Howard Wight Marshall, Keep It Old-Time. Fiddle Music in Missouri from the 1960s Folk Music Revival to the Present, University of Missouri Press, 2023, pp. 504, $39,95, Libro con Cd

Con “Keep It Old-Time”, Howard Wight Marshall propone un viaggio puntuale attraverso la storia del violino nel Missouri, stato della regione del Midwest degli Stati Uniti. Professore Emerito ed ex presidente del Dipartimento di Storia dell’Arte e Archeologia all'Università del Missouri-Columbia, Marshall non è solo un esperto accademico ma anche un violinista di talento, con un album, “Now That’s a Good Tune: Masters of Traditional Missouri Fiddling” (1990), nominato a ben due premi Grammy. Il suo stile, diretto e coinvolgente, riesce a rendere accessibile un tema di ampia rilevanza culturale che, però, potrebbe sembrare terreno per i soli accademici o addetti ai lavori. Il suo primo volume della trilogia, “Play Me Something Quick and Devilish” (2013), tracciava un quadro dettagliato del ruolo del violino dalla metà del 1700 fino all’alba del jazz, mentre il secondo, “Fiddler’s Dream” (2017), esplorava la musica del Missouri dagli anni ‘20 agli anni ‘60 del Novecento. Con questo nuovo volume che raggiunge le oltre cinquecento pagine, Marshall ci porta dal periodo del folk revival fino ai giorni nostri. E, come nei suoi lavori precedenti, il lettore può apprezzare un CD audio che accompagna il testo, offrendo oltre un’ora di musica straordinaria. Nella sua introduzione, Marshall chiarisce che questo libro non è un freddo studio accademico, ma piuttosto un resoconto personale e appassionato delle sue esperienze come suonatore di violino, curatore e osservatore della scena musicale. In un’intervista a KBIA (emittente del circuito NPR del Missouri) sottolinea come il suo obiettivo con questi libri “non è riempirli di paroloni e teoria, […] roba paludosa, perché voglio che la gente li legga e li apprezzi nella biblioteca locale. Che ci sia la possibilità di prenderli in prestito per i ragazzi della banda locale o chiunque altro”. E ancora “Questo è un libro sulla storia del Missouri, e in realtà sulla storia del Midwest, e ancora più in generale sulla storia degli Euroamericani che risale al 1700. Questo è il vero tema del libro. Perché senza la storia che c’è dietro la musica, non mi interessa molto. A volte le storie dietro i brani sono più divertenti dei brani stessi”. Nonostante questo suo schermirsi, l’autore nella parte introduttiva affronta subito questioni cruciali, attingendo anche a fonti orali, e condivide le motivazioni che l’hanno spinto a concentrare questo terzo volume a partire dal folk revival dei Sixties. Le sue riflessioni sulla selezione dei brani del cd e sugli aspetti musicali, come l’accompagnamento del violino e l’importanza delle competizioni strumentali, arricchiscono ulteriormente la narrazione. Il libro è articolato in tredici capitoli che esaminano diversi aspetti della musica old-time, dai suoi strumenti e stili distintivi alle storie dei musicisti che l’hanno alimentata. Marshall intreccia i dati con suoi ricordi personali e aneddoti, rendendo la lettura – come detto prima – particolarmente coinvolgente. È impossibile ignorare il fatto che egli è un violinista attivo, con un’esperienza diretta di quanto descritto. Nei primi capitoli, ci offre una panoramica della musica per violino nel contesto del revival della musica folk americana. È affascinante vedere come la rinascita del violino in Missouri (ma anche i suoi cambiamenti) sia stata influenzata da un composito insieme, che comprende appassionati del folk (“folknik”), accademici e musicisti provenienti da altri stati degli USA, senza dimenticare il fondamentale apporto delle string bands, e delle organizzazioni musicali nelle scuole e nei college. Di seguito, Marshall propone alcuni profili di musicisti che hanno innovato la musica contemporanea e affronta le complesse dinamiche dei contest, dagli anni ‘80 fino al nuovo millennio, fortemente influenzati dal cosiddetto “Texas fiddling”. Le sue riflessioni sui concorsi sono particolarmente pregnanti: perché se da un lato, essi rappresentano una vetrina per queste musiche, dall’altro spingono verso una standardizzazione che porta con sé il rischio di omogeneizzare le diversità di stili regionali. Ogni capitolo è un invito a esplorare le storie di violinisti che hanno segnato la scena musicale del Missouri negli ultimi sessant’anni. Scorrono nomi come Taylor McBaine, Pete McMahan, Hillis Crowell, Dale Pauley, Bill Shull, John Griffin, John Williams, Richard Shewmaker, Trustin Baker, Travis Inman, la famiglia Stoneking, Hannah Farnum, Kathy Summers, Liesl Schoenberger e tanti altri ancora. Il dodicesimo capitolo è dedicato ai festival di bluegrass. Qui l’autore discute le differenze tra stili e tecniche del violino tradizionale e di quello bluegrass, passando in rassegna nomi significativi di violinisti bluegrass come Mike Hartgrove, Mona Jones, Rusty Dutton e Gerald Jones. Pure, si occupa di analizzare l’influenza di club e associazioni di bluegrass nel Missouri. Va detto che il sud-ovest del Missouri è diventato un centro propulsivo per gli stili bluegrass progressivi. Nel capitolo successivo Marshall prende in esame i cambiamenti nell’apprendimento da parte degli strumentisti, con l’introduzione di metodi come Suzuki, di programmi di apprendistato, di campi scuola dello strumento e dell’uso di risorse e tecnologia del Web. Non mancano, nelle pagine conclusive, spunti per ulteriori ipotesi di ricerca musicale. Una presentazione del volume con una sezione musicale la trovate in questo video. Il cd allegato presenta una succulenta selezione di registrazioni di diversa qualità, raccolte in contesti differenti (home recordings, programmi radio, archivi, Rete, registrazioni edite su disco o da archivi personali degli stessi musicisti o delle loro famiglie). I trentasei brani, per quasi 76 minuti di musica, ci portano indietro nel tempo, dalla fine degli anni ‘50 ci accompagnano fino al 2022, con interpretazioni che spaziano da leggende del passato a talenti emergenti. Si ascoltano nell’ordine: Henry Wells, Geoff Seitz, Tom Verdot, The Little Dixie Hoss Hair Pullers, Taylor McBaine, Charlie Cook, Pete McMahan, Johnny Bruce, Joe Fedrizzi, Dick Logan, Cleo Persinger, Dale Pauley, GeneWells, Charlie Walden, Thomas Coriell, John Griffin, Junior Marriott, Kelly Jones, Amber Gaddy, John Williams, Richard Shewmaker, Trustin Baker, Roger Netherton, Levi Roden, Travis Inman, Lee Stocking, Fred Stoneking, Alita Stoneking, Mike Hartgrove, Gerald Jones with Midnight Flight, Hannah Farnum, Kathy Summers, Liesl Schoenberger, David Scrivner, Matt Wyatt e lo stesso autore del tomo. Immergersi nel lavoro di Marshall significa esplorare le radici storiche e culturali della musica folk americana. Sebbene il suo statuto accademico sia implicito, il suo approccio è appassionato e coinvolgente, tanto da poter attrarre tanto i neofiti quanto gli esperti del settore. Di certo, non dovrà rinunciarci chiunque sia interessato al folk a stelle e strisce, da musicista o da cultore, o chi si rivolge, da studioso, agli ambiti della storia orale e dell’etnomusicologia.


Ciro De Rosa

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