Todo Mundo World Music Festival, XII edizione, Jevrejski Kulturni Centar, Belgrado (Serbia), 20 - 22 settembre 2024

Valore aggiunto di festival e concerti non mastodontici è il condurci spesso a conoscere luoghi d’arte e di gran fascino. Accade così per il Todo Mundo World Music Festival, che dal 20 al 22 settembre è stato ospitato al Jevrejski Kulturni Centar (Centro Culturale Ebraico)  di Belgrado, situato in un elegante edificio costruito negli anni ’20 del secolo scorso nel cuore della capitale serba. Il centro offre una vasta gamma di attività, tra cui mostre, conferenze, concerti e proiezioni di film, con l’obiettivo di preservare e diffondere il patrimonio culturale ebraico ma anche di contribuire al dialogo interculturale nella regione. Todo Mundo è un festival su piccola scala organizzato dall’Associazione Ring Ring, che promuove anche il Festival Ring Ring dal 1996. “La musica specifica del Ring Ring (free jazz, improvvisazione, sperimentale, contemporanea, avanguardia) ha sviluppato un pubblico appassionato, che ogni anno si ringiovanisce, accanto a coloro che non hanno mai perso un’edizione dal 1996. Se dovessi paragonare i due festival dell’Associazione Ring Ring, direi che il Festival Ring Ring ha un pubblico nel vero senso della parola, mentre Todo Mundo ha i suoi ammiratori ma manca ancora di un nucleo solido di seguaci. Capita anche che alcune persone vengano a Todo Mundo perché rispettano il lavoro dell’Associazione Ring Ring, in particolare il Festival Ring Ring, e vogliono ‘provare’ anche Todo Mundo. Per tutti questi motivi, Todo Mundo richiede molto più impegno
nella promozione rispetto a Ring Ring”
, mi dice Marjia Vitas, etnomusicologa, giornalista, direttrice del periodico “Etnoumlje” e mente propulsiva della “World Music Association of Serbia”. Vitas organizza e dirige artisticamente Todo Mundo insieme al marito Bojan Djordjevic, figura storica di operatore culturale, produttore, ricercatore e programmatore nella radiofonia indipendente belgradese. Qualche anno fa, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, il festival ha accolto anche la nostra Maria Mazzotta. In termini di politiche culturali istituzionali, non siamo poi tanto lontani da quanto accade in Italia. Di nuovo Vitas: “È impossibile pianificare a lungo termine, se il Ministero della Cultura emette bandi per progetti all’inizio dello stesso anno e se i risultati di questi bandi sono sempre in ritardo e talvolta annunciati a metà estate. Se, inoltre, lo Stato e il Ministero della Cultura non riconoscono la world music come un genere importante e degno di sostegno, come possiamo avere un piano di sviluppo o un piano aziendale per il nostro festival? La Serbia destina una parte molto ridotta del suo budget alla cultura in generale. E poi, all’interno di questa piccola percentuale di fondi per la cultura, i festival di world music (non solo Todo Mundo) sono solitamente messi da parte, ricevendo pochi fondi o, addirittura, somme simboliche. Come genere, la world music non è particolarmente visibile né popolare in Serbia. A differenza del rock, del jazz e persino della musica classica, che hanno i loro fedeli aficionados, il pubblico che segue la world music è
relativamente ristretto. Da anni lavoriamo per far conoscere maggiormente queste musiche: Bojan conduce un programma radiofonico da decenni dove promuove questo genere musicale, e la rivista “Etnoumlje” fa la sua parte — solo per citare esempi legati a noi due”
. Non nuovo ad avere un filo conduttore, il focus di questa XII edizione è stato su musica e culture dei Rom, anche in virtù del partenariato con il progetto europeo “Sound of Europe”. Per di più, aggiunge Vitas, “è passato molto tempo dall’ultima edizione di un festival in Serbia dedicato ai Rom e alla loro musica, quindi sentiamo di dare un contributo piuttosto originale alla vita concertistica”. “Il Festival non ha un proprio seguito nel senso più autentico, ma piuttosto attira persone interessate e incuriosite. Abbiamo gli habitué, persone di diverse generazioni, anche se potremmo dire che l’età media dei visitatori del festival è un po’ alta. Ciò è probabilmente legato al fatto che le persone più avanti negli anni sono più inclini a ‘scoprire’ musica diversa, al di fuori della sfera mainstream da cui sono attirati i più giovani. Tuttavia, non manca una fetta di pubblico più giovane. In sintesi, chi viene al Todo Mundo? Persone di varie generazioni, con un’età media di circa 40 anni e oltre, e persone inclini all’arte, alla cultura e al ‘lavoro intellettuale’. Non mancano stranieri che vengono a Belgrado proprio in occasione della manifestazione.”

1 Commenti

  1. Grazie per la rassegna. Un festival molto interessante organizzato da belle persone!

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