alla storia musicale condivisa dalla metร degli anni Novanta sotto il nome di Ratti della Sabina. In generale, la proposta รจ piacevole - inaspettatamente delicata, semplice e diretta nella struttura, ma anche elaborata negli arrangiamenti, nei suoni e nella timbrica, avviluppata ai temi che piรน interessano il gruppo e che rappresentano meglio la sua poetica - fluida, costruita dentro una convergenza che crea un buon equilibrio di melodia, ritmo e anche testo verbale, nella misura in cui emerge anche una certa cura nella costruzione dei brani e nell’organizzazione delle voci. ร come se ci trovassimo in uno spazio sospeso, legato a doppio filo alle tradizioni rock e folk che hanno ispirato e caratterizzato in passato le produzioni di questi musicisti. Tradizioni di cui si percepiscono le spinte, le presenze, i riflessi, seppur momentaneamente accantonate per lasciare spazio a una rappresentazione piรน elaborata e indefinita e, probabilmente, “scoperta” e connessa - anche nella struttura, intima ma decisa, colloquiale, diretta - alla forma cantautorale. Come se ci trovassimo in uno spazio da cui il gruppo riesce a dare una nuova aria ai passi cruciali del suo discorso. Uno spazio rarefatto e intriso di potenzialitร (come il talento dei componenti della band, misto alla fase transitoria in cui si trovano, lascia immaginare), dal quale si riescono a scoprire alcune piccole divergenze che rendono l’ascolto del disco interessante, anche per chi non conosce lo “storico”, la provenienza. A questo proposito un elemento, piรน di altri, รจ rappresentativo del flusso dei brani: un’armonia eterea, impiantata perรฒ in un ritmo sicuro, costante (costruito, oltre che con la batteria, con i cordofoni: chitarre, basso, bouzouki, ukulele e violino), che in questa forma amplifica di molto la raffinatezza e la comprensione della narrativa di Altro da fare. D’altronde, come si accennava, questi quattro musicisti (Stefano Fiori: voce, chitarra acustica; Alessandro Monzi: violino; Paolo Masci: dobro, bouzouki, chitarra acustica, armonica, cori; Valerio Manelfi: basso, chitarre, diamonica, ukulele, percussioni, piano, cori) hanno rappresentato, con i Ratti, per una quindicina di anni, una corrente musicale innovativa e una versione orgogliosamente “alto-laziale” delle espressioni musicali piรน alternative del nostro paese. E, probabilmente sostenuti da questa esperienza (non di secondo piano in uno scenario musicale dove hanno saputo inserirsi e svilupparsi progetti che hanno anche avuto piรน risonanza, la cui connotazione “territoriale” non รจ stata percepita come un limite, ma anzi come un segno distintivo, come una parte rappresentativa dell’impianto sperimentale della band), gli Area765 sono riusciti a sfociare in un quadro narrativo inatteso, oltre che apprezzabile. I due inediti - “Altro da fare” e “L’ultimo tango” - ci suggeriscono proprio questo: il cammino percorso fin qui e qualche plausibile direzione per continuare, senza ricalcare le impronte lasciate e, allo stesso tempo, senza perdere di vista i punti di repere del paesaggio conosciuto. Entrambi i brani riescono a dialogare con il resto del disco, mantenendo un’atmosfera morbida anche se sostenuta. Sono organizzati secondo un’armonia circolare e caratterizzati da temi musicali melodici, ariosi (quello di “Altro da fare” piรน ritmico e semplice), che si alternano allo sviluppo della narrazione testuale (decisa e molto dettagliata), secondo uno schema reiterato, che prevede l’integrazione delle frasi musicali con gli strumenti che meglio rappresentano il laccio tra le diverse tradizioni musicali che ispirano il gruppo: fisarmonica, violino, armonica, chitarra elettrica.
Daniele Cestellini